Ieri mattina, nell’Auditorium della Biblioteca Arturo Loria, si è tenuto un incontro aperto alla cittadinanza, “Lo sport come valore sociale”, parte del progetto “Carpi città dello sport”. Il Sindaco Alberto Bellelli, affiancato tra gli altri dal Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, ha tracciato un bilancio delle attività sportive e degli investimenti che coinvolgono Carpi, guardando al 2019 quando la città ospiterà una tappa del Giro d’Italia (22 maggio). Ha moderato la conferenza Roberto Ghiretti, Presidente di SG Plus, e sono intervenuti anche Guido Martinelli, presidente dello Studio Martinelli Rogolino e Nilo Diacci, presidente Consulta e Sport e Benessere Carpi. Tra gli ospiti c’erano l’Amministratore Delegato del CONI Alberto Miglietta e tre ex sportivi: Andrea Zorzi, pallavolista 2 volte campione del mondo e 3 volte campione europeo con l’Italia della Generazione di Fenomeni; Maurizio Damilano, campione olimpico a Mosca 1980 ed europeo nella marcia di 20 km; e Davide Cassani, commissario tecnico della Nazionale italiana di ciclismo.
Ecco alcune delle dichiarazioni rilasciate dagli ospiti dell’evento.
. Alberto Bellelli, Sindaco di Carpi.
“Lo sport a Carpi è condivisione con le organizzazioni sportive e lavoro insieme alla consulta cittadina dello sport, con la quale decidiamo insieme gli investimenti e cosa approfondire. Ci siamo proposti di offrire impianti sicuri e a misura di cittadino, come la moderna piscina comunale, e programmi a favore dell’attività sportiva: per esempio ‘Muoviti, muoviti!’ per i bambini delle scuole primarie e ‘Social Sport’, un fondo grazie al quale abbiamo permesso a 200 ragazzi di non abbandonare lo sport”.
. Stefano Bonaccini, Presidente Regione Emilia-Romagna.
“Ci tenevo a venire a questo evento. L’Emilia-Romagna è la regione in Italia che investe di più sullo sport, grazie al contributo di società sportive professionistiche e dilettanti. Lo sport ha un valore sociale straordinario. L’educazione sportiva deve partire dalle scuole. Ci sono poche ore di educazione fisica, una materia non centrale che dovrebbe esserlo perché propone valori imprescindibili e permette ai giovani di stare insieme e di muoversi. Serve avere cura della propria salute non solo con la medicina, ma anche praticando sport, come fanno per esempio anche tante persone anziane. Senza gli impianti non si valorizza al meglio lo sport. In accordo con il CONI e l’UISP sono stati stanziati due milioni di euero per permettere a 120 comuni della regione, in un paio di anni, di adeguare i loro impianti. Lo sport è anche un’attrazione turistica. Carpi ha una delle tre piazze più grandi d’Italia. Il Museo Ferrari è stato visitato da mezzo milione di persone. Ci sono tante eccellenze in questo territorio. Nel prossimo Giro d’Italia ci saranno cinque tappe in Emilia-Romagna e una partirà anche da Carpi. Inoltre, sempre nel 2019, l’Italia ospiterà l’Europeo Under 21 che vedrà protagonista la Via Emilia comprendendo città come Reggio Emilia, Bologna, Cesena e la Repubblica di San Marino. Per questo evento stiamo contattando Federico Buffa, un grande narratore di sport, per fare degli eventi che possano raccontare il territorio, le sue storie e i suoi punti di riferimento, come per esempio la famiglia Panini”.
Alberto Miglietta, Amministratore Delegato CONI Servizi.
“Porto i saluti del presidente del CONI Malagò. Ho visto una città come Carpi incredibilmente in movimento. Nello sport, come in tanti altri ambiti come cultura, architettura e cibo, ci sono eccellenze che diventano un esempio. A Carpi c’è un campione di nuoto come Gregorio Paltrinieri, che ci ha fatto sognare negli ultimi anni. Poi ci sono le persone normali che fanno sport per passione, e bisogna analizzare le loro necessità. Entrambi devono avere il coraggio di mettersi in gioco. Manca spesso la fiducia negli impianti, nelle federazioni sportive, nel comitato olimpico. Il cittadino deve avere fiducia in ciò che viene fatto, anche se bisogna prendersi dei rischi. Le recenti olimpiadi giovanili di Buenos Aires hanno piazzato l’Italia al quarto posto nello sport giovanile dietro Russia, Giappone e Cina. Inoltre siamo, in generale a livello olimpico, tra le prime dieci potenze del mondo”.
. Andrea Zorzi, campione mondiale di volley.
“Io ho cominciato a giocare a pallavolo a 16 anni. Era un po’ tardi, ero molto scarso ma direi che l’altezza e le mani hanno contato nella scelta. Dopo il ritiro c’è il rischio di vivere di nostagia, pensando al passato. Nel 2010 ho girato per due mesi l’Italia con un camper che mi ero comprato venti anni fa grazie al premio che ci diede la Federazione dopo un Europeo vinto in Svezia nel 1989. Con questo tour chiamato ‘Tracce di sport’ ho visto come è lo sport nel nostro paese. Si dice che manca cultura sportiva e spesso è per colpa, non sempre diretta, delle scuole, che non danno grande attenzione all’educazione fisica. A volte sono gli impianti che non sono in regola e questo fa rabbia perché sono i comuni che devono occuparsi di dare spazi idonei per tutti. Bisogna saper unire sport e cultura. Io, per esempio, da qualche anno sono un attore di teatro”.
. Davide Cassani, c.t. della Nazionale italiana di ciclismo.
“Lo sport è uno strumento straordinario per stabilire relazioni. Sono un ex professionista, ma resto uno sportivo a tutti gli effetti partecipando anche a qualche maratona. Faccio parte di una regione dove il turismo, compreso quello sportivo, è una grande fonte di attrazione di pubblico. Mio padre era un ciclista e da piccolo mi portò a vedere un mondiale di ciclismo a Imola nel 1968. Mi diedero grandi emozioni l’impegno degli atleti, i colori delle maglie e decisi che pure io volevo fare il ciclista. Fino a quattordici anni giocavo a calcio e ho imparato a giocare di squadra. Lo sport è movimento, dobbiamo insegnarlo ai nostri figli camminando o andando in bicicletta, anche nella vita di tutti i giorni per andare a scuola. Lo sport è una scuola di vita e insegna regole: non fumo e non bevo perché voglio stare bene per fare ciclismo o marcia. La medaglia è un premio, ma deve inculcare nelle menti dei giovani un ideale perché non bisogna abbattersi e abbandonare uno sport se non si vince. Perché lo sport, prima di tutto, insegna”.
. Maurizio Damilano, campione olimpico e mondiale di marcia.
“Dopo il mio ritiro, circa venti anni fa ho deciso con mio fratello Giorgio di dare continuità alla nostra passione attraverso il fitwalking. Da un anno porto avanti un programma della federazione di atletica, che conta circa 300 mila tesserati, ma ci sono oltre quattro milioni di italiani che bisogna avvicinare all’atletica leggera. Stiamo lavorando per avere città di corsa e camminata, come se fossero palestre a cielo aperto”.
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