nella foto Ceretti/Ciamillo Castoria per Virtus pallacanestro : il proprietario della Virtus Massimo Zanetti e Milos Teodosic che, insieme ai suoi compagni, tenterà di portare la Coppa Intercontinentale FIBA nella bacheca Virtussina.
Nemmeno il tempo di una dormita ristoratrice e il carrozzone Virtussino si è rimesso in moto, imbarcato al Marconi per un volo con destinazione Tenerife. Questa trasferta e questo impegno, al di là delle fatiche comprensibili, è molto utile per dimenticare la cocente delusione della gara persa col Partizan.
Il bel faccione gongolante alla fine di Andrea Trinchieri, Trinca per molti e Gas Gas per pochi, ha molto da compiacersi perchè di partite così la sua squadra ne vincerà ben poche in futuro. Rivista in tv nelle ore successive la prima impressione è rimasta e addirittura ingigantita : la Virtus ha fatto e disfatto fino a suicidarsi all’ultimo giro di lancette. Penso che la visione degli ultimi 5′ sarà per tutto lo staff Virtussino un esempio molto didattico per il futuro.
La sfida col Partizan ha anche dimostrato ulteriormente che il Signore seduto in parterre osannato da tutto il Paladozza per le sue prodezze da giocatore, ha imparato bene anche il suo nuovo mestiere. La potentissima federazione Serba che rappresenta un movimento cestistico di prim’ordine al mondo, è in grado di far valere il proprio “peso” politico molto meglio di quella, pressochè inesistente, Italiana. I ventimila spettatori della Stark Arena e i 450 arrivati al Paladozza reppresentano per i vertici Uleb un miele difficile da non gustare, un modo per dire : noi vogliamo disputare il prossimo anno l’Eurolega. Premesso che sulla buona fede e l’onestà degli arbitri non è lecito dubitare, l’arbitro è per definizione imparziale, è altrettanto ovvio che gli arbitri di basket debbono possedere un bagaglio tecnico simile a quelle degli allenatori. Pertanto è altrettanto ovvio che ognuno ha le proprie preferenze e caratteristiche. Entra in gioco quindi il tema delle designazioni, se tu cara Uleb mi mandi gli arbitri “casalinghi” quando gioco in casa e ipergarantisti quando gioco in trasferta mi hai già fatto un grosso favore.
Tanto per essere chiari ciò che è stato fischiato e non fischiato negli ultimi 4 minuti mercoledì sera al Paladozza è un’offesa al basket. I due calci al pallone col recupero dello stesso successivo contropiede con fallo subito, il 5° fallo a Ricci che non tocca ne l’uomo nè la palla e sopratutto lo sradicamento del pallone dalle mani di Gamble da parte di Zagorac che va a segnare il canestro decisivo sono tre decisioni che dovrebbero porre molte domande a chi, nell’Uleb, deve garantire la tutela dei diritti di tutti i partecipanti. Se poi a tutto ciò aggiungiamo il “trattamento” che è stato consentito su Teodosic in entrambe le gare, allora i dubbi s’ingigantiscono.
Oggi tuttavia (19.30 al Pabellon insular Santiago Martin di Tenerife e su DAZN) la Virtus dovrà resettare subito e battere gli argentini del San Lorenzo de Almagro per aver accesso alla finale. La squadra argentina maglia rossonera a strisce verticali (come l’attuale Varese) è più nota per la sezione calcistica (il primo tifoso con tanto di tessera Papa Bergoglio), dovrebbero essere un’avversaria tosta oltrechè sconosciuta ai più. Scorrendo il roster l’unico nome noto è Gani Lawal (non Shane quello dello scudetto di Sassari) già visto in Italia per due volte a Milano, a Cantù e anche lui a Sassari. Oltre al Nigeriano figurano in formazione 6 argentini, il play Sims unico statunitense, il tutto per una squadra dall’età media piuttosto elevata.
Probabile che, come sempre in campo internazionale, sia una battaglia ma se avrà assorbito le socrie mentali della sconfitta col Partizan, la Virtus dovrebbe farcela a disputare la finale per la Coppa domenica 9 febbraio.