Giammario Piscitella, 25enne nuovo attaccante del Carpi arrivato dal Prato, è stato presentato questa mattina in conferenza stampa allo Stadio Cabassi.
Sei stato lanciato giovanissimo in Serie A dalla Roma, poi la tua carriera si è insabbiata tra Serie B e Serie C. Carpi è una nuova sfida e una vera occasione di rilancio per te?
“Ho avuto un percorso inverso rispetto a tanti giovani. A 18 anni sono partito subito alto, forse ero in una dimensione più grande di me e non ero pronto mentalmente a gestire pressioni e aspettative. Sono sceso sempre di più, giocando in Serie B e in Serie C. A un certo punto maturi e decidi di analizzare gli errori commessi e ripartire da zero. Dopo quattro anni non felici in C, il Carpi è un punto di partenza e sono orgogoglioso di essere qui. Voglio imparare e risalire, sapendo che la testa ora non è quella di prima. Non mi faccio aspettative, penseremo solo a vivere il presente. Sono in un gruppo compatto con bravi ragazzi, quindi non credo che ci saranno problemi di inserimento”.
In quale posizione del Carpi ti trovi meglio?
“Solitamente gioco da esterno sinistro, ma l’anno scorso a Prato sono stato schierato anche come quinto a destra o come terzino. Allora giocavo in una squadra con molti giovani e serviva il sacrificio di tutti. Ho imparato cose nuove ed è stato abbastanza divertente. Prima giocavo solo pensando alla fase offensiva, ma adesso ho maturato e sono in grado di fare le due fasi e di sacrificarmi per i compagni”.
Avevi altre offerte?
“Non ho nemmeno chiesto (sorride, n.d.r.). Appena mi ha contattato il Carpi ho preso al volo l’occasione, per me era importante tornare in Serie B e ripartire. Sono contento di essere qui, voglio che questa sia una famiglia che mi aiuti a crescere, imparare e lavorare, aldilà dei ruoli”.
La tua migliore stagione fu alla Pistoiese nel 2014-2015: 7 reti, le prime da professionista, in 30 presenze. Speri di tornare ai livelli di quell’annata?
“A Pistoia feci bene in quella stagione, ma non ero ancora completo e mi trascinavo le delusioni degli anni passati. Credo che l’auito della mia famiglia è stata fondamentale: mia moglie mi ha inquadrato e le mie figlie mi hanno aiutato a ripartire con fiducia”.
RIPRODUZIONE RISERVATA