nella foto Ceretti/Ciamillo Castoria per Virtus pallacanestro : Pietro Aradori, capitano della Virtus, festeggia con i tifosi la Champions League.
Sottotitolo al pezzo : epopea e caduta di uno dei migliori giocatori Italiani in attività
Soltanto 2 anni fa di questi tempi, Pietro Aradori fu il primo “colpo” di mercato della Segafredo. Era destinato a Torino e Luca Banchi universalmente riconosciuto come uno dei primi 2-3 allenatori nostrani con una prematura intervista a Tuttosport delineò come avrebbe giorcato, con Pietro, la sua Auxilium, incurante evidentemente Luca delle lacune difensive del giocatore Bresciano. La Virtus lo strappò coi denti e un pacchetto consistente di euro e lo portò a Bologna. Il primo campionato in maglia Virtus fu pari alle attese e, nonostante un paio di stop per infortuni, il contributo di Aradori alla causa fu secondo le attese. Nel suo secondo anno le premesse e le aspettative erano quelle di aumentare ancora la propria performance, ma la stagione è stata molto tormentata : prima la cattiva condizione, causa l’interruzione della preparazione per la nazionale, poi una forma che non arrivava sembra a causa della mancanza di tranquillità.
Il problema era dentro la Società ed è noto, i cattivi rapporti con l’AD Dalla Salda con cui erano rimaste ruggini dopo la coabitazione alla Reggiana. Il segnale delle incomprensioni è avvalorato da un fatto emblematico : Aradori aveva sposato la Virtus con un contratto triennale e non facendo mai mistero di voler prolungare, Italiano e capitano della nazionale, avrebbe dovuto essere il capitano ideale della squadra, invece lo staff e la dirigenza scelgono Brian Qvale in modo del tutto inaspettato. Passeranno alcuni mesi d’incomprensioni con un rendimento in campo altalenante e comunque inferiore alle attese, poi Luca Baraldi con una prova di forza impose che Pietro fosse il capitano della Virtus.
Arrivò il cambio in panchina e Djordievic modificò le gerarchie di fatto facendolo diventare il sesto uomo. Il coach giudicava non pari alle attese il rendimento difensivo arrivando a ironizzare in sala stampa sui rapporti fra un problemino muscolare accusato durante la gara e le sue “amnesie” difensive.
La conquista delle Champions sembrò aver sopito i malumori ma, al termine della stagione conclusa prematuramente, voci ufficiose della Società indicavano il capitano come confermato sì ma “sub judice” se si fosse presentata l’occasione, da utilizzare come scambio per arrivare a qualcun altro più gradito al coach.
Dal termine del campionato sono passati oltre due mesi e, in questo lasso di tempo, il nome di Aradori è stato a volte tirato in ballo in qualche affare ma è sempre sembrato più una necessità di occupare qualche spazio per carenza estiva, che non trattative reali.
Nè la Virtus nè il giocatore e il suo agente hanno realmente dimostrato di avere in mente qualche ipotesi di cambio. Fino all’ultimo week end sembrava tutto tranquillo e Luca Baraldi aveva annunciato che il mercato delle Vnere mancava di un solo tassello nel reparto stranieri, già individuato, quindi a breve il roster avrebbe dovuto considerarsi chiuso.
L’inizio della settimana ha invece portato in superficie ciò che, probabilmente, ribolliva sott’acqua. Le voci e le notizie tra il detto e non detto, l’ufficiosità e i rumors, hanno cominciato a farsi più insistenti, nonostante una debole smentita del management Virtussino. Fino a ieri quando, ad una precisa domanda di un tifoso su un social, lo stesso capitano ha detto che “a causa della non gradibilità del coach, si vedeva costretto a prendere in considerazione l’ipotesi di andarsene”
Questi i fatti : se la Virtus non ha già in mano il contratto di un altro Italiano, il rischio di una diminuzione del potenziale della squadra, è reale. Indubbiamente anche trattenere un giocatore che non ha più serie motivazioni e non gode dei favori dello staff tecnico è un rischio, comunque la si guardi questa situazione andrà risolta al più presto con interessi reciproci. Se le cose sono andate così come le ha raccontate Aradori la Virtus ha commesso un errore a meno che dietro alla vicenda, ci sia la possibilità di portare in bianconero un giocatore italiano più gradito al coach e l’unico nome possibile in agenda è quello di Awudu Abass che ha appena rinnovato con Brescia ma mai dire mai.