L’ultima volta che capitan Francesco Magnanelli ha dovuto saltare forzatamente (esclusi infortuni) due gare consecutive a difendere i suoi colori, quelli nero verdi oramai diventati una seconda pelle, era il marzo 2011, quando fu escluso dagli impegni di Serie B previsti contro Cittadella e Novara dal tecnico Angelo Gregucci, che sarebbe stato esonerato da lì a due mesi, nel disperato tentativo di Squinzi di salvare i suoi dalla zona retrocessione, impresa poi pienamente riuscita da un Paolo Mandelli promosso in extremis tecnico della prima squadra. Una vita fa. A distanza di quasi sei anni, tuttavia, la situazione pare complicata tanto quanto allora e, di fronte al decisivo scontro salvezza in programma al “Ciro Vigorito” nel pomeriggio contro il Benevento ultimo della classe, il Puma ha deciso di far sentire nuovamente forte la propria voce e presenza da leader vero, con alcune dichiarazioni fondamentali che, in settimana, hanno scosso l’ambiente emiliano, chiamato ora ad una delle prove più dure. Rivitalizzare una diretta avversaria in mostruosa crisi di risultati sarebbe, infatti, errore tanto grossolano quanto fatale, essendo, inoltre, la panchina di Cristian Bucchi (che all’epoca dell’ultima esclusione del centrocampista umbro, appendeva gli scarpini al chiodo in quel di Pescara) già di per sè pericolosamente in discussione. Il tecnico lo sa, e con una implicita, ma non tardiva, ammissione di colpe, impiegherà nuovamente il capitano dal primo minuto al centro del campo, zona perfettamente funzionale al carisma del numero 4, pronto a battagliare con i compagni di reparto Missiroli e Sensi, non solo gli undici di De Zerbi, ma l’intero catino dello stadio campano chiamato anch’esso alla dimostrazione di forza per non sprofondare in un abisso storico (nessuno in Europa ha, finora, mai perso le prime 13 gare della massima categoria del proprio campionato). Del tutto conformi alle ultime uscite, invece, le scelte dell’ex tecnico del Perugia per quanto riguarda difesa e reparto avanzato, con l’unica rischiosa, ma stimolante, tentazione di un Domenico Berardi, pienamente ripresosi dell’infortunio che ne ha imposto l’indisponibilità contro Napoli e Milan, dal primo minuto, nel tentativo di imporre la classe superiore del calabrese all’onesta tecnica della difesa giallorossa.
QUI BENEVENTO. Prova del 9 anche per i ragazzi di Roberto De Zerbi, reduci dalla giusta, ma tremendamente amara (per come è maturata), sconfitta di misura dello Juventus Stadium maturata due settimane fa, la quale ha comunque confermato all’ex allenatore del Foggia che il Benevento è tutt’altro che morto, e pronto a giocarsi, fin quando sarà possibile, le carte di una salvezza per ora distante “solamente” 6 punti, nonostante la partenza horror dei campani nel primo campionato di Serie A della loro storia. Niente tatticismi e largo al 4-3-3 tanto caro al tecnico bresciano, rivitalizzato dal ritorno di Antei al centro della difesa (unico ex, insieme a Chibsah, della gara, data l’assenza di Iemmello) e di D’Alessandro in avanti, in sostituzione di Lazaar. Occhi puntati, naturalmente, su Amato Ciciretti, miglior marcatore dei padroni di casa con 2 reti, di cui l’ultima, splendida, segnata proprio a Torino quattordici giorni fa, nella più grande illusione del campionato finora.
PROBABILI FORMAZIONI
BENEVENTO (4-3-3): Brignoli; Venuti, Djimsiti, Antei, Di Chiara; Viola, Chibsah, Cataldi; Ciciretti, Armenteros, D’Alessandro – all. De Zerbi
SASSUOLO (4-3-3): Consigli; Gazzola, Cannavaro, Acerbi, Peluso; Magnanelli, Missiroli, Sensi; Berardi, Falcinelli, Politano – all. Bucchi