Nella foto Serra/Virtus Pallacanestro, un’immagine beneaugurante per la nuova stagione : da sinistra Daniele Boscaro, presidente di Segafredo Zanetti SpA Italia, Marina Ronchi (ticketing/eventi), il Ds Marco Martelli, il vicepresidente Giuseppe Sermasi, il responsabile operativo Marco Patuelli quasi nascosto, l’Amministratore delegato Alessandro Dalla Salda, coach Pino Sacripanti e Alberto Mularoni dell’area commerciale/marketing, manca soltanto il Presidente Alberto Bucci.
Dopo un’estate intensa come poche in cui della Virtus dello scorso anno sono rimasti solo 4 interpreti, dopo trattative abbozzate, concluse, sfiorate e un fiume di parole, da domenica ritorna il basket giocato, torna il pallone e il parquet, la maglia bianco nera per cui gioire e qualche volta soffrire. Domenica 19 agosto alla 17.30 all’Arcoveggio si raduna la Virtus e i tifosi potranno finalmente abbracciare i “vecchi” e nuovi beniamini. In quest’ ultimo periodo è stata una corsa, da parte degli addetti ai lavori e no, a formulare ipotesi sul valore della nuova squadra. Per capirci facciamo un parallelismo con la Formula uno : attualmente la macchina Virtus dopo essere stata ideata, costruita e assemblata ha un motore che ha girato al banco e la carrozzeria nella galleria del vento. I dati sono buoni ma adesso si tratta di metterla in pista e farla provare ai piloti. Ho letto nelle ultime settimane giudizi e valutazioni che mi hanno fatto sorridere, riguardo il valore del roster, operazione non difficile ma impossibile in quanto il piazzamento finale della squadra non è assoluto ma relativo rispetto agli avversari. Per il momento la sola Milano, ovviamente fuori portata per tutti, ha completato l’organico, quest’anno, quasi a favorire la Virtus, le squadre di vertice hanno cambiato tantissimo e quindi, all’inizio, partiranno in molti alla pari. Inoltre non bisogna mai dimenticare che, esattamente come in Formula uno, il mercato aperto fino all’inizio dei play off, consente di modificare l’assetto e correggere gli errori strada facendo.
Negli ultimi anni c’è una Società, Trento, l’unica che ha saputo interpretare al meglio i regolamenti, per due anni la pattuglia di Buscaglia non ha centrato le final eight di coppa Italia ma ha disputato la finale scudetto, servendosi del girone d’andata come un lungo test fatto di 15 partite, per poi iniziare il campionato vero nel girone di ritorno.
Vediamo nei dettagli i pregi del roster virtussino e cerchiamo d’interpretare la filosofia che ne ha ispirato le scelte, premettendo che il budget a disposizione, considerando che la Virtus è la società italiana che spende di più per il vivaio, si pone subito alle spalle delle prime quattro classificate dell’ultimo torneo : a) i nuovi arrivati hanno tutti un’età media compresa tra i 27 e i 29 anni, sono quindi atleti nel pieno del loro rendimento ; b) nella stragrande maggioranza dei casi hanno disputato delle coppe europee e sono quindi abituati a gestirsi in funzione delle 3 partite la settimana ; c) hanno tutti un ruolo ben definito ; d) rispetto allo scorso anno sono aumentati considerevolmente, nella media, la statura e il peso ; e) sono giocatori di personalità ; f) sono professionisti ambiziosi che arrivano alle Vnere per cercare di migliorare il proprio palmares e ottenere risultati significativi. Ciò significa che ci sono tutte le premesse per fare un’ottima stagione, considerando che, come minimo, i bianconeri di oggi dovranno, rispetto a quelli di ieri, scendere in campo da 45 a 50 volte (invece delle 31 della passata stagione).