nella foto : lo striscione dei Forever Boys eloquente più di mille parole
Salvo cataclismi impensabili nei vari incroci tra le concorrenti dirette, la Virtus non andrà alle final eight di Firenze anche dovesse vincere con Brescia e Varese. Uno dei tre obiettivi della Società per questa stagione non verrà quindi centrato. In sè non è un dramma perchè ci sono squadre, la stesso Trento insegna, che da anni non vanno alle final eight e disputano fior di campionati. Tuttavia quella di Firenze è anche una vetrina per tutti, anche gli sponsor, e da questo punto di vista, una Società ambiziosa e alla ricerca di aumentare il proprio fatturato non avrà un ritorno positivo. Inoltre è un primo inevitabile confronto col recente passato, la Virtus targata Ramagli e Trovato centrò l’obiettivo addirittura da sesta e, alla vigilia di questo torneo, si disse che quella squadra era meno forte di questa. Probabilmente è anche vero ma la Dirigenza Virtus di allora fu colpevole nel non ingaggiare per tempo il famoso “4” così come questa nel non sostituire in novembre Martin e Qvale.
La maggior parte dei commentatori, compreso chi scrive, avevano messo in guardia la Società dal non commettere l’errore di non sostituire i due USA. In modo assolutamente colpevole chi doveva decidere è stato con le mani in mano a guardare il correre degli eventi. C’è stato un balletto incomprensibile sui tempi di recupero di Martin e sulla diagnosi di Qvale. Detto fuori dai denti : se Kelvin Martin il 4 novembre a Venezia si procura un danno al flessore della coscia(il muscolo più importante per un cestista) e dopo alcuni giorni un bollettino della Società dichiara che dovrà essere sottoposto ad una seconda ecografia perchè nella prima “l’esteso versamento impedisce una diagnosi corretta”, significa che la lesione di 2° grado (in tempi andati si sarebbe definita uno strappo) interessa una zona molto vasta e, solitamente, in casi come questo il giocatore deve stare fermo 60 gg. e rieducare, quindi in piena efficienza tornerà dopo circa 3 mesi, a questo punto l’azione più logica sarebbe stata sostituirlo con un giocatore che, all’evenienza, tornato Martin, poteva essere utilizzato in alternativa a lui o ad altri.
Se Brian Qvale ha veramente un’ernia discale, come i sussurri dei portici e non solo, dicono, c’erano due possibilità : veniva fermato e sostituito con un giocatore a spot, curato e possibilmente guarito, rimesso in campo da sano, situazione in cui ha dato ampie prove di essere il centro giusto per questa Virtus. Non è stato fatto nulla di ciò e ieri la Segafredo squadra ambiziosa secondo le dichiarazioni dei suoi dirigenti, si è presentata a un appuntamento decisivo della stagione con Taylor, Punter, M’Baye, Kravic, Berti, Venturoli e Cappelletti completamente sani, con Baldi Rossi, Pajola e Cournooh acciaccati, del tutto priva di Martin, Qvale e Aradori. Tutto ciò non spiega le 6 palle perse per una squadra che ne perde 9 a gara, il 9 su 21 ai liberi in totale, il 27% in totale dal campo nel 1° quarto, il -20 del 2° quarto, perchè, semmai, viste le assenze, sarebbe stata prevedibile e giustificabile una mancanza di energia agli ultimi minuti.
La frustrazione per la sconfitta aumenta in considerazione del fatto che Trento non è sembrata quella delle finali scudetto : superiore alla Virtus di ieri nella fisicità sotto canestro ma con mani ancor più fredde della Virtus, con Craft a 9 punti e soli 3 assist (merito anche del lavoro difensivo bolognese), la squadra di Buscaglia è apparsa battibile per una Vnera al completo.
Nel campionato di serie A, dilaniato e tormentato da problemi economici che interessano diverse realtà, i due estremi di comportamento vanno da quello di Torino che ha utilizzato già tutti i visti a disposizione a quello della Virtus che non ha cambiato nulla. Penso che in un mondo come quello della serie A siano da censurare entrambi i comportamenti : Torino non riesce a creare un gruppo e un’identità di squadra, la Virtus rischia seriamente di compromettere il grandissimo lavoro estivo nell’approntare un roster che, molti allenatori di serie A, hanno definito di grandi prospettive.
La sconfitta di Trento potrà essere di quelle salutari se a questa seguirà, da parte della Società, una presa d’atto degli errori commessi e uno stimolo finalmente a prendere decisioni per il futuro.
PER LA VIRTUS DOMANI CON PESARO SFIDA DELICATA
dicembre 29, 2020