Accesosi più rapidamente di un cerino dopo la sfregatura con l’arrivo di Beppe Iachini lo scorso 27 novembre, ora, quello stesso Sassuolo, di uguali uomini e mezzi, pare affievolirsi altrettanto velocemente, rischiando anche di ripresentare quei pericolosi limiti caratteriali che tanto avevano inciso durante la gestione Bucchi. Minati da queste considerazioni nel profondo delle proprie certezze i nero verdi si ritrovano con l’ennesima occasione buttata di distanziare sensibilmente la zona rossa della classifica, verso cui lo separano ancora sei sostanziose lunghezze, ma solamente due posizioni, quelle rappresentate da Chievo e Cagliari, che oltretutto si scontreranno fra di loro in occasione della prossima giornata, durante la quale è prevista anche l’altra sfida salvezza fra Benevento e Crotone, mentre gli uomini di Iachini si troveranno opposti al Bologna nel classico derby emiliano. I bassifondi della classifica sono dunque terreno instabile e in costante mutamento, che rischia di attrarre anche squadre mesi fa in posizioni ben più tranquille (si veda il caso rappresentato proprio dagli uomini di Maran) e che può destinare brutte sorprese anche ad organici che sembravano apparentemente in grado di lasciarsi il momento negativo alle spalle, specie poi se dimostrano enorme difficoltà nell’affondare un Cagliari onesto, ma ben poco pretenzioso.
LOPEZ schiera infatti i suoi con il più classico dei 3-5-2, ma ne cambia gli interpreti, affidando il ruolo di inventore a Cigarini (due reti di fila nei passati quattordici giorni per il ritrovato centrocampista emiliano), mentre in attacco la coppia prediletta è quella composta da Joao Pedro e Diego Farias, con un incredulo Pavoletti costretto quindi ad accomodarsi in panchina. L’ovvio gomitolo tattico disposto dal tecnico rossoblù si svolge quindi in maniera del tutto prevedibile in particolare nel primo tempo, nonostante il proprio numero 8 venga costretto al cambio a metà della frazione da un fastidio muscolare, e rimpiazzato da Sau per l’occasione, con il trequartista brasiliano che torna dunque sulla linea dei centrocampisti. Sono infatti la corsa di Lykogiannis e Padoin, oltre all’ottimo filtro proposto da Ionita e Barella, a imbrigliare il centrocampo e, soprattutto, la batteria di esterni dell’organico nero verde, mai realmente pericolosi nei primi quarantacinque minuti, se si eccettua un’improbabile rovesciata di Politano a centro area in seguito ad un azione convulsa da sviluppo di corner, con palla che non finisce neppure troppo lontano dai pali della porta difesa da Cragno.
L’OCCASIONE PIU’ GHIOTTA per i padroni di casa capita però a inizio ripresa, guarda caso, sui piedi di Domenico Berardi, confermando da un lato l’assoluta imprevedibile pericolosità forse dell’unico giocatore capace di spostare realmente gli equilibri all’interno dell’organico emiliano, ma dall’altro l’altrettanto prevedibile incapacità di rivelarsi decisivo in un momento di flessione personale ormai in gioco da troppo tempo; servito alla perfezione in profondità attraverso un pallone tagliato di Politano, il numero 25 si presenta a tu per tu con l’estremo difensore ospite, ma da buonissima posizione manda a lato con il sinistro sul primo palo, vanificando la più grossa opportunità della partita. Dopo una buona ripresa di secondo tempo, come spesso tra l’altro capita ai nero verdi, Babacar e compagni non sono in grado di portare pericoli dello stesso calibro dalle parti della retroguardia isolana che, dal canto suo, pare aver trovato in Castan il perno giusto per cementare un reparto troppo in difficoltà specie lontano dalle mura amiche. La spinta del Sassuolo, nonostante una netta supremazia territoriale rispetto alla prima frazione di gioco riesce a concretizzarsi solamente in qualche generosa, ma imprecisa, conclusione di Duncan dalla distanza, oltre che un nuovo tentativo acrobatico nei pressi dell’area piccola sperimentato questa volta da Goldaniga, con pari effetto del precedente. Poco importa, allora, se l’unica opportunità pericolosa, per usare un eufemismo, del Cagliari, arriva giusto in pieno recupero ed in modo oltretutto piuttosto casuale (tramite il classico tiro della domenica tentato da centrocampo da Barella) perchè il punto spartito sul terreno del Mapei Stadium fa certamente meglio agli ospiti rispetto che agli uomini di Iachini, che proseguono così il proprio momento di scoramento coincidente con l’anno nuovo, così come testimoniato dalle sole 2 lunghezze guadagnate in questo 2018, frutto, tra l’altro di appena 1 gol segnato, a fronte di ben 12 subiti. E’ chiaro che l’organizzazione difensiva deve essere stato l’argomento più approfondito in settimana (soprattutto dopo i 7 schiaffi subiti dalla Juventus non più tardi di sette giorni fa), ma una squadra che non segna non è certamente una squadra in salute, specie se poi il proprio reparto offensivo, tra problemi di inserimento (Babacar quest’oggi impalpabile), ruggini non ancora sopite e inconcludenza generale, risulta essere più un peso che un supporto.
SASSUOLO – CAGLIARI 0-0 (0-0)
REGGIO EMILIA (Stadio “Mapei Stadium – Città del tricolore”)
Domenica 11 febbraio 2018
SASSUOLO: Consigli, Lirola, Acerbi, Goldaniga, Peluso [71′ Rogeiro], Missiroli, Magnanelli, Duncan [88′ Ragusa], Berardi, Babacar [66′ Matri], Politano. all-Iachini
CAGLIARI: Cragno, Andreolli, Ceppitelli, Castan, Lykogiannis [62′ Dessena], Barella, Cigarini [26′ Sau], Ionita, Padoin, Joao Pedro, Farias [75′ Pavoletti]. all-Lopez
Arbitro: Mazzoleni (ITA)