nella foto Ceretti/Ciamillo Castoria per Virtus pallacanestro : Massimo Zanetti proprietario della Segafredo e azionista di maggioranza della Vnera ha ridato alla Virtus la dignità perduta con Milos Teodosic l’uomo che in campo guida le ambizioni della Segafredo.
Archiviato in modo trionfale il dicembre tanto temuto (due sole sconfitte con Cremona e Sassari in trasferta) mantenendo la testa della classifica, la Virtus si affaccia al 2020 con autostima e certezze aumentate ma con l’evidente obbligo di alzare l’asticella delle proprie ambizioni.
Il titolo assolutamente aleatorio di campione d’inverno significa poco o niente ma siccome di solito le squadre si giudicano a Natale è arrivato il momento di trarre le prime conclusioni parziali su quello che potrà essere il cammino futuro.
Considerando che la squadra è stata ridisegnata pressochè completamente ed ha avuto necessità di trovare il proprio equilibrio, si può già dire che la “chimica” che consente a un gruppo di ottenere risultati è già molto buona. L’apporto fondamentale dei due Serbi in cabina di regia ha permesso di costruire una squadra solida con meccanismi difensivi e offensivi collaudati. Soltanto Sassari che non dimentichiamo ha disputato lo scorso anno 7 finali scudetto, è stata in grado di giocare alla pari e superare la Virtu senza umiliarla, mentre nella sconfitta di Cremona la Vanoli è stata notevolmente aiutata da una pessima giornata della terna arbitrale.
Se Milano resta per profondità di organico ed esperienza collaudata la più seria candidata allo scudetto, al momento attuale la coppia Sassari e Bologna sembra appaiata alle spalle, con l’enigmatica Venezia che potrebbe riprendere il ruolo che tutti le assegnavano alla vigilia. Credo che lo scudetto debba essere ristretto alle magnifiche quattro con Brindisi in caduta libera e inaspettata, con Brescia e Cremona troppo discontinue per poter rappresentare una vera alternativa.
Dopo averle viste e incontrate tutte, esclusa Trento che le toccherà domenica, la Virtus per il momento guarda tutte dall’alto tenendo conto però del calendario che la costringerà, al ritorno, a trasferte complicate, trovandosi la sola Sassari al Paladozza.
Il dibattito che appassiona tutto il movimento del basket alla fine del 2019 è il giudizio sull’Olimpia e del suo rendimento insufficiente e inaspettato. Oggi sulla Gazzetta Dan Peterson scrive un’appassionata e calorosa difesa del “progetto Armani” avanzando un ardito parallelismo tra la sua squadra del 1987 e questa. Il buon Dan probabilmente deve avere la memoria corta visto che non posso pensare che scriva panzane ma paragonare Gudaitis Tarczewski e Scola a Meneghin – McAdoo mi pare molto ma molto ardito tale da sfiorare, da parte dei protagonisti di quell’OLimpia una querela. Di questa squadra forse il solo che può reggere il confronto sembra Rodriguez vs D’Antoni ma per il resto della formazione il confronto mi pare improponibile.
Dopo averla vista dal vero opposta alla prima squadra della classifica, dopo decine di sfide viste in tv, l’Olimpia pare una formazione che gioca col freno a mano tirato, quello che stupisce maggiormente è l’attegiamento del suo condottiero : Ettore Messina infatti non è un semplice coach ma l’uomo nelle cui mani la società ha affidato pieni poteri.
Quando in tutte le conferenze stampa lui parla al plurale quindi è intuibile che, nelle colpe assegnate al gruppo per gli insuccessi e lo scarso rendimento, includa anche le sue.
Altrimenti non si spiega perchè le colpe siano sempre e soltanto dei giocatori, che è vero vanno in campo e sono i protagonisti, ma l’uomo che li sceglie, li fa mettere sotto contratto, li allena e li guida in campo possa chiamarsene fuori mi pare una tesi un pò bizzarra.
Tanto per fare un esempio il suo avversario di domenica, Sasha Djordievic, in più occasioni in conferenza stampa, ha avanzato l’ipotesi che in qualche occasione del rendimento insufficiente della squadra lui fosse il responsabile per non aver saputo trasmettere ai suoi le idee nel modo migliore.
L’altro enigma che il 2020 dovrà chiarire riguarda la Dinamo sempre più Banco di Sardara. La squadra che Pozzecco guida è una signora squadra solida e fin qui molto continua sia in Italia che in Europa, quello che diventa incomprensibile però è il modo con cui in Italia arrivano le vittorie. L’anomala presenza del suo vulcanico presidente sulla panchina sembra cementare il rapporto squadra – società.
Ogni squadra si sa ha le proprie caratteristiche e i numeri nel basket hanno un grande significato. La Virtus ad esempio comanda in parecchie classifiche e non per nulla guida il gruppo (in primis negli assist e nei rimbalzi), Sassari è la formazione che commette meno falli e ne subisce di più. Fin qui nulla di anomalo tra le 17 una che primeggia anche in questa classifica ci dovrà essere. Il problema è però ben più ampio : nelle ultime uscite Sassari tira dal doppio al triplo dei liberi delle avversarie, anche qui le spiegazioni possono essere molteplici.
Ieri sera tuttavia con Cremona il fenomeno è diventato inspiegabile. Dunque i Sardi hanno tirato DA 3 22 volte esattamente come Cremona ma la squadra di Pozzecco col 45.5 % mentre quella di Sacchetti col 27.3 %, bene quindi spiegato tutto del risultato ? Niente affatto perchè Cremona tira da entro l’arco ben 55 volte contro 35, ma con venti tiri in più vicino a canestro i cremonesi tirano venti liberi in meno, mentre tutte le altre voci statistiche sono stanzialmente in equilibrio.
In attesa del rientro in gruppo di Venezia dunque la Virtus cercherà di mantenere la testa fino in fondo ma farlo sarà durissimo e ci sarà bisogno di qualche aiutino. Le Vnere attendono dal mercato quegli innesti che potrebbero sigillare la supremazia fin qui evidenziata. Le ipotesi sono tante ma la scelta più difficile è quella del sesto italiano, il posto lasciato libera da Aradori non ancora ricoperto. Italiani in grado di costituire una valida alternativa a Weems in circolazione non ce ne sono quindi al momento l’ipotesi più probabile di trovarlo straniero in modo da tesserarlo per schierarlo in Eurocpu e risparmiare minuti e quindi fatiche a Kyle Weems, circolano molti nomi e vedremo se, nella calza della Befana, coach Djordievic troverà l’ottavo straniero.