Il Carpi di Riolfo dopo sette partite di campionato ha la stessa quantità di punti che aveva il Carpi di Calabro nella Serie B 2017-2018: 11, frutto di 3 vittorie (Calabro le ottenne nelle prime tre giornate), 2 pareggi e 2 sconfitte (due anni fa Foggia e Pescara espugnarono il Cabassi). Nel primo anno di Castori i punti, in questo momento della stagione, erano persino 12: alla sesta giornata arrivò la prima sconfitta (2-0 dall’Entella), seguita dall’1-0 sulla Pro Vercelli. Allora una promozione in Serie A da primi assoluti della classe non era nel cervello di nessuno.
Il calendario in Serie C dei biancorossi è stato poco clemente in questi primi sette turni perchè sono stati affrontati quasi solo rivali costruiti per la promozione (Vicenza in casa, Padova, Reggio Audace e Piacenza in trasferta) o un Sudtirol da anni consolidato nella categoria. Gli avversari più “abbordabili” sono stati finora Cesena (grande nome, ma neopromossa in evidente costruzione) e Rimini, entrambi battuti in casa e partiti con l’obiettivo di salvarsi. Tra le prime sei in graduatoria, il Carpi settimo non ha ancora sfidato la Sambenedettese, attualmente sesta con 12 punti. Inoltre si nota una differenza con la Serie B: in quel livello ci sono almeno 6-7 squadre che sono veramente forti e piene di qualità, capaci di vincere giocando alla grande o con il minimo sforzo se la situazione lo richiede. Nel Girone del Carpi finora non si sono viste squadre “schiacciasassi”. Probabilmente, tra quelle affrontate, le più convincenti sul piano del gioco sono state Sudtirol e Reggio Audace, mentre per esempio Vicenza e Padova hanno puntato più sulla quantità e riescono a mostrare in pieno le loro qualità contro club più deboli del Carpi. Oppure alcune big come Feralpisalò (il prossimo avversario), Triestina (finalista Play-off contro il Pisa) e Imolese (rivelazione della scorsa stagione, ora ultimo con solo 2 punti) hanno avuto problemi tra risultati e prestazioni. Comunque è giusto ricordare che siamo ancora all’inizio della stagione e i valori potrebbero saltare fuori, oppure variare in negativo, col passare dei prossimi mesi.
Sorge però una domanda: dopo la rivoluzione totale nel mercato estivo, chi si aspettava di vedere il Carpi con 11 punti e senza perdere nei primi cinque match? Contando le enormi perplessità che c’erano intorno alla possibile cessione da parte di Bonacini, lo scetticismo sulla maggior parte dei nuovi innesti più che su Riolfo e il livello di difficoltà che ha imposto il sorteggio del calendario, si può tranquillamente immaginare una tabella di marcia simile: un Carpi con un bottino tra i 2 e i 6 punti.
Cesena: pareggio/vittoria.
Sudtirol: sconfitta.
Vicenza: sconfitta.
Padova: sconfitta.
Rimini: vittoria/pareggio.
Reggio Audace: sconfitta.
Piacenza: sconfitta.
Massimo di punti: tra 2 e 6.
Punti reali: 11.
Si sta rivivendo una sensazione di inutile disfattismo precoce molto simile a quella vissuta durante la direzione di Calabro, il quale si presentò a Carpi con un organico per la prima volta privo di tantissimi ImmortAli e fece un bell’inizio di campionato (10 punti nelle prime quattro gare, con annesso primato momentaneo), ottenendo nel complesso una salvezza tranquilla tramite un gioco all’inizio bello e infine pratico/nullo. Le prime sconfitte contro Foggia e Pescara però gli fecero cadere addosso critiche come se la squadra fosse ultima… La sensazione di cui si parlava sopra riguarda l’onnipotenza messa a rischio: quando ogni cosa riesce al meglio, si generano grosse aspettative (l’ha detto pure Riolfo il giorno prima della trasferta a Piacenza) e si formulano nuovi mantra di nuova immortalità e di imbattibilità che gli avversari non potranno contrastare, per quanto essi possano sembrare più forti. Riolfo sale sull’altare e diventa Il Profeta. Ma quando qualcosa va male (le opzioni sono varie: si perde/la squadra ha giocato sotto ritmo/il portiere non ha evitato per l’ennesima volta la sconfitta/la difesa si fa bucare in continuazione/il centrocampo fa pause/l’attacco fatica a segnare/l’allenatore prova qualcosa di diverso) la mistica svanisce, iniziano le critiche spietate e ciò che è stato fatto prima si mette in dubbio o si rivaluta drasticamente. Queste cose, applicate a grande scala, sono successe svariate volte negli ultimi anni per esempio a Inter e Milan da dicembre in poi. Ciò succede quando si sopravvalutano le cose in presenza di difetti evidenti, che si spera vengano sempre mascherati. La differenza è che a Carpi si mette in dubbio tutto alla settima giornata… Si passa in meno di una settimana dall’ormai trito e ritrito “Non succede… MA SE SUCCEDE…” al criptico “Moriremo tutti!” di Billy nel film Predator con Schwarzenegger. Nel piccolo mondo calcistico di Carpi è difficile stare nel mezzo. Un’altra domanda: qualcuno credeva che il Carpi di Riolfo, che tra l’altro sta provando a fare un calcio più propositivo, non avrebbe MAI perso?
Il settimo posto, in una classifica che permette di qualificarsi ai Play-off anche arrivando decimo, è positivo. È vero che si è perso del terreno sul primo posto (occupato dal Padova con 19 punti), però il secondo posto dista 4 punti e siamo ancora sulla strada verso l’ottava giornata. La dimensione di questo NUOVO Carpi (NUOVO volutamente in maiuscolo) potremmo coglierla in modo più chiaro verso la fine del girone d’andata, quando ne sarà passata di acqua sotto i ponti. Dunque perchè tanto catastrofismo? I due KO consecutivi contro Reggio Audace e Piacenza hanno fatto storcere il naso un po’ a tutti: il derby al Mapei Stadium ha lasciato amarezza per come sono arrivati i gol e per come Riolfo ha cambiato l’undici titolare in base alla sua legittima lettura dell’avversario; a Piacenza, alla terza partita in sette giorni se contiamo pure il successo in rimonta per 2-1 sul Rimini, il NUOVO Carpi ha vestito i “vecchi” abiti e ha perso per 2-1 mostrando alcuni buchi in difesa e, a differenza di altre partite, giocando meno bene del solito. Altra domanda: qualcuno credeva che il Carpi avrebbe giocato TUTTE LE PARTITE con il pilota automatico?
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