nella foto : Pino Sacripanti durante il raduno di ieri
Per la prima volta Pino Sacripanti ha parlato ai microfoni da capo allenatore della Virtus nella conferenza stampa di stamattina alla Palestra Porelli, per ingannare l’attesa mentre i suoi ragazzi effettuavano le visite mediche di rito prima di salire a Sestola.
Ha parlato col cuore in mano, il condottiero delle Vnere, e ha detto come sempre, cose non banali, toccando tutti i temi proposti dalle domande dei giornalisti presenti. Intanto gli si leggeva in volto la soddisfazione imprevista per il calore umano del raduno. Sembrava sincero e non ruffiano (lo ha esplicitamente detto), quando ha affermato che un’accoglienza simile non se l’aspettava e non l’aveva mai ricevuta. E’ stato in piazze importanti per il basket, Cantù “la sua Cantù” una piazza storica per questo sport, eppure il calore di ieri è stato unico. Ha raccontato anche le impressioni sulla città, certo Bologna la conosceva per il basket e altro ma, un conto viverla da turista, un altro camminare sotto i portici da allenatore della squadra più titolata della città Ha già fatto conoscenza con i tifosi dell’altra parrocchia che, dice lui, lo hanno riconosciuto e salutato. In Virtus ci dovrà essere qualcuno che gli spieghi il significato vero della rivalità tra le due sponde, per evitare brutte sorprese, non si sa mai. Sulla squadra ha detto cose abbastanza sorprendenti, riguardo la filosofia con cui è stata costruita. Ha fornito anche uno scoop interessante : la scelta di Taylor fatta in considerazione delle caratteristiche di Alessandro Pajola, anche su Baldi Rossi con M’baye a lui complementare, stesso discorso per Aradori con Martin. Indubbiamente un allenatore che abbia come obiettivo, di fronte ad una stagione simile, la valorizzazione dei prodotti del vivaio nostrano è musica per le orecchie dei tifosi e anche del management virtussino, presidente Bucci in testa.
La notizia è quindi che Sacripanti e la Virtus decidono di giocare forte sul diciottenne di Ancona, unico modo questo per non rovinare il ragazzo e non creare equivoci, se la Società decide di credere in Alessandro che ha grandissime doti, non soltanto fisiche e tecniche,e ha la freddezza e la prsonalità del veterano, lo deve fare nell’unico modo possibile, dandogli i minuti giusti, responsabilizzandolo e creandogli attorno un clima di fiducia da parte dei compagni, quindi la Virtus, squadra ambiziosa e con traguardio dovrà essere per Pajola la squadra in cui crescere.
Poi Sacripanti ha affrontato, da coach navigato ed esperto, l’aspetto dell’integrazione tra “vecchi” e nuovi e tra “stranieri” e italiani : non dovranno, ha detto il coach, esserci i classici due blocchi, gli stranieri da una parte e gli “indigeni” dall’altra, dovrà essere una grande famiglia, anche perchè, aggiungo io, non ci sono più motivazioni legate alla lingua, ormai i giocatori professionisti hanno un’unico idioma lo slang americano che consente loro di capirsi e integrarsi al volo. Ha anche fatto capire che i giocatori sono rimasti colpiti favorevolmente dalla manifestazione d’affetto del raduno e questo servirà al coach per motivarli ancora di più.
Su una precisa domanda ha trattato il tema “capitano” che tutti noi davamo per scontato sarebbe stato Pietro Aradori. Sacripanti ha detto invece che il capitano verrà scelto a pochi giorni dall’inizio del campionato perchè andranno valutate e soppesate le gerarchie che si verranno a stabilire all’interno dello spogliatoio durante il precampionato.
Per quanto riguarda la Coppa il coach, che con le sue squadre ne ha giocate tante, ritiene sia positivo disputarla perchè, specie all’inizio, giocando più partite, ti consente di trovare più velocemente gli errori e correggerli. In serata la Virtus, completata la trafila delle visite e accertamenti diagnostici sui giocatori, ha raggiunto Sestola dove ha svolto il primo allenamento col pallone.