Solito, rocambolesco, ottovolante Sassuolo; grazie alla rete di Matri allo scadere Giuseppe Iachini conquista la seconda vittoria consecutive dopo quella casalinga con il Crotone, balzando con la sua squadra ad una rassicurante quota 17, che per gli scaramantici del caso rappresenta anche il medesimo bottino raccolto dodici mesi fa dall’ allora organico di Eusebio Di Francesco a questo punto del campionato, anche se alla fine l’impressione è quella di tanto rumore per nulla. Già perchè oltre ai nero verdi, sono ben 3 le altre squadre in lotta salvezza a conquistare il bottino pieno nella giornata odierna (Spal, Hellas e Crotone) dove, insieme ad un Genoa comunque a punti nella complicatissima trasferta di Firenze (dove non più tardi di due settimane fa Berardi e compagni avevano rimediato tre sonore sculacciate all’esordio del nuovo tecnico in campionato) il fondo della classifica recita un laconico “perchè tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. Al di là dei ricorsi del caso, tuttavia, gli emiliani hanno ben più di un motivo per sorridere al di là dei tre punti strappati su un campo dove finora avevano perso, in sequenza, Benevento, Milan, Atalanta, Crotone, Chievo e Juventus e che già poco più di un anno fa aveva impresso nelle menti dei tifosi uno dei peggiori shock da quando i nero verdi calcano i campi della massima categoria, vedendosi rimontare tre reti nel giro di appena cinque minuti.
BEN PIU’ IMPORTANTE DEL RISULTATO è quindi l’atteggiamento mostrato dall’unidici scelto per l’occasione dal tecnico di Ascoli Piceno, che opta per il ritorno alle origini con il vecchio centrocampo Magnanelli-Duncan-Missiroli, letale mix di quantità e qualità come dimostra dopo i primi venti minuti di rodaggio a favore della manovra blucerchiata, passati i quali Torreira (francobollato da Politano) e Barreto (alle prese con gli strappi continui di Duncan), hanno enormi difficoltà ad esprimere la consueta geometria in mezzo al campo, lasciando Praet e Ramirez a giochicchiare sulla trequarti campo, senza rifornimenti utili ad innescare Zapata e Quagliarella che oltre alla consueta opera di pressing, oggi combinano davvero poco. Tutt’altra storia sull’altro lato del campo dove, nonostante un Berardi ancora a sprazzi e un Falcinelli che gioca a nascondino, il Sassuolo incanala in uno strepitoso primo tempo di Matteo Politano la maggior parte delle proprie costruzioni offensive e pazienza se il numero 16, dopo tanto sbattersi, arriva spesso sfinito al momento del dunque, non riuscendo a premiare i suoi per l’impegno mostrato in una prima frazione di gara dove avrebbero quanto meno meritato la rete del vantaggio.
LA RISERVA DELLA SAMPDORIA, come troppo spesso accade ultimamente (blucerchiati fermi a 1 punto nelle ultime 4 partite) si accende però nella ripresa, palesando le grosse difficoltà a livello di organico di una squadra che, tolto il solo Linetty (purtroppo per Giampaolo infortunato) non ha soluzioni di livello in grado di subentrare a gara in corso in caso di partita bloccata, come quella a cui, per l’appunto, la costringe un Sassuolo ordinato e compatto, dove un Acerbi tornato nuovamente su livelli consoni alle sue qualità (100esima partita consecutiva per il centrale nero verde: numeri mostruosi) comincia ad affinare con Goldaniga un intesa sempre più forte con il passare dei minuti che i due trascorrono insieme, una volta accettata la di per sè dolorosa partenza di Cannavaro al centro della difesa entro gennaio. Nonostante la grande prestazione di gruppo il punteggio rimane però inviolato fino al novantesimo, nonostante il quasi-ex di turno Gianmarco Ferrari (acquistato dal Sassuolo nell’estate 2016, ma di fatto a zero presenze in maglia emiliana dopo i prestiti, l’ultimo con diritto di riscatto, a Crotone e Sampdoria) cerchi in qualche modo di indirizzare la gara sui binari ospiti fermando ingenuamente con un braccio un pericoloso traversone di Politano dalla destra a dieci minuti dalla fine. Come è noto il Sassuolo si dimostra però una volta di più allergico al tocco benefico dei tiri dagli undici metri, fallendo (questa volta dai piedi dello stesso Politano) il quinto rigore su sette totali assegnati, nonostante gli errori dal dischetto coincidano curiosamente con ciascuna delle vittorie in questo campionato degli emiliani. A non tradire la buona tendenza ci pensa allora Alessandro Matri sul morire del match (dopo un altro clamoroso penalty questa volta negato ai nero verdi in seguito ad un evidente mani di Torreira a centro area), quando devia in rete un interessante cross di Ragusa dalla sinistra timbrando la decima rete di questa sua esperienza nero verde. Un cammino, forse, destinato a continuare, come spiega proprio la punta a fine gara, anche se resta vero che “i matrimoni si fanno in due”.
SAMPDORIA – SASSUOLO 0-1 (0-0)
GENOVA (Stadio “Luigi Ferraris”)
Domenica 17 dicembre 2017
Reti: 45′ Matri
SAMPDORIA: Viviano, Bereszynski, Silvestre, Ferrari, Strinic, Barreto, Torreira, Praet, Ramirez [79′ Kownacki], Quagliarella, Zapata [57′ Caprari] – all. Giampaolo
SASSUOLO: Consigli, Lirola, Goldaniga, Acerbi, Peluso, Magnanelli, Duncan, Missiroli, Berardi [74′ Matri], Falcinelli [92′ Cannavaro], Politano [88′ Ragusa] – all. Iachini
Arbitro: Gavillucci (ITA)