Pare senza fine il momento nero del Sassuolo che in un Mapei gelato e deserto (a causa da un lato della trasferta negata ai tifosi ospiti e dall’altro alla protesta messa in atto dal tifo organizzato nero verde) cade sonoramente al cospetto di una Lazio meno brillante del solito ma comunque efficace. Analizzando i risultati della domenica, però, la classifica degli emiliani da grigia diventa completamente pesta, causa l’affermazione esterna della Spal a Crotone e la rocambolesca vittoria dell’Hellas Verona contro il Torino dato che in questo modo i ferraresi e i veneti (e con loro la zona rossa) si portano a soli 3 e 4 punti dal Sassuolo, con due scontri diretti all’orizzonte che attendono la squadra di Iachini. Le premesse tuttavia non sono certo delle migliori, sia a livello fisico (quinta sconfitta complessiva nel 2018, con soli 2 punti fatti in 7 partite) che mentale (terza espulsione dell’anno nuovo, di cui due consecutive) sintomi evidenti di una squadra fragile secondo diversi punti di vista a cui pare, ed è questo forse il punto critico di maggior preoccupazione, che ormai neppure la mano sapiente di Giuseppe Iachini possa apportare grandi modifiche dopo un inizio di avventura fitto di sorprese e illusioni.
IL TECNICO MARCHIGIANO quantomeno ci prova a fornire una parvenza di scossa, rivoltando parte della squadra come un calzino (dentro Rogeiro, Adjapong e Mazzitelli fuori Lirola, Lemos e Duncan), ma non dimostrando il coraggio necessario per invertire in maniera sostanziale il modulo di gioco, insistendo, forse anche colpevolmente, su un tridente per ora insostenibile a livello di adattabilità e intesa tra le parti, di certo necessarie di un periodo di ambientamento dopo il cambio al centro dell’attacco maturato negli ultimi giorni di mercato. Quel che è certo rimane l’approccio assolutamente da dimenticare dei padroni di casa, che nel primo tempo tirano in porta la miseria di una volta, con Berardi, dopo venti minuti, mentre gli ospiti hanno certamente dalla loro il pregio di mostrarsi molto più cinici di altre volte, indirizzando da subito la pratica con una splendida conclusione di Sergej Milinkovic-Savic da fuori area che conclude la sua parabola nel sette. I biancocelesti si trovano poi nell’insolita situazione di beneficiari di un consulto Var alla mezz’ora quando, in seguito ad un azione travolgente mossa dai piedi dello stesso serbo, bravissimo a liberarsi di prepotenza in area, il cross di Murgia viene intercettato in maniera del tutto involontaria, ma evidente da Peluso, così che l’arbitro Magnaniello, dopo aver consultato a lungo le immagini a bordo campo, assegni la massima punizione che Immobile trasforma non senza qualche rischio issandosi a quota 23 reti in campionati in 24 partite. Numeri impressionanti.
LO STESSO AGGETTIVO si spreca poi anche a inizio ripresa, quando neppure il tempo di fischiare l’inizio della seconda frazione, che i capitolini chiudono la faccenda ancora con il gigante serbo, perfetto a raccogliere di testa a centro area il succulento invito di Felipe Anderson e scardinare nuovamente la porta emiliana. Sconvolti dalla prova di tracimante precisione mostrata dagli avversari il Sassuolo, già di per sè fin lì veramente poco brillante, mentre abbondano al contrario gli errori in disimpegno e soprattutto anche diversi interventi pericolosi, figli certamente di una condizione generale ancora di piena emergenza, comincia purtroppo ad innervosirsi, esacerbando un incapacità generale di andare alla conclusione verso la porta di Strakosha (a fine gara sui tabellini sarà annotata solamente un occasione pericolosa dei nero verdi, con Babacar, prima della fine della prima frazione, con il senegalese che non riesce ad approfittare di una goffa uscita di Strakosha a centro area) che in certi casi sfiora addirittura la crisi. Sintomo di questo malessere generale risulta dunque sicuramente la sciocca espulsione rimediata da Domenico Berardi al cinquantaquattresimo, quando il numero 25, già ammonito, stende Radu in una zona assolutamente non rischiosa della metà campo costringendo il direttore di gara, anche qui coadiuvato dall’aiuto della tecnologia ad estrarre direttamente il cartellino rosso che spedisce la punta calabrese in anticipo sotto la doccia. Da lì in avanti, come se ci fosse ancora bisogno di conferme, la partita sostanzialmente finisce, sia perchè la Lazio decide di non spingere troppo sull’acceleratore, con una gara di Europa League alle spalle e una Juventus all’orizzonte, sia perchè anche Marusic perviene alla medesima conclusione di Berardi, facendosi cacciare appena dieci minuti, per una manata in faccia a Rogeiro che lo tratteneva vistosamente. Termina dunque nel gelo più assoluto, sia climatico che ambientale, la settima partita di questo 2018 francamente incommentabile degli emiliani, squadra oramai dotata di un equilibrio veramente precario e per nulla pronta agli scontri senza appello che la attendono da qui alla fine dell’anno, specie se il reparto offensivo, nuovamente bloccato a 15 reti in tutto il campionato, continua a fare acqua da tutte le parti. Gli scudetti d’altro canto si vincono con le difese, ma le salvezze con gli attacchi.
SASSUOLO – LAZIO 0-3 (0-2)
REGGIO EMILIA (Stadio “Mapei Stadium – Città del Tricolore”)
Domenica 25 febbraio 2018
Reti: 7′ Milinkovic-Savic, 31′ rigore Immobile, 47′ Milinkovic-Savic
SASSUOLO: Consigli, Adjapong, Acerbi, Peluso, Rogeiro, Mazzitelli, Magnanelli [85′ Sensi], Missiroli, Berardi, Babacar, Politano [70′ Ragusa] . all-Iachini
LAZIO: Strakosha, Wallace, Luiz Felipe, Radu, Marusic, Murgia, Lucas Leiva [60′ Parolo], Milinkovic-Savic, Lukaku [60′ Lulic], Felipe Anderson, Immobile [82′ Nani]. all-Inzaghi
Arbitro: Magnaniello (ITA)
Note: espulsi Berardi al 54′ e Marusic al 62′