Chissà se, negli attimi più convulsi della tempesta abbattutasi su un Sassuolo colpevolmente sceso in campo a Torino con l’etichetta di “vittima sacrificale”, a Consigli, Peluso, Magnanelli, Missiroli e soprattutto Domenico Berardi non sia ritornato alla mente un fosco presagio di deja vu, come un incubo già vissuto, man mano che il tabellino con il passare del tempo ingrossava il suo passivo. Tocca difatti tornare indietro di quasi quattro anni (settembre 2014), tanti ormai ne sono passati dall’ultima volta che i nero verdi necessitarono delle dita di due mani per quantificare la sconfitta, e se allora le sberle rifilate da una delle ultime Inter di Walter Mazzarri suonarono quasi come una sveglia al gruppo di Eusebio Di Francesco (forse ancora con la testa alla strepitosa salvezza dell’anno precedente), necessaria per ingranare la marcia giusta già dalla giornata successiva e concludere il campionato con un onorevole dodicesimo posto, il “set” perso con gli uomini di Massimiliano Allegri appena tre giorni dopo dalla fine di un mercato che ha visto i nero verdi assoluti protagonisti, rischia più che altro di gettare ulteriori dubbi sulla chimica di una squadra mai vista allo sbando come nel capoluogo piemontese.
CERTO, L’ARIA DELL’ALLIANZ STADIUM NON AIUTA, ma è sconcertante l’assoluta mancanza di mordente palesata dalla truppa di Beppe Iachini specie dopo la prima rete timbrata da Alex Sandro in mischia dopo nemmeno dieci giri di lancette. Incassato il primo pallone il Sassuolo infatti si sgonfia sia dal punto di vista fisico che mentale, prima di tutto cominciando a perdere tantissimi duelli sulle seconde palle specie a centrocampo, dove Matuidi e Khedira anestetizzano l’azione di Missiroli e Duncan lasciando così il tanto decantato tridente offensivo a secco di palloni giocabili. Le incertezze maggiori arrivano però da dietro, dove Acerbi e Lemos, schierato dal primo minuto in una gara che definire “battesimo del fuoco” parrebbe un eufemismo, dimostrano di possedere un’intesa ancora tutta da affinare, non intendendosi in marcatura tanto sul raddoppio di Sami Khedira, quanto sulla terza rete messa a segno ancora una volta dal tedesco con una fuga solitaria, mentre è compito di Miralem Pjanic servire il poker prima dell’intervallo con una conclusione di pregevolissima fattura che disintegra la resistenza di Consigli.
NONOSTANTE LE CONTINUE SCARICHE il Sassuolo non sembra però volersi svegliare, così che la manovra bianconera, nonostante Allegri provi ad abbassare i ritmi ad inizio ripresa con gli innesti di Sturaro e Benatia per Khedira e Rugani, inizia a diventare vero e proprio accanimento. Anche perchè dopo l’ora di gioco si sveglia un Gonzalo Higuain fin lì insolitamente sonnacchioso che però, quando riceve palla fra le linee a centro area, dimostra ancora di poter impartire varie lezioni magistrali sui “movimenti del perfetto attaccante”. Il Pipita comincia dunque a prendersi la scena al diciottesimo della ripresa, quando, colpevolmente marcato a un metro e mezzo buono da Peluso, ha tutto il tempo di girarsi in area e fulminare Consigli sul secondo palo con un diagonale velenosissimo, prosegue dieci minuti dopo superando l’estremo difensore emiliano con un pregevole dribbling, quindi conclude l’esposizione seicento secondi dopo, questa volta con lo scavetto dell’attaccante consumato, siglando in questo modo la tripletta che aggiunge un pallone ufficiale Serie A alla sua già folta collezione accumulata in questi anni di campionato italiano. Sulla ripresa del Sassuolo non c’è quindi in effetti molto da dire, perchè se da un lato gli spunti di maggior discussione arrivano da una retroguardia impresentabile in occasione di tutte le marcature bianconere, dall’altro fa completamente scena muta il reparto offensivo, schiacciato dal peso di tre punte impegnative da sostenere per qualunque squadra, seppur l’intesa tra di esse verrà certamente solo con l’impiego. Del pomeriggio nero verde si salva dunque solamente il risultato, del Cagliari però, che alla Sardegna Arena sconfigge la Spal, consentendo al Sassuolo di mantenere invariate le cinque lunghezze di vantaggio sui ferraresi, dato che ormai anche la classifica, dopo 1 punto in 4 partite in questo inizio di 2018, pare tornata più grigia della nebbia emiliana di fine gennaio.
JUVENTUS – SASSUOLO 7-0 (4-0)
Torino (Stadio “Allianz Stadium”)
Domenica 4 febbraio 2018
Reti: 9′ Alex Sandro, 24′ e 27′ Khedira, 38′ Pjanic, 63′, 74′ e 83′ Higuain
JUVENTUS: Buffon, De Sciglio, Rugani [46′ Benatia], Chiellini, Alex Sandro, Khedira [46′ Sturaro], Pjainc, Matuidi [26′ Marchisio], Bernardeschi, Higuain, Manczukic. all-Allegri
SASSUOLO: Consigli, Lirola, Acerbi, Lemos, Peluso, Magnanelli, Missiroli, Duncan, Berardi [59′ Matri], Babacar [81′ Ragusa], Politano [64′ Biondini]. all-Iachini
Arbitro: Giacomelli (ITA)