nella foto Ceretti/Ciamillo Castoria per Virtus pallacanestro : Aleksandar Djordievic coach della Virtus Segafredo Bologna, vincendo domani contro Tenerife conquisterebbe il primo trofeo continentale dopo 10 anni per le Vnere.
Non era facile ma fin qui c’è riuscito. Aleksandar Djordievic da due mesi allenatore della Virtus dopo la sconfitta in campionato con Brescia si è ritrovato con una squadra in cui l’autostima e l’ottimismo erano ai minimi termini. La pressochè certa esclusione dai play off, la Coppa Italia svanita contro Cremona, le tre sconfitte consecutive con Pistoia, Brindisi e Brescia gli hanno consegnato dodici uomini in cerca della propria identità. Dalla tabellata di Luca Vitali a ieri sera ci sono 9 giorni, con l’intermezzo della gara con Trento, in questo tempo bisognava resettare tutto, rimuovere i brutti ricordi e le frustrazioni per le sconfitte inopinate, rimettere concetti ed energie fresche. Facile a livello informatico, molto più arduo nel cervello umano in cui le emozioni giocano un ruolo importante.
I passi avanti, a livello caratteriale, si erano già visti con Trento, ieri sera la Virtus, per me la migliore della stagione, ha finalmente giocato con la testa e continuità per 40 minuti. Fattore determinante aver ripartito tra tanti il bottino di punti : escluso Punter, sopra le righe, gli altri nessuno in doppia cifra ma tutti hanno portato il mattoncino per costruire il muro. Tutti quelli impiegati (10 a riposo solo Berti e Cappelletti) hanno fatto il loro difendendo sopratutto, catturando rimbalzi, recuperando palloni e giocando in definitiva al 100% delle loro possibilità.
Capitolo a parte per l’uomo del Bronx, solo io ho visto, al di là dei punti realizzati tirando due triple da almeno otto metri, un’applicazione in difesa inusuale per un grandissimo tiratore ?
I meriti del coach, in tutto questo, sono evidenti : è riuscito a ridare fiducia e serenità a chi l’aveva smarrita, togliendo la pressione di una gara senza appello (leggasi le dichiarazioni pre partita (dobbiamo essere sereni, contenti per l’occasione che abbiamo e andiamo a divertirci) e i suoi l’hanno ripagato con gli interessi. Chiaramente le schiere di maigoduti, gufi e detrattori che popolano l’universo di basket city, hanno già iniziato il non facile concorso della spaccatura in più parti del capello, la domanda più gettonata ? Semplice : dove iniziano i meriti della Virtus o i demeriti del Bamberg ? Vediamo di fare chiarezza e salvare quindi le chiome delle schiere di cronici insicuri.
Alla vigilia i Tedeschi erano favoriti perchè molti di loro hanno una grossa esperienza internazionale, vinto titoli ovunque e la squadra reduce l’anno scorso da una partecipazione all’Eurolega, sulla carta quindi avrebbero dovuto, alla fine prevalere. Coach Djordievic in sede di presentazione aveva sottolineato questi aspetti illustrando le caratteristiche e gli attributi dei tedeschi, la loro abitudine a giocare partite a questo livello. Bene dopo 24 ore appena, a fronte di una modestissima prestazione al tiro dei tedeschi, i meriti delle Vnere diventano minimi ed invece vengono ingigantiti i demeriti della squadra di Perego. Se qualcuno pensa che il Brose abbia sofferto l’emozione della semifinale meglio che si affidi a uno bravo, ha certamenti problemi, il Bamberg ha iniziato la gara per dominarla con la netta convinzione di portarla a casa ma, dall’altra parte, non c’era la Virtus tremebonda con Pistoia e Brescia. Qui sta il punto : le Vnere avevano un solo avversario e specchiandosi l’avrebbero visto, sè stessi. Solo giocando con grande intensità per tutti i 40 minuti avrebbero potuto prevalere e così hanno fatto.
Determinanti è vero le percentuali al tiro ma sopratutto i punti della panchina, ieri sera inevitabile notare la stridente differenza delle seconde linee, quando scende Taylor ed entra un certo Mario Chalmers qualcosa vorrà dire. L’ex Nba questa volta ha messo le pantofole, fin qua solo infradito, e nel momento buono ha contribuito a scavare il primo solco che ha destabilizzato i tedeschi.
Se qualcuno pensa che tutti i punti valgano allo stesso modo allora significa che non conosce il basket : i due assist come cioccolatini per Kravic e Moreira nel momento di un parziale recupero tedesco e il canestro in entrata nascondendo il pallone con una magata, oltre a valere il prezzo del biglietto, hanno tagliato le gambe alla squadra di Perego, l’autonomia di Mario, ai livelli di una finale europea, non è oggi più di 15 minuti ma in quel lasso di tempo si possono fare tante cose.