L’uomo della storia è tornato. Fabrizio Castori raccoglie l’eredità di Marcello Chezzi, dimissionario nella giornata di ieri, e torna a sedersi sulla panchina del Carpi per la terza volta dall’estate del 2014. Il 12 giugno questa grande storia si chiuse con una cordiale stretta di mano dopo la Finale di ritorno dei Play-off persa al Vigorito contro il Benevento. Oggi il mister marchigiano è stato presentato in conferenza stampa e alle 15:30 dirigerà il suo primo allenamento. A introdurre la presentazione c’era il d.g. Stefano Stefanelli che ha parlato anche dell’addio di Chezzi.
. Stefano Stefanelli, direttore generale del Carpi.
“Dopo i fatti di ieri, la società ha pensato a mister Castori. Siamo contenti di averlo qui. Con la voglia di un ragazzino, mi ha colpito il suo interesse per tornare a Carpi come se qui non avesse fatto nulla. Bortolas resta nello staff tecnico. Perché è andato via Chezzi? Prima di tutto ringrazio Marcello Chezzi perchè ha lavorato con professionalità e dedizione. Tutto è figlio di un malessere portato dal mister da tempo. Quando l’abbiamo saputo ci è dispiaciuto, ma ne abbiamo preso atto. Il mister si è preso le responsabilità, ma ne prendo pure io perché gli ho fatto la squadra. Non ha vissuto un buon momento e ha deciso di andare via. Ora guardiamo avanti”.
. Fabrizio Castori, allenatore del Carpi.
“È un piacere essere qui. Mi dispiace per Chezzi, è un collega del quale mi avevano parlato molto bene. Come è nato il tuo ritorno a Carpi? Mi ha chiamato il presidente verso l’ora di pranzo. Alle 17:00 abbiamo fatto una chiacchierata in azienda e chiuso l’accordo. Conosco questa realtà, mi trovo bene, è seria e ha fatto ottime cose in tutti questi anni. Ci sono i requisiti per recuperare in classifica perchè questa non può essere la classifica del Carpi. Non mi sono posto dubbi sul passato, ma so come lavorare qui. Come hai visto da fuori il Carpi e cosa speri di ridargli? Da fuori ho visto una squadra spenta sotto il punto di vista emotivo. Dobbiamo dare battaglia, aggredire e giocare in velocità. I risultati hanno pagato, il nostro è sempre stato un calcio di provincia e noi sappiamo esprimerlo. Devo ancora conoscere la squadra, ma prima di tutto bisogna trovare fiducia e autostima. Il mio commercialista mi diceva che la soluzione del problema è dentro il problema. C’è tempo per recuperare e partiamo con nuovo entusiasmo. Quando eri al Cesena hai ricevuto una bellissima accoglienza a Carpi. Quel giorno dissi che era un premio alla carriera l’affetto che mi diedero i tifosi del Carpi in quella partita. Come hai vissuto il fallimento del Cesena? Male, c’è tanto dispiacere per una realtà come Cesena che sparisce dal calcio che conta. Ci sono state perdite economiche e personalemente avevo un contratto di due anni. Con me il Cesena è arrivato nono e prima era ultimo, quindi eravamo vicini ai Play-off. Cosa serve tatticamente? Serve una squadra corta, così troviamo velocità e aggressività. Valuterò bene la condizione dei giocatori. Ora voglio che i ragazzi recuperino lo spirito del Carpi. Ci sono delle novità nello staff. Quando sono venuto la società mi diede il suo staff. Ne ho creato uno ma poi un mio preparatore è andato al Benevento e uno al Bari. Mio figlio sarà l’analista dei match e Bocchini è il mio secondo storico. Sono persone valide che possono ben integrarsi con qui già lavara qui. Quanto conta la partita contro il Brescia? Alla quarta giornata non può essere decisiva. Sono sempre abituato a pensare alla mia squadra”.
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