nella foto : Gianfranco Civolani, avrebbe compiuto tra pochi giorni 84 anni, qui baciato da Nannucci al termine di una gara vittoriosa.
La sua citazione che potrebbe sembrare banale indica a tutti la necessità di non arrendersi mai, nessuna partita è vinta o persa prima di cominciare : LA COSA CHE MI CONFORTA E’ CHE AL FISCHIO D’INIZIO SIAMO ANCORA ZERO A ZERO cit. Gianfranco Civolani
La scelta della foto che abbiamo deciso di mettere a corredo del nostro articolo non è certo casuale. Gianfranco Civolani, giornalista nazionale e internazionale, comunicatore, un mito per Bologna e i bolognesi, fu prima di tutto il Presidente del basket femminile bolognese per più di 40 anni. Senza di lui, per essere chiari, il basket Donne nella nostra città, probabilmente non esisterebbe da anni. Il Civ nonostante il suo essere burbero, pessimista cosmico se ne esisteva uno, capace di trovare sempre l’aspetto negativo in qualsiasi vittoria ma, allo stesso modo, i lati positivi nelle sconfitte : in pratica un sorriso te lo strappava sempre.Grande virtussino della prima ora (il 1949 quando in Sala Borsa ancora ragazzo gli fu affidato un piccolo incarico giornalistico e da lì non smise più, vide fondare la Fortitudo basket e, nonostante le contrapposizioni, portò sempre rispetto all’altra parte di Bologna.Prendendosi l’onere della gestione della Libertas Basket femminile dal 1962 al 2005, allora la squadra principale della città, si assunse un impegno anche economico notevolissimo per un soggetto che imprenditore non era. In più occasioni il Civ confessò che con il basket Femminile aveva dilapidato l’eredità paterna che, a suo dire, ammontava ad un miliardo di vecchie lire.Ceduta la società nel 2005 si prese carico del Progresso, altra squadra bolognese di B2, 6 anni dopo il Progresso venne targato da Mattleiplast terminando al settimo posto il campionato, nel 2013/2014 il CIv fu protagonista di un primo successo, vedendo la sua squadra salire in A2 , da li nel 2016/ 2017 fu promossa in A1 , campionato massimo , ma dovette rinunciare alla partecipazione a causa dei mancati fondi perciò fu costretto a disputare nuovamente la serie A2 . Lui ha creato dunque, mantenuto e portato per due volte alla massima serie la sua Società. Nel giugno di quest’anno si creò una situazione che consentì il passaggio della Società appena promossa alla Virtus pallacanestro.Gianfranco, che non voleva passare la mano, non la prese bene e, con una di quelle prese di posizione che lo rendevano unico, decise che non solo non avrebbe partecipato a quest’operazione e anzi, per sommo disprezzo, non sarebbe più stato un tifoso Virtussino.Penso che nessuno, tra quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerlo da vicino, possa aver creduto che lo pensasse veramente. Lui che Virtussino lo era nel sangue e fu amico privilegiato di tutti i Presidenti della Virtus, talmente attaccato alla Vnera che con l’avv. Porelli arrivò, per ragioni di passione, ad uno scambio di accuse che sfociò in una querela. Al giorno dell’udienza, perfortuna, il Giudice dopo aver letto le carte, si rifiutò di proseguire in quella che, più che una causa, aveva il sapore della burla goliardica e la vicenda si chiuse li.Se del Bologna sapeva e ricordava tutto, dal ’46 in avanti, la Virtus fu la Donna della sua vita. Per la Virtus ha scritto da solo o in collaborazione con altri i libri celebrativi dei maggiori successi bianco neri. Con l’avvento delle tv private divenne un personaggio televisivo riconosciuto da tutti nel mondo sportivo e non solo. Ovviamente nei suoi interventi quotidiani non dimenticava mai quelle che lui definiva “le sue ragazze” la vicenda sportiva di cui andava più fiero, per cui era molto di più di un Presidente così come siamo abituati adesso a considerarlo, per le sue ragazze è stato negli anni, un fratello, un confidente, un padre e infine anche un nonno. Che sabato contro Costa Masnaga le ragazze della Virtus Rosa giochino col lutto e cerchino di vincere anche per lui mi pare il minimo che si possa fare per rendergli il giusto omaggio, sotto sotto a lui, anche se lo avrebbe negato e sdegnato, avrebbe fatto un immenso piacere.