nella foto Ceretti/Ciamillo Castoria per Virtus Pallacanestro : Alessandro Ramagli capo allenatore dell’OriOra Pistoia ed ex allenatore della Virtus
Domenica al PalaCarrara non sarà per molti una partita come le altre, sopratutto per Lui, Alessandro Ramagli, per due stagioni alla Virtus ma due anni non certo banali per le sorti della Vnera.
Alessandro fu chiamato da Bucci al capezzale di una Società in fin di vita e non solo lA guarì ma le restituì una dignità che, in 365 giorni, nessuno avrebbe potuto nemmeno immaginare. Quando il Presidente lo mise sotto contratto le “regole d’ingaggio”, come lui amava definirle, furono chiare : dobbiamo mantenere la categoria e far crescere contemporaneamente i giovani del vivaio, i vari Penna, Oxilia, Petrovic, Pajola. Ancora in precampionato la caviglia di N’Doja fece crack, pareva una cosa da nulla e l’ha riavuto a marzo. Ricordo ancora in Sala Borsa, a una delle presentazioni più tristi della storia bianco nera, non c’erano più di 100 persone, le sue parole “tutti sappiamo la storia e il blasone della Virtus ma dobbiamo ricordarci che, anche se la maglia è la stessa, dietro non ci sono più i cognomi di un tempo, i vari Brumanonti, Danilovic ecc ecc non ci sono più, i tifosi debbono avere pazienza”. Zanetti e la Segafredo erano ancora lontani in quel momento e il futuro incertissimo. Poi sappiamo tutti com’è andata e come, da quella sera a Trieste, la Virtus abbia avuto di nuovo una dignità morale. Nel frattempo, in questi due anni, in tanti hanno imparato ad amare questo livornese schietto e apparentemente burbero, capace di gelarti con delle battute fulminanti, tipo quella che il lunedì fanno tredici tutti, ma uno dei coach più razionali e pacati in sala stampa anche dopo le parite più infuocate. Di lui ho ancora il ricordo dell’ultima volta che l’ho visto dal vero : in sala stampa a Reggio Emilia il 9 maggio dopo la gara con la Grissin Bon. Dei due coach l’unico che non pianse fu lui che aveva perso e si era visto soffiare, all’ultimo, i play off. Era emozionato certo ma disse : “ho la coscienza a posto perchè noi abbiamo preso la maglia della Virtus al gabinetto e l’abbiamo riportata nell’elite del basket Italiano”. Vorrei ricordare che quella Virtus era una squadra “inallenabile” e l’hanno dichiarato fior di allenatori, ed è ormai altrettanto noto che, certe scelte in fatto di giocatori, fossero state fatte contro la sua volontà e che Alessandro Ramagli, i primi giorni di luglio, era pronto a dimettersi. Tuttavia da buon coach “superaziendalista” ha chinato la testa, rimboccato le maniche e si è rimesso a lavorare. Quando la famosa telenovela del “4” era arrivata a sfinire tutti, ad una precisa domanda disse “io alleno quelli che la Virtus mi da”. In fondo con quelli che la Virtus gli ha dato e i centomila infortuni conquistò le final eight e mancò i playoff perchè per la legge di Murphy e gli dei del basket la tripla di Austin Daye carpiata e rovesciata entrò. Adesso in alcune interviste non ha fatto mistero di essere rimasto un “amico” della Virtus e che la Vnera sia rimasta in un pezzetto del suo cuore. Lo scorso campionato ricevette molte critiche la più ingiusta delle quali, quella di non essere un allenatore all’altezza della serie A, sta puntualmente smentendo con la sua Pistoia che ha appena una vittoria in meno delle Vnere e al PalaCarrara, in teoria, domenica sera potrebbe raggiungerla.
Vanoli Cremona – Virtus Segafredo Bologna 91 – 78
aprile 1, 2018