La Virtus, con uno scarno comunicato di 3 righe, informa che Guido Rosselli non “sarà a disposizione dello staff tecnico”. Quindi l’attuale capitano della squadra, il giocatore premiato come miglior italiano dell’ultimo campionato di A2, non fa più parte della prima squadra e non è convocabile da parte di Ramagli. La notizia è indubbiamente clamorosa ma non inattesa se, alla semplice visione delle partite, si aggiunge, l’osservazione attenta del linguaggio del corpo.
Quello dell’empolese recitava di un giocatore insoddisfatto, visibilmente scontento del gioco, del suo svolgimento e della relazione coi compagni. Al raduno estivo in un’intervista a Massimo Selleri, dopo le tante voci estive, aveva puntualizzato che non era vero, come qualcuno aveva scritto, che aveva avanzato pretese di minutaggio per restare ma, più semplicemente, sperava in “minuti di qualità”. Il significato era chiaro : nel basket il ruolo di capitano non giocatore (come in coppa Davis) non è previsto.
Guido non si sentiva pronto per essere “quello che fa spogliatoio” ma, a tutti gli effetti, pretendeva, in modo assolutamente legittimo, di essere una pedina importante nello scacchiere di Alessandro Ramagli. Il tecnico livornese è stato molto criticato per un eccessivo impiego del capitano contro Venezia, in campo per tutto l’ultimo quarto, i tifosi più impietosi sui social, avevano molto ironizzato sull’età di Rossell (34). In realtà non credo che si tratti di questo, piuttosto di uno scarso adattamento al nuovo ruolo imposto dalla serie A.
Ci sono giocatori capaci di uscire dalla panchina e sparare le loro cartucce fin dal 1° minuto d’impiego perchè sono già “caldi”, prendiamo ad esempio Umeh, che ha solo un anno meno di Guido, Michael va in campo immediatamente sforna la sua specialità, mette una bomba, fa un’entrata, recupera un pallone. La prova del nove l’abbiamo in nazionale, dove vediamo giocatori abituati nelle squadre di club a restare in campo 30 minuti , vanno in nazionale ne giocano 15-20 non rendono, altri invece restano perfettamente affidabili anche in un impiego limitato.
Ecco penso che per Rosselli, più che la carta d’identità, si tratti di uno scarso adattamento alle mutate esigenze d’impiego anche in relazione alla serie A e alle ambizioni della Virtus. I rumors dello spogliatoio recitano di dissapori e incomprensioni coi compagni sempre più frequenti e da lì, la decisione fulminea della Virtus di sospendere “momentaneamente” il capitano.
Se questo provvedimento diventerà definitivo serviranno, almeno due innesti, quindi super lavoro per il g.m. Trovato, ma chi sarà il nuovo capitano ?
La logica e il buonsenso direbbero Pietro Aradori, è italiano, è un nazionale ed in più si è legato alla Virtus per tre anni, quasi un matrimonio a vita. Ironia della sorte il Bresciano Aradori debutterà coi galloni da capitano proprio contro Brescia, capolista imbattuta, in cui sono protagonisti due ex virtussini e bolognesi come i fratelli Vitali.