nella foto : il derby di Bologna in serie A riparte da qui dal marzo 2009 39′ 57″ Dusan Vukcevic scocca un tiro un pò ignorante che però finirà nel sacco e gelerà la Fortitudo
nell’immagine Ceretti/Ciamillo Castoria, Milos Teodosic, dopo tutte le esperienze planetarie, giocherà domani sera la sua prima stracittadina di Bologna.
Sera di Natale 2019 nella inedita cornice della Virtus Segafredo Arena va in scena la sfida n. 106 tra Virtus e Fortitudo. Una gara e una storia infinita, il primo nel 1966 vinto dalle Vnere con 30 punti di Lombardi, da allora giocati 105, 59 vittorie Virtus e 46 della F ma in serie A se vogliamo dirla tutta le distanze si accorciano 45 a 36, massimo svantaggio bianconero -32, massimo svantaggio Fortitudo -41. Si sono giocati derby in ogni categoria dalla serie A alla A2, dalla Coppa Italia alla Supercoppa all’Eurolega. Le sedi sono le più varie, una inedita a Cremona sede di un concentramento finale di Coppa Italia, a Monaco semifinale di Eurolega le altre a Bologna ovviamente suddivise tra Paladozza ed Unipol Arena.
Sgombriamo subito il campo da qualche tonnellata di luoghi comuni e leggende, il derby di Bologna, che con un pò di sano provincialismo si autocelebra come di basket city, è sopratutto la partita dei tifosi, la gara giocata 365 giorni all’anno ovunque in città, dai bar ai ritrovi, dal barbiere alle palestre e agli uffici. Questo clima sfocia poi sugli spalti con varie coreografie, alcune divenute famose, poi si alza la palla e in campo per i giocatori una partita come le altre che da due punti in classifica ma che anche quelli con più pelo sullo stomaco riconoscono non essere una partita come le altre, vista la spinta emotiva dei tifosi.
Fin qui tutto bello e affascinante, per un giorno Bologna centro del basket, cornice di pubblico, una festa.
Peccato però che da molti anni, di pari passo con l’imbarbarimento della società civile, il derby è diventato un pretesto per violenze sfociate in risse con accoltellamenti, persone fermate e arrestate. Il derby del basket a Bologna si gioca sia dentro che fuori il Palazzo e non solo il giorno della gara.
Ettore Messina è noto non amasse il derby e nemmeno il recente scomparso Gianfranco Civolani, per il bagaglio di odio e tensione assurdo per una gara di basket che, tranne nell’era Seragnoli, oltretutto non ha mai rappresentato un crocevia importante nella classifica del campionato. Tanto per abbattere un altro luogo comune che pare graniticamente consolidato, chi dice che la Virtus è il gatto nero della Fortitudo sbaglia grossolanamente : è esattamente il contrario.
Se si guarda la bacheca e i risultati delle due Società, che non sto qui a riportare ma che tutti conoscono, la Virtus dovrebbe condurre almeno 80 a 25, invece la Fortitudo nelle stracittadine ha sempre fornito prestazioni al 101 % delle proprie possibilità sfruttando ciò che ha nel Dna dalla propria fondazione : battere la Virtus. Non per niente da quando nel 1966-67 acquistando il titolo sportivo dalla Sant’Agostino, storica squadra bolognese per 20 milioni, fu iscritta al campionato di serie A, la Società era formata da un gruppo di dirigenti che, non trovando spazio nelle ambiziose Vnere, volevano comunque restare nel basket. Da allora in ben 46 occasioni l’impresa di battere l’eterna e odiata rivale è riuscita.
So che i Virtussini obietteranno che la loro squadra ha vinto “quelli che contavano di più” ma i numeri sono questi e non mentono.
Va da sè che a rimpinguare il bottino abbia sensibilmente contribuito l’era Seragnoli, i dieci anni d’oro in cui profondendo capitali cospicui, la Società di via San Felice divenne un competitore alla pari delle Vnere riuscendo a conquistare finali, quasi sempre perse, piazzamenti e due scudetti con una Coppa Italia.
Quindi il derby visto dalle due sponde è per la Virtus una trappola maledetta in cui non ha avuto quasi mai interesse, nemmeno quando lo ha vinto largamente, in quanto da squadra ritenuta più forte vincendolo non aveva fatto che il compitino.
Per la Fortitudo invece il derby, qualsiasi derby, è la partita della vita, la vittoria che compensa qualsiasi delusione in cui perdendo ha perso contro un’avversaria più attrezzata e vincendolo è il successo del più debole contro il più forte.
Oggi le prospettive e gli obiettivi delle due realtà sono distanti se non all’opposto come forse non è mai stato dal ’66, però statene certi che domani sera, in campo non si noterà. La Fortitudo con un budget modesto, nonostante proclami diversi, ha tuttavia allestito una formazione competitiva azzeccando fino ad ora alcune scommesse che le hanno consentito in casa tre imprese assolutamente impreviste come battere Venezia, Milano e Brindisi.
La Virtus quindi può perdere la partita sopratutto se dovesse commettere l’errore, ma non credo succederà, di non “rispettare” l’avversaria. Se qualcuno dei ragazzi in maglia bianco nera dovesse ascoltare troppo i tifosi che ad ogni angolo di strada li incitano da settembre a passare un buon Natale, ecco allora potrebbe rischiare. Altrimenti la Virtus giocando il “suo” basket dovrebbe, alla fine, venire a capo dell’impegno.
Sui bianconeri pesano alcune incognite delle ultime ore e quindi possibili assenze, primo fra tutti Frank Gaines, colpo al ginocchio, Vince Hunter tenuto a riposo prudenzialmente al Palaserradimigni, Stefan Markovic che convive con un problema alla caviglia da più di un mese : lo staff potrebbe dargli un turno di riposo per averlo in migliori condizioni con Milano. Tutto dipenderà dallo stato di salute di Gaines : dovesse farcela la tentazione del turnover potrebbe esserci e rivedremmo in campo Delia a fare a sportellate con Sims sfruttandone le pause per falli.
La Fortitudo ha alcuni punti deboli riassumibili in una scarsa fisicità ed esplosività nonchè un roster molto corto, tuttavia Martino un allenatore capace e intelligente, ha saputo mascherare fin qui i limiti dei suoi, specie con una zona ben adattata ai giochi d’attacco avversari.
Nelle ultime vinte il tecnico di Isernia ha avuto una grande risposta da Sims che, senza Daniel, nell’ultima con Brindisi ha disputato una gara mostruosa con 17 punti e ben 17 dicasi 17 rimbalzi, con ottime percentuali. L’ex Nba è un giocatore fuori categoria per la Lega Italiana ma tutti sanno perchè gioca da noi, ha dei grandissimi limiti di continuità, sopratutto quando perde la concentrazione e vuole strafare commette 3 falli già nei primi minuti, com’è successo ad esempio a Sassari, autoescludendosi dalla gara.
Le quote agli scommettitori dicono 1.29 alla Virtus vincente contro 3.70 degli avversari, se qualcuno volesse provare nella coda del Natale potrebbe avere soddisfazioni.