nella foto Ceretti/Ciamillo Castoria per Virtus Pallacanestro : Dejan Kravic, nella sconfitta, la nota positiva della Virtus.
La Virtus che non ti aspetti, dopo un filotto di vittorie in casa e fuori (coppa), la squadra di Sacripanti ritorna a vedere alcuni fantasmi che sembrava avere scacciato. Alcuni bianconeri sono entrati sul parquet dell’Adriatic Arena con la convinzione di essere più forti degli avversari, atteggiamento già emerso nella gara interna con Cremona. Qualcuno dall’interno della Virtus dovrà spiegare al duo Taylor Punter alcune caratteristiche della nostra Lega. In primo luogo il problema dei falli che era già emerso in settembre nel pre campionato, in cui Taylor lasciava puntualmente la squadra senza il suo apporto negli ultimi 5 minuti. L’adattamento agli arbitraggi italiani è l’aspetto più difficile da sistemare, com’è noto in Lega A i giocatori giocano uno sport e gli arbitri ne fischiano un altro, già da parecchi anni la classe arbitrale ha tradito lo spirito e la filosofia del gioco così come scritto nel regolamento tecnico. Gli allenatori lo sanno benissimo ma non possono farci nulla, a ciò si aggiunga la pochezza caratteriale di molti di loro che li fa essere forti coi deboli e deboli coi forti. Per venire al tema se volete capire riguardatevi la gara di Pesaro : il 1° e 3° fallo di Taylor sono fischiate demenziali, a Punter viene fischiato un tecnico perchè allarga le braccia ma, dopo pochi minuti, Mccree ha una reazione ben più evidente senza nessuna sanzione, se non temessi di annoiare potrei scrivere un’enciclopedia. Come possa un coach spiegare a dei giocatori professionisti che gli arbitri in Italia cambiano metro arbitrale non solo da una partita all’altra ma, addirittura, all’interno della stessa gara, è un mistero, non vorrei essere al posto di Sacripanti.
Il problema arbitrale tuttavia non deve essere un alibi, la Virtus ha grosse colpe sulla sconfitta, è riaffiorato un difetto già manifestato in altre sconfitte, i bianconeri erano superiori al rimbalzo e alla fine hanno perso la lotta dei tabelloni 43 a 38, tiri affrettati e fuori equilibrio, giochi non terminati e sopratutto un nervosismo inspiegabile che erodeva la pazienza e annebbiava le idee.
Intendiamoci dall’altra parte c’era una squadra in salute, con un quintetto iniziale molto tosto, in cui tutti aspettavano l’esplosività degli esterni ma sotto canestro Mockevicius è stato una sorpresa e un fattore determinante, nonostante abbia trovato a contrastarlo il miglior Kravic d’annata, 22 punti-10 rimbalzi- 3 stoppate, il suo tabellino, per un centro che esce dalla panchina tanta roba. A questo punto i bianconeri avranno alcuni giorni per riordinare le idee, non so se sia positiva la sosta in questo momento se non per recuperare completamente Martin e Qvale.
Dopo una sconfitta come quella di Pesaro tornare in campo dopo 3 giorni avrebbe significato rimuovere subito le scorie della delusione che, inevitabilmente, restano dopo una sconfitta imprevista.
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