CARPI (3-5-2): Colombi 6,5; Sabbione 4, Brosco 7, Ligi 6,5; Calapai 6,5 (80′ Belloni 6), Verna 6,5, Mbaye 6, Saric 6 (61′ Nzola 6), Pachonik 6,5; Malcore 5 (38′ Vitturini 6,5), Mbakogu 8. A disp.: Serraiocco, Brunelli, Bittante, Saber, Romano, Concas, Yamga, Carletti. All.: Calabro 7.
FROSINONE (3-4-1-2): Bardi 6; Brighenti 6, Ariaudo 6, Terranova s.v. (17′ Krajnc 6); M. Ciofani 6, Maiello 6, Gori 6, Crivello 6,5; Soddimo 5 (85′ Ciano s.v.); D. Ciofani 6,5, Dionisi 4 (85′ Citro s.v.). A disp.: Palombo, Vigorito, Russo, Beghetto, Besea, Matarese, Volpe. All.: Longo 4.
Arbitro: Eugenio Abbattista di Molfetta.
Ammoniti: Vitturini (C), Dionisi (F), Brosco (C), Mbakogu (C), Soddimo (F), Brighenti (F).
Espulsi: 35′ Sabbione (C) per gioco scorretto.
Recupero: 4′ p.t.; 4′ s.t.
TOP
Mbakogu (Carpi) 8: il capitano di giornata va alla riscossa con un gol-capolavoro che dà un senso a una partita con pochissimi spunti, suoi e di squadra, contro la quasi imbattibile difesa ospite. Dopo l’espulsione di Sabbione, Calabro lo ha lasciato da solo togliendo Malcore per inserire Vitturini. L’ingresso di Nzola nella ripresa gli ha dato la possibilità di trovare più spazi e, da un ottimo lavoro di sponda dell’ex Francavilla, è nata una delle reti più belle del 2017 biancorosso. Quinto gol in campionato, 36° con la maglia dei Falchi.
Brosco e Ligi (Carpi) 7: l’ex Latina è stato elogiato da Calabro nel post-partita perché veniva da una settimana difficile per colpa di un ginocchio gonfio. Eppure ieri è stato eccellente in mezzo alla difesa, riuscendo a limitare coi suoi compagni di reparto Ciofani, che ha segnato di carambola su di lui. Ottimo anche Ligi, assente nelle ultime tre partite per un leggero infortunio. A lui il compito di arginare Soddimo.
Calabro (all. Carpi) 7: impeccabile gestione della partita e dei nervi. Il Carpi è diventato più robusto in difesa anche in dieci uomini e, salvo un rimpallo casuale, ha rischiato pochissimo. In attacco non è stato fatto molto, ma i cambi offensivi (Nzola e Belloni) sono arrivati nei momenti giusti e, alla lunga, è iniziata a nascere la speranza di poter fare almeno un punto con un Frosinone superficiale.
Pachonik (Carpi) 6,5: a tratti sembra molto tranquillo (quando accompagna la palla in rimessa dal fondo), però se la cava contro Matteo Ciofani. Ha qualche colpa ed è anche sfortunato sulla rete del Frosinone, però spinge di più dopo lo svantaggio ed è suo il cross da cui nasce l’1-1.
Calapai (Carpi) 6,5: buon debutto in campionato per l’ex terzino del Modena. Ingaggia un bel duello con Crivello e, negli ultimi venti minuti, partecipa con alcune sgroppate alla ricerca del pareggio.
Crivello (Frosinone) 6,5: uno dei migliori tra i ciociari. In fase difensiva è molto sicuro, mentre in attacco si fa vedere con varie scorribande e cross insidiosi, compreso quello che porterà al vantaggio di Ciofani. Nel finale, già sull’1-1, è uno degli ultimi a spingere, nonostante un Calapai sul pezzo.
Vitturini (Carpi) 6,5: comico il suo ingresso in campo (Malcore non era ancora uscito, quindi Abbattista lo ammonisce con grande fiscalità), pregevole la sua prestazione. Aveva tremato all’inizio su qualche azione di Soddimo, ma col passare dei minuti si è sistemato a destra nella difesa a tre e non ha fatto rimpiangere Sabbione.
Colombi (Carpi) 6,5: molto sicuro, specialmente nelle uscite alte. Non può fare molto sul gol di Ciofani, ma due minuti prima gli aveva negato una bella rete in acrobazia con una super parata con la mano destra.
D. Ciofani (Frosinone) 6,5: come sempre, fa a sportellate su ogni parte della difesa ed è più sportivo di Soddimo e Dionisi. Due minuti prima del gol (fortunato, ma lui in area di rigore è un rapace) si inventa una spaccata al volo su cross di Crivello e Colombi gli dice “no” con una gran parata con la mano destra.
Verna (Carpi) 6,5: fa la guerra in mediana contro Maiello e Gori. Un punto di riferimento per Mbaye e Saric, votati alla lotta e al sacrificio per la squadra.
FLOP
Il Frosinone 3: supponente, superficiale, rissoso, provocatore (Dionisi e Soddimo sugli scudi) e immaturo. Non ha mai dato l’impressione di poter segnare il raddoppio che poteva ammazzare il match. Tutti questi difetti spiegano perché il Frosinone, che dal 35′ ha giocato in superiorità numerica, non è più in alto di dove vorrebbe essere. Tutti questi difetti sono stati già visti nella Semifinale di ritorno degli scorsi Play-off contro il Carpi e, più recentemente, nei pareggi per 3-3 contro l’Empoli (da 0-3 a 3-3 al Castellani con doppietta di Caputo nel recupero) e il Cesena di Castori (3-3 allo Stirpe, pari dei romagnoli in dieci con rete di Jallow all’83’). Ieri c’erano 9 titolari di quella partita beffarda (unici “intrusi” Ariaudo e Brighenti, più Ciano e Citro entrati solo all’85’ sull’1-1), quindi si può dire che la mentalità non è cambiata affatto.
Dionisi (Frosinone) 4: l’anticalcio. Ha la qualità, però spesso preferisce farne a meno. Ne risente anche la sua squadra che, soprattutto quando c’è il Carpi, contro cui continua ad accumulare beffe su beffe. Dopo il gol di Ciofani non si è più visto e qui la colpa è di Longo che doveva toglierlo già intorno al 70′.
Longo (all. Frosinone) 4: sarebbe stato da sufficienza stiracchiata in caso di vittoria, però si prende l’insufficienza perché ha dato nuove forze all’attacco soltanto all’85’, pochi minuti dopo il pareggio di Mbakogu. Soddimo e Dionisi, più in evidenza per l’atteggiamento strafottente che per le gesta in campo (in questo sono stati molto inconcludenti), potevano uscire per dare spazio alla freschezza di Ciano e Citro, titolari nella vittoria per 2-0 contro il Brescia a fianco di Ciofani.
Sabbione (Carpi) 4: espulso giustamente per una gomitata a Dionisi che, per essere completi, gli aveva messo aggressivamente le mani addosso alle sue spalle per toglierli un pallone che era rimessa laterale per il Carpi. Ha reagito d’istinto, però con l’esperienza che ormai ha accumulato non doveva cadere nella provocazione di Dionisi. Purtroppo la sua assenza ha costretto i suoi compagni a stare più accorti di prima.
Soddimo (Frosinone) 5: stessa pasta di Dionisi, ma lui almeno cerca di giocare di più.
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