nella foto : Massimo Zanetti proprietario di Segafredo e del 40 % della Virtus
La Virtus conclude oggi alla Porelli la preparazione alla trasferta di Venezia, contro i campioni d’Italia, che da il via all’ultima parte di stagione, quella che potrebbe portarla ai play off. Non sarà certo facile conquistare almeno l’ ottava piazza, perchè le avversarie si stanno tutte rinforzando mentre la Virtus ha operato scelte controcorrente, non utilizzando l’ultimo visto per uno straniero, a cui avrebbe avuto diritto. Se questa scelta si rivelerà azzeccata lo potrà dire solo il futuro prossimo ma, in ogni caso, ad oggi, è l’unica possibile, visti i problemi societari.
Il management delle Vnere ha deciso di tenere, in modo coerente, un atteggiamento filo-italianista per quanto riguarda il roster, privilegiando appunto scelte italiane. In un mondo in cui le squadre di basket assomigliano più alla hall di un grand hotel con porte girevoli che a società sportive, la Virtus ha operato per la fidelizzazione dei propri stranieri provenienti dall’A2 (Umeh e Lawson), ha ingaggiato due stranieri che, al di là delle caratteristiche tecniche, avessero nel proprio DNA l’accettazione del ruolo che, coach Ramagli, intendesse assegnare loro. Insomma in poche parole la tecnica al serivizio del collettivo nel quale i giocatori Italiani avessero un ruolo trainante del gruppo. Da questa filosofia discendono le scelte effettuate, senza tuttavia dimenticare che, per Burns ad esempio, era stata fatta un’offerta che, a novembre, il giocatore ha rifutato. Anche l’arrivo di Baldi Rossi che per i postumi dei suoi problemi fisici, non ha ancora potuto fornire il rendimento atteso, va visto in quest’ottica.
I programmi e gli obiettivi della Virtus, enunciati già ad agosto erano : raggiungimento delle final eight e dei play off. Le società serie non cambiano programma sulla spinta, ahimè, dei tifosi o dei risultati, ma cercano di ottenere prima di tutto i risultati. Il primo obiettivo stagionale, le final eight, è stato centrato, per il secondo le variabili sono tante, dipenderà dai rinforzi che, le dirette concorrenti, decideranno di prendere. In un mercato sempre aperto ad ogni domenica ci possono essere novità e, quello che era 3 mesi fa, potrebbe non essere adesso.
Domani in Laguna la Virtus è attesa, oltrechè dall’acqua alta (palla a due ore 20.30 eurosport player) dai campioni d’Italia al gran completo con una formazione che, con due settimane di riposo senza nè coppe nè campionato, avrà potuto ricaricare le pile in vista del rush finale. L’Umana è una squadra sconfinata : forte nel roster numeroso e di qualità, forte negli esterni (Bramos 2° tiratore da tre del torneo 47,8 %), dominante sotto canestro con Watt e Peric, Venezia si presenta all’80° sfida con Bologna (però 34 a 45 per la Virtus il conto delle vittorie) da grande favorita. E’ la squadra che, in campionato, utilizza di più il tiro da 3, oltre 500 volte in 19 partite. Il fattore campo a Venezia si sente eccome : il più piccolo palazzetto d’Italia è molto condizionante, sopratutto per i tiratori, abituati ai grandi spazi. Un grande interesse della partita sarà la presenza tra i lagunari di quell’Austin Daye, figlio d’arte (papà fece grande Pesaro), già osservato in Coppa Italia, molto deludente, in passato accostato da qualcuno alla Virtus.
La squadra di Ramagli si presenta a Venezia, oltre che con la grave assenza di Alessandro Gentile, con Aradori che potrà dare qualche minuto, con Baldi Rossi prosciugato da un virus gastrointestinale e quindi come già in altre 11 occasioni sulle 19 andate in archivio, la Virtus dovrà arrangiarsi con quintetti anomali che dovranno sopperire alle assenze, cercando di spremere dai presenti qualcosa oltre il 100% canonico. Sarà difficilissimo ma, come sempre, le Vnere ci proveranno sperando che dalla roulette del Casinò del Lido, questa volta esca il bianco nero.