nella foto : Tony Taylor il nuovo play titolare della Segafredo.
Da oggi e per tre puntate, passiamo ad analizzare la Virtus che verrà dal 19 agosto, ruolo per ruolo, iniziando dal settore regia, il più importante e quello, in cui, vi sono meno certezze al momento attuale.
Il titolare del ruolo di play sarà Tony Taylor 183 cm. proveniente dal Banvit, Turchia. Compirà 28 anni giovedì prossimo, giocatore massiccio (87 kg.), molto esplosivo. Nell’ultima stagione in 28′ d’impiego ha superato gli 11 punti di media con quasi 4 assist. L’ultimo campionato ha portato la sua squadra al 5° posto con un record di 12 perse e 18 vinte e in Champions ha dovuto cedere nei quarti. Play maker moderno, capace di tenere in mano la squadra e dettarne i ritmi, buon realizzatore da fuori e in entrata, secondo fonti turche avrebbe un limite : quello di servire assist regolarmente, fondamentale che gli riesce molto bene, solo dopo aver “sistemato” il proprio score……, legittimo per un professionista ma è meglio se si rivelerà una cattiveria.
Dietro di lui nelle rotazioni ci sono tre giocatori Cournooh, vecchia conoscenza del nostro campionato, italiano a tutti gli effetti, sarebbe nato come guardia ma, durante la sua presentazione, a una precisa domanda su quali sono gli aspetti del gioco in cui deve migliorare, David ha detto che dovrà fare progressi nel play making, tradotto : Sacripanti lo utilizzerà sopratutto come alternativa a Taylor. Prevedibilmente dopo Cournooh toccherà al beniamino dei tifosi della Vnera, Alessandro Pajola, su cui in tanti ripongono grandissime speranze. Il ragazzo marchigiano nel campionato scorso ha impressionato per l’autorità e il carisma da veterano con cui è rimasto in campo. Lo staff tecnico della Virtus, tuttavia, dovrà valutare attentamente quali decisoni prendere sul suo futuro. Alessandro terminerà il prossimo torneo senza aver compiuto, beato lui, 20 anni. Ad oggi è, nella marcatura dei pari ruolo, il miglior difensore della Virtus, tuttavia ha un grosso handicap nell’attacco.
La riprova la si è avuta nell’ultimo europeo U20 in Germania. Anche con i pari età il suo gioco è di categoria superiore quando il pallone è in mano avversaria, balbettante quando, dovendo uscire da un gioco o uno schema, è costretto a prendere iniziative. Lo testimonia il suo tabellino, sempre deficitario per quanto riguarda i tiri. Il dilemma virtussino quindi è : che fare ? Trattenerlo e cercare di dargli più minuti possibili creando le situazioni perchè prenda più iniziative o mandarlo in una squadra in cui, sicuramente, possa avere 10-12 tiri a partita ? Un bel problema perchè la soluzione giusta può dare alle Vnere il play titolare italiano del 2020 ed oltre, ma sbagliare significa disperdere uno dei migliori talenti potenziali cresciuti in Virtus negli ultimi anni. Un fatto è certo, in serie A anche se sei un play, non puoi permetterti di non essere pericoloso in attacco, nell’ultimo campionato il solo Sodini, con Cantù al Paladozza, ha cercato di sfruttare questa lacuna, mandando a raddoppiare su Aradori, lasciando Pajola tutto solo sul lato debole. E’ ovvio che, notoriamente, in serie A nessuno regala nulla, pertanto la Virtus dovrà avere le contromosse adeguate. Il pregio maggiore del ragazzo di Ancona rischia di diventare anche il suo calvario : sapendo quanto possa limitare i suoi avversari anche più pericolosi, qualsaisi allenatore che incrocia la Virtus cercherà di sfruttare le sue debolezze per costringere Sacripanti a toglierlo.
L’arrivo di Alessandro Cappelletti si potrebbe anche leggere in questa chiave, della possibile partenza di Pajola verso altri lidi, ma prima il play umbro dovrà dare garanzie sull’idoneità sia cartacea che fisica, se tutto sarà a posto Pajola potrebbe partire per diventare un giocatore importante e completo fra un paio di stagioni. Per sfogliare la margherita ci sono ancora due settimane esatte, il tempo non manca.