nella foto : Pietro Aradori capitan futuro della Virtus
Tutto il mondo virtussino si sta leccando le ferite per la inopinata esclusione dai play off e fino al 30 giugno, data in cui scadono i contratti di giocatori e allenatori e a play off terminati, non vi saranno presumibilmente notizie ufficiali.
Il punto fermo pare essere l’arrivo di Alessandro Dalla Salda, in procinto di liberarsi da Reggio Emilia con cui ha un contratto fino al 2019, che andrà ad occupare la casella rimasta vuota nell’organigramma societario cioè l’Amministratore Delegato con pieni poteri, figura che, nel corso di quest’anno, si è dimostrata indispensabile in una Società come la Virtus. Dall’insediamento di Dalla Salda, a cascata, verranno le decisioni sul d.s. addetto al mercato, per cui parrebbe in cima alla lista dei graditi Marco Martelli, attuale d.s. di Casale Monferrato.
A Reggio Emilia, nella infausta serata del derby, è stata notata la presenza di Andrea Trinchieri, ex coach del Bamberg che parrebbe essere il possibile sostituto di Alessandro Ramagli qualora la Virtus decidesse di non esercitare col coach livornese e lo staff, l’opzione per la stagione 2018/2019 presente nel contratto in scadenza.
La Virtus si sa, ripartirà da Aradori (ha richieste spagnole ma intende restare), Baldi Rossi e Pajola. Per il capitano Klaudio Ndoja, tanto amato al punto che i tifosi hanno indetto una petizione per la conferma, la maglia con la Vnera parrebbe allontanarsi e, se così fosse, la probabile destinazione sarebbe Tortona.
Per gli altri vi sono numerosi punti interrogativi, tranne che per Alessandro Gentile che, in una lunga intervista rilasciata ad un quotidiano bolognese, ha comunicato di andare negli Usa per partecipare alla Summer League con la maglia degli Houston Rockets, franchigia che lo aveva scelto tre anni fa e in pratica monitorato in tutto questo periodo. Un paio di mesi fa in un’altra intervista allo stesso giornale, il casertano aveva lanciato al management della Virtus un messaggio di disponibilità a discutere del proprio futuro con la maglia bianco nera, dichiarandosi felice del periodo che stava vivendo e delle prospettive per il futuro in considerazione della possibilità di giocare una coppa europea.
Nessuno in Virtus ha raccolto il messaggio e quindi a oggi, si deve ritenere, come lui stesso ha ammesso free agent (libero da contratti). Questo non significa che la Virtus possa decidere, proprio in virtù del gradimento espresso dal giocatore, se l’Nba resterà per lui un miraggio, di sottoporgli un’altra offerta per il prossimo anno.
Ancora da definire la posizione del fratello Stefano, per cui parrebbe esserci un interessamento di Sassari, ma la Virtus lo vorrebbe trattenere, gli altri Usa sono intanto partiti ma l’intenzione della Società è quella di organizzare un evento, non a breve, per consentire ai tifosi bianco neri di salutare degnamente i propri beniamini che hanno sfiorato, ahimè, il minimo obiettivo stagionale. A tal proposito sarà utile ricordare che, negli ultimi 10 anni, soltanto in cinque occasioni la Virtus ha fatto meglio : tre volte 5° poi eliminata ai quarti e 2 volte ottava ugualmente eliminata ai quarti. Quindi si può dire che questo risultato è esattamente a metà di quelli degli ultimi dieci anni. Le speranze che i tifosi avevano riposto in questa squadra sono andati delusi ma tutto ciò è stato dovuto indubbiamente ad alcuni errori commessi a tutti i livelli sia tecnico che dirigenziale ed anche ad un cortocircuito mediatico abbastanza inspiegabile.
Fin dalla presentazione della squadra al completo il presidente Bucci fu chiarissimo, abbiamo due obiettivi : final eight di coppa Italia e play off. Nonostante ciò nell’ambiente del tifo più caldo, sui social, in qualche trasmissione radiofonica e televisiva e in tutti i luoghi in cui, e sono tanti, a Bologna si parla di basket, ci si spingeva a dei pronostici in cui il 4° posto sembrava alla portata, tralasciando alcuni buontemponi che parlavano e scommettevano di scudetto.
Il cortocircuito inspiegabile è che se una società come la Virtus con un presidente come Bucci decide di autolimitare le proprie ambizioni lo fa, evidentemente, perchè conosce i propri polli. Sa che la Virtus 2017/18 ha dovuto per un sacco di ragioni, assumersi dei rischi e scommettere su giocatori sul cui rendimento non si poteva giurare.
Nonostante tutto ciò se Alessandro Ramagli avesse avuto, nel girone di ritorno, almeno per 2-3 partite in più, la squadra al completo, l’ottavo posto era ampiamente alla portata. In fondo la Virtus non ha perso i play off a Reggio Emilia ma a Venezia dove fino a mezzo secondo (!!!) dalla fine le Vnere avevano compiuto l’impresa di battere i campioni d’Italia.