nella foto : Stefano Sacripanti adesso tocca a lui e al suo staff
La Virtus è fatta, adesso parafrasando Cavour, bisogna fare i Virtussini. Con l’arrivo di Alessandro Cappelletti play maker di 186 cm. nativo di Assisi (un play umbro quindi tanto per evocare dolci ricordi………) si è completato il roster della Vnera 2018/2019, almeno per ora. Non è un debutto assoluto per lui in serie A in quanto ha fatto parte del roster della Mens Sana Siena anno 2013/2014 quando non aveva nemmeno vent’anni. Poi per lui solo serie inferiori e, nel 2016 in A2 sempre in maglia bianco verde, ha subito un grave infortunio che lo ha bloccato negli ultimi 18 mesi. E’ stato allenato nelle nazionali giovanili da Pino Sacripanti che lo stima molto e, da qui, la chiamata alla Virtus. Il problema vero adesso è capire il progetto tecnico della squadra, molto chiaro in tutti i settori, ma non, ad esempio, in quello della regia. Per la prima volta dopo parecchi anni la Virtus si presenta ai nastri di partenza con un roster rinnovato quasi totalmente, pertanto sarà fondamentale trovare quella che, in questo periodo, è una delle parole più gettonate su tutti i giornali, in radio e televisione : la chimica. Quella cosa che non si vede ed è anche un pochino “magica”, quel quid in grado di trasformare 12 giocatori in una squadra vera. La chimica quindi che non è poi detto che la si trovi, visto che non si vende in nessun negozio, ad esempio lo scorso anno, il bravo Ramagli la cercò invano per tutta la stagione. Quella che dovrà permettere a 9 giovanotti dai 183 cm. di Taylor ai 213 di Berti, che si troveranno per la prima volta alla Porelli il 19 agosto, di trasformare 12 io in un solo noi.
Roba difficile e complicata se si pensa che nove di loro non si conoscono e non si saranno mai incontrati prima, se non qualcuno per scampoli di gioco su un parquet Molti di loro non sono mai stati in Italia, non parliamo di Bologna e men che meno alla Porelli. E’ evidente che in questa operazione lo staff tecnico avrà un’importanza fondamentale. Per questo motivo la Virtus, in quello che noi tutti definiamo un “anno 0” si è affidata a dei professionisti esperti e di grande carisma. Intanto il capo allenatore Stefano (Pino) Sacripanti, 18 anni di panchine in serie A, ha tutta l’esperienza necessaria per realizzare qualcosa di unico : forgiare una squadra praticamente da 0 con unità singole e non, come succede quasi sempre, con blocchi di giocatori che già hanno avviato, al loro interno, processi di conoscenza sul campo e fuori. Il vantaggio è che il coach ha attivamente partecipato alla costruzione del roster e ha potuto scegliere gli uomini che più si adattavano alla sua idea di basket. Ovviamente si è scelto un collaboratore che, come secondo, è un lusso. Giulio Griccioli senese, per 5 anni assistente allenatore alla Mens Sana, vanta 30 panchine in serie A da capo allenatore con l’Orlandina, pur di condividere il progetto della Virtus ha accettato una sua retrocessione personale e sarà quindi l’alter ego di Sacripanti. Poi nello staff ci sono i confermatissimi Christian Fedrigo, già assistente di Alessandro Ramagli e ancor prima di Giorgio Valli, di Luca Bechi e giù giù fino a Matteo Boniciolli, un uomo Virtus a tutto tondo che conosce l’ambiente delle Vnere come pochi, in grado di permettere ai “nuovi” un inserimento senza traumi. Infine il confermatissimo preparatore atletico Carlo Voltolini, l’uomo dei muscoli, che sarà il protagonista pressochè incontrastato del ritiro a Sestola, un professionista che in serie A tutti avrebbero voluto e, nello staff, l’unico ad aver vinto scudetti.