Simone Colombi, portiere del Carpi, ha parlato questo pomeriggio in conferenza stampa per analizzare il campionato, la prossima partita in casa contro l’Hellas Verona e il momento della squadra, battuta nelle prime due giornate di ritorno di Serie B da Foggia (0-2 al Cabassi) e Cittadella (3-1 al Tombolato). Nella sfida in Veneto Simo è stato il sesto portiere nella storia del Carpi a raggiungere quota 100 presenza con la maglia biancorossa.
A Cittadella hai raggiunto la centesima presenza con la maglia del Carpi, diventando il sesto nella storia del club a 27 anni di distanza da Oriano Boschin. Cosa significa per te questo traguardo?
“È un motivo d’orgoglio, sono contento di festeggiarle perchè è un traguardo importante. Non sapevo di essere il sesto portiere ad arrivare a cento presenze e che l’ultimo ci era arrivato 27 anni fa, quando stavo nascendo (ride, n.d.r.). Peccato solo per la sconfitta, però personalmente è un traguardo da mettere da parte perchè serve fare punti con la squadra”.
Come prosegue l’ambientamento dei nuovi arrivati?
“Ad ogni sessione di mercato invernale si cambiano tanti giocatori e da noi sono arrivati 5-6 ragazzi che possono darci una mano per migliorare. Io sono tra i più vecchi in squadra e dobbiamo far capire a loro lo spirito del Carpi e cosa significa indossare questa maglia. C’è meno tempo per l’ambientamento perchè abbiamo l’esigenza di fare punti, mente l’anno scorso eravamo a metà classifica e l’ambientamento poteva essere più semplice”.
A Cittadella il Carpi è stato preso a pallonate, soprattutto nel secondo tempo, e ha mostrato tutte le sue fragilità. Come ti spieghi il crollo difensivo di questa stagione?
“Abbiamo concesso spesso gol facili agli avversari e non possiamo permetterceli nella nostra situazione. Il primo a Cittadella è stato troppo semplice per loro, è partito da una rimessa laterale a centrocampo in cui ci siamo fatti sorprendere. Ci sono stati troppi errori in tante partite e regalando gol così è più difficile uscirne fuori. La nostra mentalità è quella di vincere ogni partita, come volevamo fare anche a Cittadella. Storicamente abbiamo avuto una delle migliori difese del campionato e non è bello essere la peggiore, come a me non piace essere il portiere più battuto. Serve comunque avere ottimismo e restare positivi perchè qualche giorno fa contro il Foggia, pur perdendo, siamo arrivati 3-4 davanti alla porta. In altre gare abbiamo dimostrato che possiamo fare bene e vincere. Conta più di ogni altra cosa l’atteggiamento giusto: se manca, possiamo perdere giocando con 8 attaccanti o con 8 difensori”.
L’Hellas Verona è una delle big del campionato, ma non viene da un gran momento dato che ha perso 3-0 contro il Padova e ha pareggiato in casa per 2-2 contro il Cosenza. Quanto sarebbe importante per il Carpi vincere in casa per svoltare definitivamente come successe un anno fa contro il Parma?
“Noi dobbiamo pensare a fare punti perchè ne abbiamo bisogno. Come nella partita di un anno fa contro il Parma, dobbiamo dimostrare che ci siamo, possiamo competere con tutti e non siamo morti. Il Verona è una squadra molto forte, anche se non viene da un gran momento ed è stato contestato dopo l’ultimo pareggio in casa contro il Cosenza. Dobbiamo mettere in evidenza i loro difetti quando si presenteranno. Sicuramente verranno qui arrabbiati, ma dobbiamo avere maggiori motivazioni per dare un messaggio a noi stessi. Negli anni abbiamo sempre saputo soffrire e anche in questo campionato vogliamo superare le difficoltà per smentire chi ci dà per morti e farli ricredere”.
Tornando alle tue cento presenze, hai una lista di partite speciali che ti piace ricordare?
“Ce ne sono tante… Quest’anno ricordo i pareggi contro Crotone e Venezia, oppure l’anno scorso le vittorie contro Spezia e Crotone. Sono quelle che più mi ricordo, soprattutto perchè hanno portato punti anche con le mie parate”.
Dopo cinque anni sei diventato carpigiano d’adozione. Pensavi di poter fare cento presenze?
“Sì, ormai io e la mia famiglia ci sentiamo carpigiani, specialmente perchè mia figlia è nata qui. Non pensavo di fare cento presenze a Carpi quando sono arrivato nel gennaio 2014. In quel periodo ero in prestito dall’Atalanta e avevo il rischio di cambiare squadra ogni sei mesi. Quando sono tornato in Serie A si parlò con il Cagliari di un riscatto che fu applicato”.
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