nella foto Ceretti/Ciamillo Castoria per Virtus Pallacanestro : coach Djordievic e Tony Taylor abbraccio tra grandi play maker del passato e del presente.
La Virtus con gli strascichi della vittoria su Pesaro deve già guardare avanti per affrontare dieci giorni decisivi per la propria stagione : Nanterre fuori, Sassari anch’essa in trasferta e il ritorno con i francesi al Paladozza, dopo queste tre gare le Vnere potranno sapere se la loro annata potrà già essere considerata positiva. La conquista dell’accesso alle final four di BCL ed una eventuale vittoria al Palaserradimigni potrebbero significare avere raggiunto gli altri due obiettivi stagionali amncanti. E’ vero che dopo il Banco Sardegna ci saranno altre 6 partite ma, classifica e calendario alla mano, le Vnere farebbero un notevole passo avanti : Pistoia, Brindisi, Trento e Varese in casa, Brescia e Reggio Emilia fuori, ognuno può farsi un’idea su quante la Virtus ne potrà vincere ma, in caso di successo a Sassari, il vantaggio sull’8° posto sarebbe di 4 punti.
L’unica vera incognita che la partita con Pesaro ha lasciato in dote riguarda le condizioni di Martin, tutti hanno toccato con mano nei 2 mesi e mezzo di assenza, quanto sia importante Kelvin per questa squadra. Le partite migliori delle Vnere hanno spesso coinciso con le sue prestazioni al top. In una squadra che non ha certo nella difesa la dote migliore, l’energia, la carica e la fisicità del giocatore ex Cremona sono indispensabili. Dalle parole e sopratutto dallo sguardo di Djordievic in sala stampa quando gli è stato chiesto del n.1 temo che il problema muscolare non sarà semplice e breve da risolvere : anche perchè segue il periodo che sappiamo e si proietta sul finale di una stagione con impegni sempre più pressanti e sopratutto ravvicinati.
Il coach serbo si è anche lamentato dell’arbitraggio (come sparare sulla Croce Rossa) e delle palle perse, vero, la Virtus in controtendenza che di solito perde 11 palloni contro Pesaro arriva a 17 però, siccome nel basket c’è una spiegazione a tutto, se io ho due uomini che palleggiano per costruirsi un tiro oppure chiedo, giustamente, che tutti e 5 si passino la palla è evidente, nel secondo caso, che il rischio di palle perse aumenta.
Senza Martin l’energia difensiva la dovranno dare altri e sopratutto l’organizzazione di squadra, contro Pesaro sono stati fatti passi avanti nella difesa sui pick and roll centrali, messi in croce all’andata da Mockevicius, la reattività è comunque aumentata e l’applicazione in generale anche. Ho letto giudizi molto severi sulla prova della Virtu, qualcuno dimentica che Pesaro, a livello del primo quintetto, è una signora squadra e, avesse una panchina appena più profonda, potrebbe ambire ai play off. Perfino Boniciolli, di solito molto battagliero a fine gara, ha esordito nella sua conferenza con un “noi siamo questi” molto eloquente, adesso con Lyons ad aumentare le rotazioni la situazione potrebbe migliorare ma il Newyorkese dovrà imparare a calmare i bollenti spiriti perchè gli arbitri italiani la cosa che sanno fare meglio è fischiare i tecnici.
Oltre alle ottime prove degli interpreti che Djordievic ha messo in campo, la gara con Pesaro ha mostrato ancora qualcosa in più dell’ “universo Chalmers”, Mario gioca ancora coi pedalini per non sporcare il parquet, la sua condizione fisica è ben lontana dall’ottimale, tuttavia mostra ad ogni uscita sprazzi di ciò che potrà dare alla Virtus. A parte i consigli e il sostegno a Taylor, documentati dalla famosa foto di Torino che impazza sul web, Mario sta dando a tutti una grande lezione condensabile in “umiltà e semplicità”. Entra in punta di piedi, subito prende uno sfondo ineccepibile, vede un’autostrada dove gli altri non vedono che un vicolo e va a depositare un canestro in entrata, mette un tiro da 4 metri, scarta un cioccolatino per Kravic che si mangia lo schiaccione contro il ferro, rientra e si becca un altro sfondo poi, marcato dal carneade Monaldi (assurto agli onori delle cronache di Eurosport per aver addirittura messo una tripla contro la Virtus all’andata) fa la cosa più semplice : si mette spalle a canestro in post basso e si sbraccia più volte per avere la palla, ahimè invano. Credo quindi che non sia tanto lui a dover capire il basket nostrano ma la Virtus a capire lui. Gli osservatori più attenti avranno notato la crescita di Tony Taylor nell’ultimo mese, il play ha ricevuto da Djordievic una nuova investitura ed è sempre più l’uomo squadra, inoltre giocare ogni allenamento contro uno che ha vinto due titoli Nba farebbe migliorare chiunque.