Eros Pellegrini, 29enne terzino destro del Carpi, si è presentato in conferenza stampa per parlare dell’inizio di stagione (2 vittorie nelle prime due giornate di Serie C) e anche del suo ambientamento nella rosa di mister Riolfo, che finora gli ha fatto giocare da titolare 4 partite su 4 tra Coppa Italia e campionato.
Dopo la terribile retrocessione dalla Serie B, le due vittorie nelle prime due giornate di Serie C hanno dato nuovo ottimismo alla squadra e ai tifosi. Ti aspettavi un inizio positivo come questo?
“Sarebbe stato troppo ottimistico pensare a un avvio come questo. Quando sono arrivato c’erano tanti giocatori sul piede di partenza e alcune incertezze sulla costruzione della rosa. Ora si sta creando un nuovo clima intorno alla squadra e questo significa che nell’ultimo mese e mezzo ci stiamo dando dentro”.
Come arrivate alla sfida contro il Vicenza, una delle big del Girone B?
“Arriviamo carichi come in ogni partita. Non ci poniamo limiti, vogliamo giocare sempre alla grande. Il Vicenza ha allestito una rosa f0rte, con giocatori di categoria, ma in campo vince chi ha più motivazioni. Noi tutti abbiamo voglia di rivincita, da chi è retrocesso a chi è tornato ora in Serie C come me”.
Cosa ti aspetti dalla tua stagione?
“Spero che sia tranquilla a livello fisico. Ho 29 anni, faccio la categoria da dieci e mi auguro di non avere infortuni, come nelle ultime tre stagioni, per trovare continuità nelle prestazioni”.
Una nota negativa del Carpi è che rischia ancora molto in difesa.
“Abbiamo analizzato tutti gli errori con il mister, sia singoli che di reparto. Spesso siamo noi a regalare le occasioni agli avversari. Se limiamo gli errori, possiamo prendere qualche gol in meno”.
Riolfo chiede molto ai terzini come te, Sarzi Puttini e Lomolino, finora tutti autori di assist importanti.
“Sì, diciamo che il mister in questo momento sta attuando un 4-3-1-2, quindi sugli esterni abbiamo tanto spazio. Ci chiede di sganciarci per i cross e di fare molte sovrapposizioni. La concorrenza è sana e in questo modo porta a miglioramenti in allenamento e in partita. C’è un bel gruppo, nessuno è scontento. Tutti pensiamo al noi e non all’io”.
Nella scorsa stagione, a marzo, perchè sei passato dalla C con il Fano alla D con il Montebelluna?
“Due anni fa ho raggiunto una salvezza insperata al Fano, poi ci sono state trattative di fusione con altri club e sono stato tagliato fuori. A marzo con il mio nuovo agente ho accettato una squadra di Serie D come il Montebelluna, vicino a casa mia a Treviso, per giocare ed essere pronto a luglio per una chiamata dalla C”.
Conoscevi Stefanelli e Riolfo prima di venire a Carpi?
“Non ho mai avuto a che fare con entrambi. Non conoscevo il direttore, mentre sapevo che il mister doveva venire a Fano due anni fa, ma non fu trovato un accordo”.
Nel 2009, da poco maggiorenne, sei passato dal vivaio del Treviso al Palermo. Cosa ricordi di quella esperienza in Sicilia, quando i rosanero lottavano anche per entrare in Europa?
“Fu un anno importante perchè da Treviso mi sono trovato catapultato a Palermo. Giocavo in Primavera, ma a volte mi allenavo con la Prima Squadra e così ho conosciuto calciatori fortissimi come Cassani, Miccoli, Hernandez e Cavani. Quell’anno il Palermo fece un campionato pazzesco finì quinto e si qualificò in Europa League. Non ho debuttato in Serie A, ma allenarsi con questi giocatori già era tanto, anche se poi andavo in Primavera. Cresci in fretta e cominci a vedere il calcio vero. Molti ragazzi pensano di essere già arrivati perchè escono dalla Primavera di Juventus o Inter, ma non è così. Quando esci dalle giovanili puoi trovarti in Lega Pro, essere un under e smettere dopo tre anni. Prima capisci cosa significa diventare calciatore, prima ti costruisci una carriera anche se sono dieci anni in Serie C”.
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