Nella penultima puntata stagionale del programma Sport Qui, andato in onda ieri sera su Tv Qui, l’amministratore delegato del Carpi Stefano Bonacini ha tirato le somme dopo il girone d’andata di Serie C, chiuso al secondo posto con 41 punti e a -4 dal Vicenza nel Girone B. Tanti i temi trattati, compreso in apertura lo sciopero per la prima giornata di ritorno imposto dal presidente della Lega Pro Ghirelli per protestare contro il Governo in favore della defiscalizzazione chiesta per tutelare il terzo campionato professionistico d’Italia.
Ci puoi raccontare i perchè dello sciopero della Serie C. Ricordiamo che la prima giornata di ritorno, fissata tra il 21 e il 22 dicembre 2019, è stata rinviata a data da destinarsi.
“Siamo vicinissimi al presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli che sta facendo un ottimo lavoro e soprattutto si sta spendendo come nessun presidente ha fatto negli ultimi anni. È davanti agli occhi di tutti cosa sta succedendo in Serie C, anche se noi fortunatamente l’avevamo lasciata nel 2013 facendo cinque campionati di Serie B e uno di Serie A. Quest’anno siamo ritornati nel girone dell’inferno e ho ritrovato una Serie C con connotati totalmente diversi. Dal 2000 in questa categoria sono fallite cento società, quindi questo significa che il sistema non regge e finalmente qualcuno come il presidente Ghirelli vuole porre rimedio. Questo sistema non funziona più perchè ci sono i costi che sono uguali a quelli della Serie B e mi riferisco a steward, vigili urbani, transenne… In Serie B hai circa 5 milioni di introiti, mentre qui non introiti niente. Mentre tre-quattro club hanno dei mecenati che mettono milioni nei loro club, altri cinque-sei falliscono a fine stagione. Ghirelli ha le idee chiare e penso che abbia l’appoggio di tutte le società di C”.
Come ti senti a trovarti secondo dopo aver quasi lasciato il Carpi in estate?
“Sono uscito dalla porta, ho fatto il giro del giardino e sono entrato dalla finestra. Possono andare sia a San Siro che allo Juventus Stadium, ma vado anche dalla Virtus Verona con zero gradi per festeggiare sotto la curva, sporcarmi tutto e rischiare di andare alle mani con uno che non voleva farmi entrare in campo. Bisogna esserci sempre nel bene e nel male, godiamo se andiamo a San Siro ma se bisogna andare dalla Virtus Verona ci andiamo e basta”.
Dopo la sconfitta di Imola, ti aspettavi di chiude il 2019 con sette vittorie di fila.
“Francamente non mi aspettavo di finire l’anno in maniera così imponente. La squadra è forte e vincere sette partite di fila non è come fare una passeggiata di salute. Onore ai ragazzi e allo staff”.
Quali sono il gol più bello e il più significativo del girone d’andata?
“Il gol di Maurizi a Pesaro è il più bello perchè è stata un’azione da manuale del calcio. Il 2-1 di Vano a Verona è invece quello che mi ha dato più soddisfazione. La partita era difficile e per la prima volta ho visto un Carpi che voleva vincere anche di forza. Per questo mi sono sfogato nell’esultanza”.
Quanto ha contato Stefanelli nella costruzione di questo gruppo?
“Per noi i direttori sportivi sono stati molto importanti e Stefanelli può avere ottime prospettive per il futuroIo e Giuntoli siamo cresciuti insieme dalla Serie D fino alla Serie A, poi con Romairone abbiamo sfiorato la salvezza e il ritorno in A nelle Finali Play-off contro il Benevento. Ci poteva stare un intermezzo non brillante con Lauriola, poi questa squadra è stata fatta da Stefanelli. Gli ho lasciato prendere giocatori che lui già conosceva mentre sfoltivamo la rosa”.
Vicenza e Padova sono le squadre più attrezzate del Girone B?
“Il Vicenza ha valori importanti, altrimenti non sarebbe primo con 45 punti. Il proprietario Renzo Rosso conta anche con dieci imprenditori vicentini facoltosi che gli danno una mano a livello economico. Hanno 7.000 abbonati e alcuni milioni di entrate dagli sponsor e un circa milione di botteghino. Anche il Padova sta facendo bene ed è lì a 5-6 punti da noi. Come dico sempre, questo campionato è un bagno di sangue se non hai ampie risorse. Il Padova ha il monte stipendi più alto del Girone B, mentre noi siamo quarti dietro Vicenza e Feralpisalò”.
È vero che ci fu una discussione con Riolfo dopo la sconfitta di Imola?
“Ci fu una discussione accesa ma credo che confrontarsi sia giusto, altrimenti si è dei finti buoni. Aveva commesso qualche errore, gli ho fatto presente che bisogna prendere pochi gol per vincere i campionati, lui ha capito e poi abbiamo fatto sette vittorie di fila. Lui sta mostrando un calcio che a Carpi non si vedeva da tempo e i meriti sono suoi”.
Quando si ritroverà la squadra dopo Natale?
“La squadra si ritroverà il 28 dicembre per iniziare a prepararsi al girone di ritorno”.
È più facile tornare in Serie B vincendo il campionato o i Play-off?
“Secondo me è più facile vincere il campionato. I Play-off sono un terno al lotto, ci sono altre venti squadre e in particolare ci sono quelle del sud che hanno pubblico, storia e mestiere. Noi siamo una squadra di bravi ragazzotti, ma non abbiamo malizia. Proverei a vincere subito il girone. Purtroppo le regole fanno salire solo una squadra in B dai Play-off e questa sarebbe una cosa da correggere”.
In estate come si è sviluppata la trattativa con Felleca per la cessione del Carpi?
“Con Roberto Felleca eravamo molto avanti nelle trattative. Ho trovato delle persone corrette, poi non ci siamo trovati su altri aspetti e i tempi si stavano allungando. Intanto il Foggia è saltato e lui è andato lì. A parte Felleca, con cui sono rimasto in buoni rapporti, non mi sentivo di mollare il Carpi a gente che non mi dava sicurezze. Alla fine ho scelto di rimanere con i miei soci, ma la volontà era di lasciare”.
Passando al calciomercato invernale, si è parlato di un ritorno di Melchiorri per l’attacco dato il recente infortunio di Vano. Cosa ne pensi?
“Melchiorri è al Perugia e non fa al caso nostro dal punto di vista economico e tecnico. Se viene qui è solo per giocare. Non parlo ora di mercato per non mancare di rispetto ai giocatori che attualmente sono con noi. Ci penseremo più avanti. Vano lo aspetteremo senza problemi, sappiamo cosa ha e come deve recuperare”.
Può arrivare Ibrahimovic?
“Se non lo prende Berlusconi al Monza lo prendiamo noi (sorride, n.d.r.). Scherzi a parte, per quello che si è visto finora questa squadra va toccata pochissimo perchè ha degli equilibri sottili. Grazie all’amalgama tra giocatori, staff tecnico e dirigenti si è creato un gruppo con mentalità vincente, dove tutti si stimano e si vogliono bene. Qualche piccolo intervento lo faremo, ma non prenderemo figure che possano rompere il giochino. Dovremo stare molto attenti e non compreremo tanto per il gusto di comprare, anche se potrebbe esserci qualcuno che penserà che non vogliamo spendere soldi”.
Affiancheresti di nuovo Alex Casella a Stefanelli?
“Nell’ultimo anno in B Stefanelli si è presentato con una veste timida. È un ragazzo intelligente con numeri importanti, gli ho dato fiducia quando l’ho fatto venire qui e dopo la retrocessione fu il primo a essere confermato. Prendere Alex Casella fu un errore perchè non si possono mettere due galli in un pollaio. Stefanelli conosceva Riolfo, me l’ha fatto conoscere, mi ha mostrato come giocava e mi hanno convinto entrambi”.
L’impatto di Riolfo su giocatori e tifosi è stato più che positivo.
“Le scommesse a volte le azzecchi e a volte le perdi. L’anno scorso forse fu una scelta azzardata prendere Chezzi che purtroppo non ha fatto bene, ma come traiettoria è simile a Riolfo. Il Carpi aveva bisogno di un gioco diverso per me stesso e per la gente. Riolfo è una persona seria e andiamo avanti con lui e Stefanelli. Sta facendo bene e ha corretto la fase difensiva. Contro la Sambenedettese non abbiamo preso un tiro in porta. Se continua così potrà ambire ad altri palcoscenici”.
Pezzi ha cambiato ruolo, è diventato capitano ed è tra i protagonisti dopo una stagione anonima.
“Mi sembra giusto che l’allenatore faccia esperimenti, poi è chiaro che ci vuole del tempo per cambiare ruolo da difensore a regista. Pezzi ci è riuscito alla soglia dei 30 anni, sta facendo vedere che ha tanta esperienza in questi livelli ed è diventato un vero leader”.
Vano si è rilanciato a suon di gol.
“Stefanelli mi disse che dovevamo ripartire da Vano. L’anno scorso veniva deriso, ma volevamo tenerlo anche perchè dopo la retrocessione era l’unico centravanti rimasto in rosa e non potevamo cederlo. Gli abbiamo pure rinnovato il contratto dopo il 4-1 al Cesena”.
Saric, oggetto misterioso nell’ultima stagione, è diventato un leader tecnico.
“È un Saric completamento diverso, anche se la categoria è inferiore. Oggi Dario potrebbe giocare comodamente in Serie B e ce l’hanno chiesto soprattutto dall’estero. Ha preso coscienza del suo potenziale, ha la fiducia totale del mister, si è integrato in questa nuova squadra e sta dando il meglio di se”.
In porta sta facendo benissimo Nobile. Lo riscatterete dalla Pro Vercelli?
“Nobile ha numeri molto importanti. Abbiamo il diritto di riscatto e vedremo se esercitarlo. Questo va fuori dalla porta come un kamikaze e dà sicurezza ai compagni. L’errore di Verona è stato ampiamente dimenticato”.
Cosa pensi della moda del “Cigno di Rotterdam”?
“Van der Heijden più che in campo lo vedo quando devo pagargli lo stipendio (ride, n.d.r.). Il ragazzo è stato preso in simpatia dai tifosi, veniva da un campionato diverso come quello olandese, ha fatto fatica in B ma non dimentichiamoci che ha 22 anni”.
Ci sono altri giocatori che vedresti bene in altre categorie?
“Sarzi Puttini ha una forza straordinaria, non colpisce all’occhio però è difficile trovare terzini sinistri come lui. Oltre a Saric, credo che anche Maurizi e Biasci hanno possibilità importanti di andare in alto”.
In caso di promozione ripartiresti da questi calciatori?
“Se succedesse quel miracolo terrei gran parte di questa squadra. Dobbiamo ripartire dal nostro patrimonio, come è successo quando siamo saliti in Serie B nel 2013. La strada la conosco, la strada non è semplice ma sono fiducioso”.
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