nella foto : il calendario delle gare di LBA della stagione 2019/2020 della Virtus.
Fulvio Bernardini, il dottor Fuffo, indimenticato allenatore dell’ultimo Bologna scudettato, sosteneva che il calendario non conta nulla perchè, prima o poi, le devi incontrare tutte. Oggi invece, in uno sport esasperato a tutti i livelli, è diventata la foglia di fico dietro cui nascondere le proprie ansie e anche i propri insuccessi.
Ormai anche una semplice operazione, apparentemente banale, come quella di mettere insieme ad ogni turno 8 gare (con la novità che una riposa per via della scomparsa di Avellino), diventa un avvenimento mediatico. Quando leggo di “calendario facile” o “calendario difficile” mi viene in mente lo studente all’esame che giudica facili o difficili le domande in base alla sua preparazione.
Sostenere ad esempio che la Virtus sia fortunata perchè ha alle prime due Roma neo promossa in casa e Pistoia fuori potrebbe sembrare ovvio ma qualcuno potrebbe sempre obiettare che le Vnere, con almeno 3 uomini reduci dal Mondiale, incontreranno due squadre già completamente rodate e pronte a sfruttare ogni punto debole per portarla a casa. L’anno scorso chi si stracciò le vesti per la sfortuna avuta col derby d’Italia alla seconda, dovette constatare che in quella partita, con Milano ancora lontana dalla forma migliore, per poco non riusciva il colpaccio, mentre al ritorno pur coi milanesi largamente incompleti e affaticati dal doppio turno di Coppa, ne uscì come una fettina da un tritacarne.
Quindi la vera novità del calendario è rappresentata dal turno di riposo, per la Virtus il 24 novembre, mentre i due derby (quello cittadino e d’Italia) concentrati in 4 giorni, erano ampiamente annunciati. Com’è noto la vera novità sarà la sede : il nuovo “Palafiera” chiamiamolo così per comodità, una struttura creata ad hoc da circa 10 mila posti, in cui si sarebbe dovuto giocare all’Epifania anche il secondo derby poi annullato per le note vicende societarie della Fortitudo. Pare che di contorno venga allestita anche una fiera del basket, l’idea e il progetto sembrano interessanti, in grado, almeno, di smuovere il movimento da un torpore di anni. Peccato che qualcuno, sopratutto in città, non abbia colto l’opportunità ma le distanze di prospettive sia tecniche che economiche non sono mai state così evidenti dal 1966 e, se la Virtus continuerà nella marcia d’avvicinamento al basket europeo come la sua proprietà ambisce, queste distanze sono destinate a dilatarsi ulteriormente.
Continua intanto a tenere banco il caso Aradori, a forza di smentite, come si sa non c’è nulla di più confermatorio di una smentita, gli ultimi sviluppi lo annunciano prossimo all’accordo con la sponda bianco blu, sarebbe il secondo capitano della Virtus che trasloca in via San Felice nel giro di due anni, siccome con Rosselli l’operazione fruttò ad entrambe, ecco che il caso potrebbe ripetersi. Ovviamente dovesse succedere l’avvenimento scatenerà nella città dei canestri, specie sui social, i sentimenti più beceri del tifo. Cercando il realismo, Pietro non sarebbe certo il primo e non sarà nemmeno l’ultimo, a compiere il tragitto, nella storia dei due club ormai giocatori, allenatori e dirigenti che hanno fatto lo stesso percorso, nei due sensi, non si contano più. D’altronde Bologna è una città accogliente in cui si vive bene e spesso chi gioca qui ci mette pure le radici, comprensibile quindi che, dopo che uno ha provato a lavorare per un datore di lavoro, resti in città.
Dall’operazione pare la Virtus possa risparmiare di stipendio e tasse circa 300 mila euro, una bella somma per accontentare il suo coach e con cui provare ad andare a prendere un altro italiano di 10 anni più giovane, motivato, miglior difensore e più gradito a Djordievic : quell’Arturs Strautins lettone di nascita del quale ho dovuto controllare più volte su Wikipedia perchè mi sembrava impossibile potesse avere solo vent’anni. In ogni caso che il destino di Aradori sia in bianco blu o in altri colori è sicuro che non sarà più in bianco nero visto che, improvvisamente, sotto le due Torri, si è scoperto che non difende. Considerazione bizzarra e tardiva per un giocatore che ha vinto scudetti, disputato finali, 150 gettoni di presenza in azzurro, sempre da 6° uomo ma spesso determinante in attacco, dote questa che ha evidentemente convinto i coaches che l’hanno allenato a sopportarne le carenze difensive.
2 Comments
Lucio stavolta non mi trovi d’accordo sono due anni che lo vedo (Aradori) grande PR di sé stesso ma grande delusione come interprete della pallacanestro…buone cifre ma quando c’ stato bisogno di aggredire non solo in difesa una partita fondamentale raramente s’è visto. Sale l’ha messo ai margini delle rotazioni da subito e non credo sia autolesionista non mi vorrai far credere che non aveva capito che non rientrava nel gioco di DJ? Buona strada a lui
ciao Maria Carla, scusami ma ho visto il commento solo adesso. Lui è sempre stato molto attaccante e poco difensore. Però è stato allenato anche da fior di allenatori che lo hanno sempre impiegato tanti minuti, seppur quasi sempre in uscita dalla panchina, vedi Siena e spesso anche Reggio Emilia. Nella Virtus di Ramagli le sue lacune difensive dovrai ammettere erano meno evidenti perchè a fianco a lui c’era un signor difensore come Lafayette che era il suo esatto opposto (gran difensore e scarsissimo attaccante oltrechè non essere un play). Siccome ritengo Banchi (al di là del carattere) uno tra i primi in Italia ricordo ancora che, quando sembrava già destinato a Torino, in un’intervista incauta quando non c’era ancora la firma del contratto, aveva prefigurato di costruire, attorno a lui, una grande squadra. Allora mi chiedo e ti chiedo : non è che abbiamo scoperto solo quest’anno che Pietro è un telepass in difesa (espressione usata da Sacripanti in un pour parler con Stagni) solo perchè aveva attorno a se’ difensori scarsi come e più di lui ? Ma anche ammettendo questo Djordievic ha tutte le sue buone ragioni per non volerlo, lui lo deve allenare e se non lo vede è giusto che il coach (col portafoglio di Zanetti !!!!!) faccia le sue scelte ma, secondo me ha sbagliato la forma. In una vicenda così delicata la Virtus doveva immediatamente rendere ufficiale la rinuncia chiamandolo a colloquio il giorno dopo la fine della regular season e dando risalto mediatico alla questione, in modo che lui non potesse dire, come ha detto, che non fosse informato. Anche perchè ti do una chicca che Aradori finisse di là lo so da quattro mesi. Il direttore responsabile della testata da cui ti scrivo, Enrico Bonzanini, di cuore fortitudino (nessuno è perfetto !!), nel mese di aprile, prima di Pasqua, mi ha detto : sai che Aradori si è offerto alla Effe ? Io ho chiesto a Pungetti per sapere se dai suoi canali gli risultava e Pungio mi ha detto che secondo lui era una fanfaronata di Pavani, invece come vedi aveva ragione !!!!!!!