nella foto Ceretti/Ciamillo Castoria per Virtus pallacanestro : correva l’anno 2017 Pietro Aradori e Alessandro Gentile insieme nella Virtus neopromossa.
Solo 24 mesi erano la “coppia” che avrebbe dovuto fare nuovamente grande la Virtus appena tornata in serie A, oggi potrebbero essere sul punto di passarsi il testimone per la corsa alla Vnera.
Per capire lo stato dell’arte della vicenda facciamo un esempio di tipo sentimentale che è comprensibile a tutti. Pietro Aradori è, ad oggi, come un marito a cui la moglie ha fatto rimostranze su scarse attenzioni e, dopo vari colloqui, la coppia ha deciso per una separazione con immediato divorzio. Sono già state appianate tutte le divergenze economiche e redatto il documento ufficiale che lo sancisce , mancano solo le firme delle due parti ma i coniugi in pratica sono già liberi di scegliersi un altro partner.
La transazione pare non sia stata indolore per la Virtus ma d’altronde è il prezzo che la società paga per consentire al condottiero in panca di avere soltanto giocatori che interpretano la sua filosofia di basket.
La situazione della coppia Virtus e Alessandro Gentile è ovviamente completamente diversa. I due si erano sposati due anni fa ma, dopo una convivenza di qualche mese, avevano optato per una separazione consensuale visto che il matrimonio non aveva funzionato granchè. Oggi a un anno di distanza pare che entrambi, per diverse ragioni, stiano ripensando che, in fondo, potrebbero concedersi un’ulteriore possibilità. E’innegabile che la Virtus debba sostituire degnamente Aradori, i nomi che radio mercato ha fin qui fatto filtrare non sembrano adeguati alle ambizioni della squadra, mentre l’unico interessante (Strautins) Trieste non lo può mollare finchè non ne mette un altro equivalente o quasi nel roster.
Trovare un buon italiano oggi è una vera impresa : sono pochi, costano molto e spesso sono sopravalutati, la realtà è che non giocano abbastanza minuti in serie A per poter acquisire quell’esperienza necessaria ad essere protagonisti in un club ambizioso. La Virtus ha corteggiato invano i pochi papabili, Flaccadori, uno di questi, non piaceva però al coach, gli altri hanno preso altre strade che qualcuno ha lastricato di pagliuzze d’oro.
Alessandro Gentile reduce da un’ottima seconda parte di stagione all’ Estudiantes, si ritrova nuovamente senza squadra e, in questo momento, si dedica in modo esclusivo alla maglia azzurra. Rispetto a 365 giorni fa questo vecchio ragazzo di 27 anni ha cambiato molto della propria vita sportiva e anche privata. Intanto ha sostituito il proprio agente, da Sbezzi alla BDA, è ricorso nuovamente al chirurgo per migliorare la situazione della mano dominante ritenuta a torto o ragione la causa del drastico abbassamento delle percentuali di tiro, infine la scelta spagnola gli ha consentito d’ isolarsi dagli affetti familiari divenuti probabilmente, per un uomo adulto quale ormai è, troppo pressanti e presenti. Nelle ultime uscite azzurre si è rivisto il giocatore che a 21 anni ha vinto, da capitano, uno scudetto con l’Olimpia ed è stato 53° scelta assoluta NBA nello stesso 2014. Tirato a lucido e motivato, con la meccanica di tiro migliorata sensibilmente da l’impressione di poter essere di nuovo un giocatore che, in Italia ed Europa, può spostare gli equilibri di una squadra.
Il dilemma in cui oggi si dibatte la Virtus, che per ammissione della Società stessa sta ragionando su un possibile clamoroso ritorno, è se questi equilibri che il giocatore sposta siano positivi o negativi. E’ evidente che Djordievic, chiamato dal management Virtussino a partecipare attivamente al mercato, non possa negare di valutare attentamente un’operazione che, fosse coronata da successo, potrebbe dare al roster l’impronta europea che ad oggi le manca. I dubbi però sono tanti perchè, come si sa, nella precedente esperienza bolognese, ci furono episodi e comportamenti extra campo che la Virtus non gradì. Sul campo invece, in una squadra dal tasso tecnico complessivamente modesto, il suo apporto fu determinante a sfiorare quei play off accarezzati per tutta la stagione. Fu fermato da due infortuni muscolari ma le cifre finali complessive furono superiori a tantissimi stranieri del campionato. Una parte del tifo virtussino lo considerò troppo “condizionante” per alcune gare perse sulla sirena in cui ebbe l’ultimo tiro, la domanda che ci si dovrebbe porre è tuttavia questa : fu lui a pretendere la palla o furono gli altri a nascondersi oppressi dalla responsabilità ?
Oggi tuttavia, se arrivasse, troverebbe una situazione tecnica completamente diversa al di là della panchina : invece del timido Lafayette che play maker non è, un regista tra i primi in europa, invece di Slaughter senza gioco spalle a canestro, uomini come Gamble e Hunter in grado di ricevere e trasformare i palloni sugli scarichi, accanto avrebbe esterni in grado di fare la differenza in cui Alessandro sarebbe uno dei tanti, situazione questa che ha dimostrato di gradire come le ultime gare in azzurro dimostrano. Non penso che, come qualcuno ha detto e scritto, il ritorno sia già praticamente cosa fatta, indubbiamente se ne parla ma come si sa, dopo le parole occorrono i fatti da ambo le parti.