E’ stata inaugurata nella mattinata di oggi, lunedì 25 giugno, a Carpi, la Cittadella della Carità intitolata ai coniugi Odoardo Focherini.
Alla cerimonia, introdotta da don Carlo Bellini, presidente dell’Associazione Camilla Pio, sono intervenuti monsignor Francesco Cavina, Vescovo di Carpi, monsignor Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana, don Edoardo Algeri, presidente della Confederazione italiana dei consultori familiari di ispirazione cristiana, don Valerio Pennasso, direttore dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della Conferenza Episcopale Italiana, Corrado Faglioni, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, Alberto Bellelli, sindaco di Carpi.
Hanno partecipato, fra gli altri, il prefetto di Modena, Maria Patrizia Paba, Lucia Musti, procuratore capo di Modena, la deputata Beatrice Lorenzin, la senatrice Maria Laura Mantovani, il consigliere regionale dell’Emilia Romagna Enrico Campedelli, Pierluigi Castagnetti, presidente della Fondazione Campo Fossoli, le autorità militari, i rappresentanti di varie aggregazioni laicali della Diocesi.
Non hanno voluto mancare, inoltre, le figlie di Odoardo e Maria Focherini, Gianna, Carla e Paola, con i rispettivi figli e nipoti. Presente inoltre l’equipe della Caritas diocesana, con il direttore Giorgio Lancellotti, e alcuni dei professionisti che prestano servizio presso l’Associazione Camilla Pio.
Un momento, dunque, di sentita condivisione fra le tante “anime” del territorio, per un’opera che nella prossimità alla comunità locale e ai suoi bisogni trova la sua vocazione.
Monsignor Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana, ha ricordato come, nel 2012, il suo “battesimo” appena nominato a tale incarico, insieme all’allora neo vescovo Francesco Cavina, fu nell’esperienza del terremoto emiliano. Esperienza che ha segnato un percorso importante per monsignor Soddu, in quanto vera e propria “scuola” per affrontare l’emergenza ancora più drammatica del sisma nel Centro Italia. La Cittadella della Carità è, ha aggiunto, segno dell’opera della Chiesa che, dal servizio offerto alla comunità, si trasmette alla comunità stessa rendendola “animata e animatrice”, e questo tanto più quando “una struttura è bella, come questa”, facendo sì che gli ultimi siano ancora di più messi al centro dell’attenzione e della sollecitudine.
Don Edoardo Algeri, presidente della Confederazione italiana dei consultori familiari di ispirazione cristiana, ha espresso soddisfazione per una struttura in cui la famiglia, nelle sue diverse problematiche, avrà modo di trovare un ascolto competente ed appassionato, un servizio altamente specializzato offerto dal personale che qui sarà attivo. L’Associazione Camilla Pio è “l’ultimogenito” all’interno della Confederazione dei consultori di ispirazione cristiana, che oggi conta 200 realtà affiliate in Italia. E’ questo uno dei frutti più belli degli anni ’70, una pluri-disciplinarietà al servizio della famiglia, che merita di essere seguita, nella sua complessità, da vari punti di vista.
LE DICHIARAZIONI
S.E. Monsignor Francesco Cavina, Vescovo di Carpi
“L’inaugurazione della Cittadella della Carità è un evento di gioia e di ringraziamento al Signore per quanto è stato possibile realizzare: una struttura che dà una degna sede alla Caritas Diocesana e all’Associazione Camilla Pio e, nello stesso tempo, intende dare una risposta ad una nuova necessità sociale, lo stato di difficoltà in cui alcuni uomini finiscono al momento della separazione.
E’ importante sottolineare che non si tratterà semplicemente di fornire un servizio o, in parole povere, di dare un tetto sotto cui dormire, ma di offrire la possibilità di un percorso di promozione umana, stimolando questi uomini a recuperare la loro autonomia e a promuovere una relazione costruttiva con i propri figli.
In questo progetto gli operatori della Caritas Diocesana saranno impegnati in prima linea, potendo contare sulla collaborazione dell’Associazione Camilla Pio, attraverso i professionisti che vi prestano servizio, e sull’esperienza maturata da questa realtà nel sostegno a genitori e famiglie.
Nel dicembre 2015, quando furono inaugurate a Carpi le due case diocesane di ospitalità – in via De Sanctis per mamme con bambini e donne sole e in via Curta Santa Chiara per nuclei familiari – espressi l’auspicio che quell’iniziativa fosse la prima di altre. Posso dire che oggi quel desiderio trova una sua realizzazione. E si avvera, come allora, attraverso un lavoro corale che ha coinvolto enti di carattere nazionale e locale, mi riferisco alla Conferenza Episcopale Italiana, alla Caritas Italiana e alla Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi.
Vorrei soffermarmi, inoltre, sull’intitolazione della Cittadella della Carità ai coniugi Odoardo e Maria Focherini, particolarmente adatta ad esprimere la realtà di questa nuova struttura diocesana. Il “nostro” Beato fu unito, infatti, alla moglie da una profonda comunione di valori, fra cui, appunto, la sensibilità verso i poveri e i bisognosi – da lui declinata concretamente non solo adoperandosi per il salvataggio degli ebrei ma anche all’interno della Società San Vincenzo de Paoli – e la dedizione alla famiglia, vissuta come autentica vocazione cristiana”.
Corrado Faglioni – Presidente Fondazione CR Carpi
“E’ con grande soddisfazione che partecipo oggi alla inaugurazione di questa Cittadella. In tempi economicamente difficili e socialmente complicati, la tenuta della coesione sociale diventa fondamentale per la vita di una comunità. Il ruolo di un’istituzione come la Fondazione CR Carpi è quello di adoperarsi perché questa tenuta non venga mai meno. Solo una società equa, che si prende cura dei suoi membri più fragili, può dirsi realmente sana e vitale, in grado di non cedere alle pressioni generate dai disagi specie nei tempi di crisi e di progredire davvero. Numerosi sono i nostri ambiti di intervento e molte sono le risorse impegnate per sostenere lo sviluppo e favorire la prosperità dei nostri territori ma non può esistere un reale sviluppo se questo non è in grado di accogliere le difficoltà, farvi fronte e limitarle. Abbiamo sostenuto questo importante e innovativo progetto della Diocesi di Carpi con 300 mila euro, per contribuire alla realizzazione di un luogo di inclusione e riattivazione personale dove progettualità e accoglienza coabitano e concorrono a offrire risposte concrete e abitative.”
Giorgio Lancellotti, direttore Caritas Diocesana
“Per la Caritas Diocesana la Cittadella della Carità rappresenta non solo l’ambiente funzionale per le proprie attività di coordinamento e di progettualità, ma anche un’ulteriore tappa in quel cammino di apertura all’accoglienza e all’ospitalità che già da alcuni anni, seguendo le indicazioni del Vescovo monsignor Francesco Cavina, si sta mettendo in atto.
“La struttura per padri separati in difficoltà – spiega Giorgio Lancellotti, direttore della Caritas diocesana – nasce all’interno di un’urgenza più ampia, quella di venire incontro all’emergenza abitativa che riguarda gli uomini. Su questo fronte si è già provveduto, in parte, tramite il dormitorio maschile con tre posti letto presso la casa di ospitalità in via Curta Santa Chiara. Ora ci si apre alla realtà specifica dei padri separati che si trovano in stato di bisogno, mettendo loro a disposizione, presso la Cittadella, quattro camere, per un totale di sei posti letto. Due di queste sono dotate di un secondo letto per accogliere i figli affidati ai papà”.
E’ un “farsi carico” che si traduce, dunque, in opere concrete, come dimostrano, allo stesso modo, le due case di ospitalità inaugurate nel dicembre 2015 a Carpi, quella in via Curta Santa Chiara – due appartamenti – per nuclei familiari e quella in via De Sanctis per mamme con bambini e donne sole, gestita da Agape di Mamma Nina.
Si tratterà ora di utilizzare al meglio gli spazi a disposizione presso la Cittadella in base alle necessità che saranno individuate sul territorio. “Ci si avvarrà della collaborazione della grande famiglia costituita dai centri di ascolto di Porta Aperta Carpi e Mirandola e da quelli parrocchiali – afferma Lancellotti – che svolgono il prezioso ruolo di ‘antenne’ in grado di segnalare le situazioni su cui intervenire”.
Una grande rete di contatti e di sinergie di cui fa parte, a buon diritto, l’Associazione Camilla Pio, sottolinea il direttore della Caritas, “perché le segnalazioni arriveranno anche da questa realtà, che si renderà, inoltre, disponibile con i suoi operatori per percorsi di sostegno psicologico rivolti ai padri ospiti della struttura. Già adesso operiamo ‘in rete’ seguendo persone che ci sono state inviate dall’Associazione”.”
Don Carlo Bellini, presidente Associazione Camilla Pio
“Presso la Cittadella della Carità l’Associazione Camilla Pio, affiliata alla Confederazione italiana dei consultori familiari di ispirazione cristiana, trova finalmente la propria sede. “E’ un fatto positivo innanzitutto perché avere una sede identifica ‘fisicamente’ una realtà – afferma il presidente, don Carlo Bellini -. Inoltre, è importante che gli incontri avvengano in un luogo che è deputato allo scopo ed è riconoscibile come tale”.
Nata nel febbraio 2016, l’Associazione Camilla Pio si “prende cura” delle famiglie che affrontano difficoltà sull’ampio versante delle relazioni, all’interno del nucleo familiare, nella coppia e nell’educazione dei figli. “Se inizialmente il servizio offerto era solo di consulenza – osserva don Bellini – ci siamo accorti, strada facendo, che ciò non basta. Cioè che non è sufficiente fare la diagnosi di un problema, spesso già evidente alle persone che ci chiedono aiuto, ma che siamo chiamati ad offrire una soluzione. Per questo, quando è necessario, si attiva un percorso di sostegno che può arrivare anche al lavoro di psicoterapia”.
Attualmente, sono 45 le situazioni in carico all’Associazione – 21 nuove rispetto al biennio 2016-17 -, di cui il 30% con problematiche di coppia, un altro 30% con problematiche legate alla genitorialità – ovvero nel rapporto con figli minori o adolescenti -, e il 40% con situazioni di disagio personale/sociale (depressione, perdita di lavoro, sfratto, etc.). “Sono problematiche serie che richiedono professionalità alte” commenta don Bellini, elencando gli specialisti che prestano il loro servizio: sette psicoterapeuti, uno psichiatra, una pedagogista, un esperto di tossicodipendenze, un sacerdote, a cui si aggiungono, per le consulenze, un avvocato e un ginecologo.
“Siamo in contatto con la Caritas, Porta Aperta e i Servizi Sociali, perché l’Associazione si prefigge una particolare cura per le situazioni aggravate da difficoltà economiche – afferma il presidente -. In questo senso, si spiega la collaborazione che offriremo al progetto di accoglienza per i padri separati presso la Cittadella, sia nella segnalazione dei casi, sia in un percorso di supporto psicologico”.”
Architetto Federica Gozzi, progettista
“Il nuovo fabbricato è stato costruito su un terreno di proprietà della Diocesi di Carpi di complessivi 967 metri quadrati. Il lotto, destinato a servizi religiosi, faceva parte di un Piano Particolareggiato di iniziativa privata che ha visto la completa edificazione delle aree adiacenti, comprese tra via Vecchi, via Mozart e via Nuova Ponente, negli anni 2001-2006, con fabbricati ad uso residenziale, commerciale e terziario.
L’intervento nasce da un’analisi urbana sulla consistenza del costruito nell’immediato contesto e quindi dalla volontà di dare completamento nelle forme e nei volumi agli edifici esistenti, disposti a corte aperta intorno a uno spazio verde di uso pubblico.
Al piano terra si trovano ambienti diversi: da ovest si accede ad una cappella; da sud, tramite porticato, ad un atrio comune e quindi agli uffici dell’Associazione Camilla Pio e della Caritas Diocesana.
Al piano primo si ricavano gli spazi per un’abitazione con zona giorno al centro, due bagni e quattro camere da letto con logge verso sud, adatta ad ospitare il progetto di accoglienza per padri separati in difficoltà.
La cappella è un piccolo spazio consacrato, non una chiesa; si è ritenuto in ogni caso importante valorizzarla, affinché possa orientare, organizzare e qualificare gli spazi esterni circostanti, e divenire punto di riferimento per il quartiere. Ruvida e materica, dalle linee astratte e contemporanee, la cappella è ingentilita da una porta sul fronte: una struttura metallica di grandi dimensioni ma leggera, composta da pannelli in lamiera di alluminio forata su disegno, che filtra la luce e si impacchetta lateralmente per dare accesso all’ambiente e per estendere lo spazio interno verso l’area esterna, in modo tale da ospitare celebrazioni per gruppi numerosi. D’altra parte, come suggeriscono le linee guida della Cei per “la progettazione di nuove chiese”, una valida e concreta interpretazione dei rapporti interno-esterno ed edificio‐contesto costituisce una delle acquisizioni più importanti della coscienza critica dell’architettura contemporanea.
L’arredo della cappella è organizzato secondo una logica unitaria, l’orientamento di base è rivolto alla verità, all’autenticità delle forme e a una nobile semplicità (come suggeriscono le sopracitate linee guida della Cei).
L’altare è il punto centrale: un parallelepipedo con zoccolo in travertino e corpo emergente in calcestruzzo a vista levigato, impreziosito con l’aggiunta di inerti colorati e ossidi. Nel getto dell’altare è stata inserita la “prima pietra” benedetta da Papa Francesco il 2 aprile 2017.
L’immagine della Beata Vergine è un dipinto realizzato in loco; rappresenta un volto gentile che indirizza lo sguardo verso la luce. La tecnica di realizzazione trae ispirazione dal mondo dei Writers e dal fenomeno socio-culturale del graffitismo urbano, utilizzando quindi spray di vernice acrilica direttamente sul muro di cemento”.