HELLAS VERONA (4-3-3): Silvestri 6; Almici 6, Caracciolo 6, Marrone 6, Crescenzi 6,5 (84′ Balkovec s.v.); Henderson 7, Colombatto 6,5, Zaccagni 6,5 (65′ Dawidowicz 6); Matos 6, Pazzini 8, Laribi 7 (79′ Lee s.v.). A disp.: Ferrari, Tozzo, Eguelfi, Tupta, Gustafson, Kumbulla, Ragusa, Cissè, Calvano. All.: Grosso 7.
CARPI (4-4-1-1): Colombi 6,5; Pachonik 4, Suagher 6, Poli 6, Pezzi 6 (33′ Concas 6); Jelenic 6, Mbaye 6, Di Noia 5 (81′ Saric s.v.), Piscitella 5 (52′ Mokulu 5); Sabbione 4; Arrighini 4. A disp.: Pasotti, Colombo, Buongiorno, Frascatore, Giorico, Pasciuti, Wilmots, Piu, Vano. All.: Chezzi 4.
Arbitro: Manuel Volpi di Arezzo.
Ammoniti: Pachonik (C), Concas (C), Silvestri (HV), Matos (HV).
Espulsi: nessuno.
Recupero: 3′ p.t.; 3′ s.t.
TOP
Pazzini (Hellas Verona) 8: come si può questionare un attaccante che ha segnato 193 gol in carriera (108 dei quali in Serie A)? Dopo tante polemiche sul suo prestito invernale al Levante e un ritorno a Verona senza certezze, Grosso lancia Il Pazzo da titolare per la prima volta e i gol sono tre, accompagnati dai vulcanici boati di un Bentegodi che non ha tanti dubbi quando ha di fronte un giocatore di alto livello. Dal dischetto dimostra la consueta freddezza spiazzando per due volte Colombi. Poi ecco il 4-0, favorito da un errore di Poli, con una zampata di rapina. Partecipa con naturalezza alla manovra corale dell’Hellas e avrebbe altre tre occasioni chiare, ma Colombi gli chiude la porta con reattività. L’ultima tripletta risaliva al 1° settembre 2012, quando con la maglia del Milan affossò in trasferta un’altra squadra emiliana, il Bologna.
Laribi (Hellas Verona) 7: tra i migliori nell’ultima annata del Cesena in Serie B, l’ex Sassuolo gioca largo a sinistra e sblocca il risultato con un bellissimo destro a giro dal limite, a conclusione di un rapido triangolo con Henderson (assist di tacco dell’ex Celtic e Bari). Poco prima Colombi aveva fatto il miracolo su un tiro praticamente uguale. Trova gli spazi giusti e serve con la sua visione di gioco Crescenzi in occasione del primo rigore. Si concede il lusso di sbagliare di testa un gol abbastanza facile a difesa ferma. Nella ripresa abbassa un po’ il ritmo. Al 77′, poco prima di lasciare il posto a Lee e di prendersi tanti applausi, sfiora la doppietta con un tiro-cross che si spegne a pochi centimetri dall’incrocio dei pali.
Il centrocampo dell’Hellas Verona 7: un mix di fisicità e rapidità nelle giocate. Colombatto raramente perde la palla, mentre Zaccagni ed Henderson corrono tanto, contrastano da ogni parte e partecipano alla costruzione del gioco. Il colpo di tacco dello scozzese per il gol di Laribi è puro lusso.
Grosso (all. Hellas Verona) 7: in un pomeriggio perde Di Carmine per un acciacco e riscopre Pazzini, un giocatore che a 34 anni sarebbe titolare ovunque in Serie B e in mezza Serie A. Il Carpi è stato poca cosa (escludendo il palo di Piscitella e il gol subito sul 4-0, la difesa non ha avuto problemi gravi), però si sono visti progressi rispetto al pareggio interno per 1-1 contro il Padova che aveva fatto storcere il naso a tutti.
Colombi (Carpi) 6,5: prende quattro gol come nella prima trasferta a Foggia (questa volta sono due rigori e due su palla in movimento) ed evita che finisca in maniera tennistica. Già al 3′ deve volare su un colpo di testa di Pazzini. Si ripete su Laribi al 20′ (su una conclusione simile, ma con più effetto, non si ripeterà al 35′) e al 39′ e all’80’ para due volte su Pazzini sul primo palo. Per il resto la difesa fa acqua sulle fasce e per vie centrali.
Jelenic (Carpi) 6: ancora una volta è uno dei più propositivi. Quando può sfida Crescenzi, anche se quasi mai riesce a combinare con i compagni per fare giocate pericolose. Al 60′ prova a calciare in piena area e la palla trova addirittura la faccia di Crescenzi. Batte la punizione da cui nasce il gol della bandiera di Poli, propiziato da una sponda sul palo lontano di Concas.
Poli (Carpi) 6: era al debutto stagionale ed è stato sfortunato nell’assist fornito a Pazzini per il 4-0, arrivato nel tentativo di allontanare un cross di Almici. Il gol del 4-1, su sponda di testa di Concas, è il decimo con la maglia del Carpi (quinto in B). Si spera che gli dia la giusta forza per guidare i compagni in questa risalita.
FLOP
Pachonik (Carpi) 4: due trasferte da incubo. A Foggia è stato nullo nelle marcature sui calci da fermo, a Verona è stato umiliato dalla qualità di Laribi. Al 44′ legge con troppa lentezza un passaggio dell’italo-tunisino per Crescenzi e commette un fallo da rigore evitabile e ingenuo. Lascia troppo solo Jelenic e l’unico cross in attacco porta al palo di Piscitella..
Arrighini (Carpi) 4: contro Cittadella e Verona, schierata da prima punta solitaria, non ha mai tirato in porta. A Cittadella giocava e poteva fare la differenza con un partner di fisico (Kouamè o Strizzolo) e un trequartista puro (Chiaretti o Schenetti). Finora a Carpi il trequartista lo fa Sabbione e Mokulu, se non è al top, può almeno affiancarlo dalla panchina. Non incide e forse le colpe non sono soltanto sue.
Sabbione (Carpi) 4: come Pachonik, giornata molto negativa. Inesistente da trequartista e, purtroppo, vulnerabile da terzino sinistro dopo l’uscita per infortunio di Pezzi. Il Verona, quando vuole, insiste anche dalle sue parti. Matos lo salta nettamente e viene atterrato in occasione del rigore del 3-0. Al 63′ cerca la sorpresa con un tiro da fuori parato in corner da Silvestri. Nel 4-0 non ci arriva, insieme a Concas, sul filtrante di Henderson per Almici.
Chezzi (all. Carpi) 4: per la seconda trasferta di fila il Carpi prende quattro gol e mostra enormi problemi in tutti i reparti. Non si può sempre regalare il primo tempo e iniziare a giocare solo quando si prendono gli schiaffi. È vero che se Piscitella faceva il 2-1 al 51′ si riapriva tutto, però la reazione si è spenta immediatamente ed è pure arrivato il rigore del 3-0. Il Verona sulla carta è superiore al Cittadella, ma non si può andare al Bentegodi senza un minimo di idee, qualità e fantasia per provare a contrastare i pregi dei veronesi. La sua mano non si vede se Sabbione gioca ancora da trequartista.
Piscitella (Carpi) 5: dopo essere entrato dalla panchina con un buon passo contro Foggia e Cittadella, Chezzi gli dà una possibilità da titolare e l’ex Roma non la sfrutta come ci si aspettava. Non ha mai la possibilità (o non le cerca) di puntare Almici e di fare giocate disequilibranti. Al 51′, inserendosi in area su un cross basso di Pachonik, incrocia col destro e Silvestri si salva grazie al palo. La sua partita finisce al 53′ quando lascia il posto a Mokulu per passare al 4-4-2.
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