nella foto Ceretti/Ciamillo e Castoria per Virtus pallacanestro : al termine del torneo di Jesolo il proprietario della Virtus Massimo Zanetti con la squadra e gli organizzatori
Per tranquillizzare i suoi tifosi più ansiosi e mai goduti alla fine del precampionato la Virtus si fa un regalo e sopratutto spegne un pò di voci fuori dal coro che, sui social e non solo, cominciavano a ingrossare il vento della delusione, conquistano le Vnere il 1° trofeo pre campionato battendo in semifinale sia Treviso che Trento all’over time e, almeno da questo punto di vista, la condizione fisica è discreta.
Ho letto e sentito, in questo mese di lavoro, di tutto e di più : fin dalla prima uscita con Cantù in Val Chiavenna, la squadra è stata attesa col fucile spianato, valutata con la lente d’ingradimento, soppesata e palpeggiata virtualmente come si fa coi meloni al mercato. I più morbidi giudicavano “ancora indietro” la condizione, altri che comunque la squadra “è corta”, che è “debole sotto canestro” è una squadra “incompleta” e qualcuno si spingeva anche “si vede che manca Teodosic” e qualcun altro che la vedeva più lunga “ah ci vuole Gentile”, meglio non commentare e passare oltre, in fondo perfino Massimo Zanetti sostiene che i tifosi e i commentatori possono dire ciò che vogliono perchè questo è il sale dello sport.
Adesso il precampionato è finito, la squadra è al completo di tutti i giocatori sotto contratto, domani arriverà anche il coach, fresco dimissionario dalla Serbia, quindi può iniziare la seconda fase del lavoro, quella in cui conteranno i risultati. In mezzo ci sarà la passerella del Trofeo Porelli al Paladozza, vera inaugurazione agonistica della stagione contro nientemeno che il Fenerbhace una squadra che ha disputato in maggio la semifinale di Eurolega, che in panca ha Obradovic e in campo Datome.
Prima però, mercoledì 18 la Virtus aprirà le porte della Porelli per il consueto bagno di folla della presentazione ufficiale della squadra, momento sempre importante sia per il termometro della passione del popolo della Vnera sia perchè resterà l’occasione più ghiotta per i tifosi di vedere da vicino e fraternizzare con i loro beniamini.
Un mese di lavoro quindi è terminato, forse il più duro e difficile per i giocatori, sia dal punto di vista fisico che tecnico. Dico subito che lo staff dela Virtus ha, secondo me, operato scelte intelligenti e assolutamente condivisibili. Ricordiamoci che il primo quintetto delle Vnere è totalmente inedito : cinque giocatori che, fino ad un mese fa, non si erano mai visti e conosciuti. Poi altri due, che entrano dalla panca, anch’essi da inserire.
Bjedov e ovviamente Djordievic non avevano altra scelta che, in una situazione del genere, avendo giocatori di così diverse estrazioni cestistiche, effettuare una specie di regressione tecnica facendo ripartire tutti da un comune denominatore : la semplicità. In attacco quindi si sono visti movimenti semplicissimi quasi scolastici (la mezza ruota ad esempio), vietato l’uso del pick and roll, qualche pick and pop per aiutare tiratori frontali come Ricci e Baldi Rossi e tantissimo back door, un movimento che è alla base del basket d’attacco che, se eseguito da grandi giocatori e sopratutto grandi passatori (e Markovic lo è) può avere risultati favolosi.
Immaginare che la scelta sia stata dettata anche dalla constatazione che, ormai, il pick and roll lo facciano anche i custodi delle palestre, è abbastanza ovvio, tutti i giocatori di alto livello non hanno bisogno di giocarlo in pre campionato per conoscerlo. Si è visto anche uno sforzo di applicazione e continuità difensiva che mancava nelle ultime Virtus, non per niente le scelte di mercato hanno tenuto conto proprio di questa esigenza.
Insieme agli aspetti positivi sono emersi, com’è ovvio alcuni problemi. Il primo in assoluto è la condizione di Vince Hunter, l’ex Aek è fin qui l’ombra del giocatore conosciuto in Grecia, che il viaggio aereo da Atene a Bologna gli abbia fatto disimparare a giocare a basket è ovviamente una barzelletta da Zelig, potrebbe essere un ritardo di condizione, visto la stazza del ragazzo, oppure che lui abbia più bisogno di altri di un gioco che ne esalti le sue caratteristiche e, in un attacco così semplice, non riesca ad esprimersi. Per quanto lo conosco dalla tv e spezzoni di partite lui non ha dei fondamentali educati ma fa dello strapotere fisico e della velocità le sue armi migliori.
Altro problema emerso, pur tenendo conto dell’assenza del titolare, una cabina di regia assolutamente improduttiva di punti. Ieri sera nella finale vinta all’ over time con Trento Markovic + Pajola complessivamente la miseria di 4 punti in 45 minuti. Chiaramente il Serbo ha fatto il suo e non gli si può chiedere di più degli undici (!!) assist serviti ma, a gioco lungo, il fatto che i play maker non segnino potrebbe diventare un problema.
Adesso tutti aspettano due buone notizie, ben più della classica ciliegina sulla torta : la guarigione di Teodosic e l’arrivo di un sesto italiano di valore, poi si potrà dare il via alle danze.