L’amministratore delegato del Carpi Stefano Bonacini si è presentato questa mattina in conferenza stampa nella sede di Gaudì in Via Nuova Ponente. Erano presenti anche i soci Claudio Caliumi e Roberto Marani. Il patron ha confermato la sua uscita dal Carpi dopo l’ingresso nel 2009 in Serie D e si focalizzato, tra le tante cose, sul rapporto logoro e quasi inesistente con la città, siano tifosi (una parte) e amministrazione comunale.
. Stefano Bonacini, amministratore delegato del Carpi.
Fine della gestione.
“Dopo undici anni, vissuti con i soci qui presenti, abbiamo deciso che il nostro percorso si interrompe qua. È il momento di dare spazio ad altre figure che, speriamo, possano fare quello che abbiamo fatto. Ci prendiamo i demeriti per questa retrocessione dolorosa. Ultimamente il rapporto con la città si è rotto, compresa con l’amministrazione comunale che ci ha abbandonato, e questo ha fatto disinnamorare la società. Oggi io sono il portavoce, dopo i successi e il percorso straordinario e molto impegnativo che abbiamo fatto, quando siamo nati allo Sporting in un incontro tra quattro gatti. Questa favola resterà sempre nei nostri cuori, nessuno ci toglierà questi undici anni. Adesso passiamo la mano. Credo che siamo stati bravi amministratori se pensiamo a quello che sta succedendo in Serie B. Siamo una società pulita e chi subentrerà non avrà problemi nel mandarla avanti. Vado via da uomo libero, senza debiti economici o morali”.
Auspici per il futuro e sui tifosi.
“Purtroppo una parte della gente non ha seguito il nostro percorso, nonostante i nostri risultati. In altre città avrei statue in ogni angolo delle strade. Questa gente che ci ha sempre contestato si deve vergognare. Spero che la prossima società faccia tutto quello che non siamo riusciti a fare, come centri sportivi, palazzetti dello sport, campi sintetici… Dispiace lasciare davanti a infamate di questo tipo, quindi togliamo il disturbo. Sono molto sereno e anche sollevato. Una piccola realtà come questa aveva bisogno di un supporto più marcato. Siamo arrivati ultimi in Serie B e anche come media spettatori e abbonamenti. Carpi ha perso una grandissima occasione a livello di pubblicità con la Serie B e la Serie A, poi negli ultimi due anni la gente si era abituata probabilmente molto bene. Siamo stati in un luna park, come Disneyland, che non era di nostra pertinenza. Ora si torna al Foro Boario. Volevamo salvare questo sogno, ma non siamo stati seguiti a parte dagli abbonati storici. Non ho mai avuto feeling con i Guidati dal Lambrusco, ma devo dire che sono stati i tifosi più giusti perchè hanno sempre avuto un profilo anti-Bonacini dall’inizio fino alla fine, stando sempre vicini alla squadra mentre altri sono apparsi per chiedere biglietti bassi e agevolazioni varie. I 41012 sono per esempio un gruppo giovane che si è affezionato al Carpi per i suoi risultati e loro mi fanno ben sperare per il futuro e per un ricambio generazionale. Io non ho i social, ma ho amici e un ufficio marketing che li usano e molte persone, negli ultimi tempi, non vedevano l’ora che ce ne andassimo via”.
Errori e l’eredità di Giuntoli.
“Accetto i miei errori, ma non accetto che si dica che ho usufruito delle fonti del Carpi per scopi personali. Senza Giuntoli abbiamo fatto 38 punti in Serie A e non ci siamo salvati per un punto, aldilà di quello che può aver fatto il Palermo. Senza Giuntoli siamo andati in Finale Play-off contro il Benevento per tornare in Serie A. Senza Giuntoli abbiamo fatto 52 punti l’anno scorso, mentre questo purtroppo è andato male. Il paracadute di Serie A ci ha permesso di andare avanti. Noi non abbiamo bisogno dei soldi del Carpi e non resteremo per prendere il paracadute della Serie C. Abbiamo fatto vivere a questa città un sogno che difficilmente sarà replicabile. Questa esperienza ci ha arricchito imprenditorialmente e professionalmente. Sono stato nel consiglio di Lega B e questo significa che ci siamo mossi bene e ci hanno apprezzato. Questo invece è l’unico posto in cui non ci hanno apprezzato. Siamo a +1 perchè lasciamo la squadra in C rispetto a quando siamo arrivati noi in D. Se troverete altre persone serie, la gente dovrà preservarla. Preferisco essere contestato avendo i conti in regola, a differenza di altri che non ce l’hanno e vengono ugualmente contestati. Il Carpi è in vendita e verrà iscritto a prescindere dalle trattative che andranno avanti”.
Dopo queste parole, Bonacini ha risposto ad alcune domande dei giornalisti.
Lazzaretti della SPAL e Marchi di Liu-Jo sono possibili eredi? C’è stato qualche contatto per la vendita del Carpi?
“Non ho parlato con nessuno per ora. Un imprenditore come Marchi potrebbe essere il personaggio giusto per prendere il nostro posto, anche a livello di marchio. Lui oggi è sponsor del Bologna, noi come Gaudì abbiamo lavorato con Udinese, Ascoli e Genoa. Ha il DNA da imprenditore per fare questo tipo di percorso. Lazzaretti lo conosco per il calcio dilettantistico a Correggio, è uno che ama il calcio e ha fatto vedere che ha risorse. Altrimenti c’è l’azionariato popolare in cui i tifosi sono proprietari della loro squadra. In Spagna lo usano Betis Siviglia e alcune squadre catalane. Intanto approfitto per ringraziare gli sponsor come Schiatti e Blumarine che ci hanno aiutato in questi anni. Carpi è stata avara pure in queste dinamiche. Il poco che ci hanno dato è stato tanto. Abbiamo un settore giovanile straordinario, con sponsor molto attaccati e ai quali sono disposto a dare una mano. Ora sono altri imprenditori carpigiani che devono battere un colpo”.
Cosa non ha funzionato tra questa stagione e la scorsa?
“L’anno scorso ci siamo salvati per fortuna perchè 16 pali sono andati fuori. Abbiamo investito su un’allenatore al debutto in Serie B che non ha dato risultati. Quest’anno siamo partiti con un allenatore e un direttore sportivo che venivano dalla Serie D e l’inesperienza deve aver giocato contro. Io credo che questa squadra è più forte di quella dell’anno scorso, ma non siamo stati quasi mai fortunati perchè abbiamo sbagliato, tra le tante cose, quattro rigori e a Lecce avevamo dodici infortunati. Ci sono uomini che ci hanno tradito con comportamenti poco corretti”.
Un pensiero su Castori?
“Castori è una persona straordinaria, è capitato in un’annata disastrosa. Per me è come un padre, ovviamente rimangono un grande affetto e grande riconoscenza per quello che ha fatto”.
L’organico per la Serie C è quasi allestito? Ci sono circa dodici giocatori di proprietà e vari prestiti che rientreranno.
“Di questi giocatori non terremo quasi nessuno se arriverà un nuovo acquirente. C’è gente che umanamente ha tradito o che non ha più motivazioni per stare qui. Ovviamente ci sono contratti da rispettare, però intanto era importante dare questa notizia. Avrò ancora delle riunioni in Lega, non lascio all’improvviso. Tutto la staff è in scadenza il 30 giugno, anche il nuovo direttore sportivo Alex Casella”.
La retrocessione del Palermo e le sue losche vicende societarie, compresa nella stagione del Carpi in Serie A, potrebbero darvi qualche possibilità di restare in B?
“Purtroppo in Italia le sentenze arrivano troppo tardi e spesso alcune società nel frattempo falliscono. Escluderei a priori un ritorno in Serie B. Noi aspettiamo le sentenze di primo grado, secondo grado e TAR e se la COVISOC ha lavorato male, vedremo cosa fare”.
Qual è il più grande errore della vostra gestione?
“Il più grande errore è stato prendere Sogliano. Dati i risultati con Varese e Verona, pensavamo che avesse un DNA eccezionale per raccogliere l’eredità di Giuntoli, ma invece ha destabilizzato l’ambiente. Romairone e Marchetti sono stati due direttori che seguivamo e abbiamo preso Giancarlo dopo l’addio di Sogliano. Ora Romairone è un direttore sportivo da Serie A”.
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