nella foto in alto : Marco Spissu, insieme a Stefano Gentile e Michele Vitali uno dei tre ex della gara di Sassari, giocatore che in un solo anno ha conquistato il cuore dei tifosi della Virtus, guiderà la sua Sassari allo scontro contro la Virtus.
Domani Marco Spissu affronterà per la 5° volta in carriera la Virtus, squadra che gli è rimasta nel cuore ampiamente ricambiato, ma questa volta lo farà da titolare di quella Dinamo Sassari che sta ripetendo ed anzi migliorando, il campionato dello scorso anno.
In panchina un eterno nemico delle Vnere come Gianmarco Pozzecco, uno dei due giocatori insieme a Mancinelli a dire no alla Virtus, in campo altri due ex quali Stefano Gentile e Michele Vitali, una formazione solida, fisica, con invidualità importanti, tutto sufficiente a far prevedere una gara tiratissima e dall’esito imprevedibile, insomma se fosse una partita di calcio la classica tripla.
Sassari in estate ha perso 3 giocatori fondamentali come Polonara e Mc Gee oltre al centro Cooley, protagonisti assoluti delle 7 finali scudetto, qualcuno pensava che il Banco si fosse indebolito, invece ha pescato bene dal mercato e con il croato Bilan ha trovato un centro che, con altre caratteristiche, non fa certo rimpiangere l’armadio Cooley. Tutto questo per l’area tecnica ma il vero valore aggiunto della Dinamo è il suo Presidente quello Stefano Sardara, unico tra tra i 17 della serie A, a sedere in panchina da sempre.
Se questo sia uno dei motivi per cui i sardi sono la squadra che commette meno falli e ne subisce di più è un dibattito tutto aperto, tuttavia onestà vuole che si dica che il prezzemolino Sardara, il più iperattivo e presente dei presidenti in Lega, andava in panchina anche quando i biancoblu remavano mestamente nelle retrovie e disputavano campionati anonimi.
Tanto per non restare mai nell’angolo adesso il “nostro” guida la fronda delle Società che si oppongono fieramente all’attuale gestione di Bianchi presidente di Lega, la rivolta dei Peones si potrebbe definire visto che le sei dissidenti sono quelle che, per usare un eufemismo, non nuotano nell’oro. Di per sè essere in bolletta non è una colpa ma, in uno sport professionistico, è come a un tavolo di poker : se ti siedi a giocare con gente che ti sovrasta economicamente prima o poi ti devi alzare, nel basket disputare la serie A non è un obbligo, se questo sport intende progredire e crescere d’importanza deve rendere il torneo sempre più interessante con l’esito delle gare mai scontato. Non può essere un caso che le due fazioni vedono da un lato tre big come Milano, Bologna Virtus e Venezia contrapposte alle sei dissidenti e le altre otto alla finestra in attesa degli eventi.
Certamente se il basket vuole tornare ai fasti degli anni ’90 deve darsi regole all’avanguardia ed avere il coraggio di operare scelte anche dolorose, tra queste la prima di andare nella direzione opposta a quella intrapresa, cioè ridurre il numero delle società di serie A anzichè tentare di allargarlo. A oggi al massimo 14 squadre potrebbero essere in grado di sostenere l’onere economico del torneo e renderlo combattuto e avvincente, richiamando i grandi protagonisti che accendono l’entusiasmo del pubblico.
Domani quindi a Sassari (Palaserradimigni ore 17, Eurosport player) andrà in scena lo scontro al vertice della LBA, prima contro seconda, ma anche un confronto tra due società che si contrappongono in Lega che pur sotto lo stesso tetto, hanno una visione del futuro del movimento completamente opposta.
Nella sue dichiarazioni pre partita affidate all’ufficio stampa della Società, coach Djordievic ha fatto i complimenti agli avversari di domani riconoscendone il valore e i meriti per il percorso fatto fino ad ora in Italia e in Europa ma, pur ammettendo che l’impegno sarà durissimo, non si è nascosto, la Virtus è una squadra che può vincere ovunque e, se farà una gara al suo livello, potrà uscire con una vittoria anche dal Palaserradimigni. Stefan Markovic che per motivi fisici non è al meglio da alcune gare sembra sulla via del recupero e già a Monaco è apparso più tonico, ci sarà bisogno di un Markovic vicino al migliore standard. E’ evidente che, quando in campo da una parte c’è un giocatore come Teodosic nessun traguardo può essere precluso alla squadra che ha la fortuna di metterlo in campo ma nemmeno Milos vince le partite da solo, gli altri 11 sono importanti come il”44″ per il traguardo finale.