Enrico Pezzi, centrocampista e capitano del Carpi, ha parlato via Skype nel programma Sport Qui andato in onda ieri sera su Tv Qui.
Come state vivendo la quarantena? Seguite dei programmi di allenamento forniti dal preparatore Arceci?
“Come tutti i miei compagni, siamo a Carpi a parte alcuni pendolari che tutto l’anno fanno avanti-indietro dai dintorni della città. Il preparatore atletico ci ha dato un programma di allenamenti che cerchiamo di seguire il più strettamente possibile. Ogni tanto, grazie ad una app, ci troviamo virtualmente con mister, staff e compagni per allenarci insieme”.
Quanto è difficile restare concentrati, in vista di un eventuale ritorno in campo, durante questo mese?
“I problemi che sono intorno a noi sono più importanti della nostra salute fisica. La testa è rivolta anche ai famigliari e agli amici che non sono con noi in questo momento. Restare un po’ allenati ci può aiutare per quando riprenderemo, speriamo il prima possibile, gli allenamenti normali. A casa abbiamo delle cyclette per fare lavoro aerobico, oppure si fa lavoro a corpo libero e di forza. Ci stanno mancando le basi del calcio che sono la corsa, dato che è vietato uscire di casa per correre, e soprattutto il contatto con il pallone. Per ora ci manteniamo così, ma non sarà mai come un allenamento vero e proprio”.
Ti sei cimentato in sfide lanciate da vari calciatori come i palleggi con la palla o la carta igienica?
“Non sono particolarmente social, ma ho visto tanti compagni che lo fanno. Sicuramente è un modo per distrarsi e dare aggiornamenti a chi li segue”.
Rimini, la tua città natale, fu una delle prime zone rosse dell’Emilia-Romagna. La tua testa sarà anche lì e ai tuoi cari.
“A Rimini ci sono i miei genitori, mio fratello, oltre a vari amici. Cerco di sentirli quotidianamente per capire come è la situazione. Anche loro stanno a casa. Purtroppo il momento è così, ci hanno dato regole importanti e cerchiamo di seguirle”.
Questa lunga sosta è una sfida alla vostra dieta da sportivi?
“La mia compagna si diletta in cucina, poi mi tocca assaggiare e dire che è buono (sorride, n.d.r.). Per fortuna non ho problemi di peso o di metabolismo. Ovviamente dobbiamo tenere d’occhio cosa mangiamo e allenarci duro se si sgarra”.
La vostra stagione si sia fermata dopo le due vittorie contundenti contro Reggio Audace e Piacenza.
“Indipendentemente dal risultato che comunque è straordinario, la nostra stagione stava andando molto bene. Dispiace non poter fare il nostro lavoro e vedere i tifosi anche dopo la partita. Come tanti milioni di italiani, abbiamo perso le nostre routine. A volte sulle chat private facciamo qualche scherzo per passare il tempo. Per esempio, Biasci stava facendo benissimo, stava segnando tanti gol e gli dispiace essersi fermato proprio ora”.
Voi calciatori volete maggiori garanzie?
“Durante questo periodo molto calciatori saranno tornati nelle loro città d’origine per stare con i genitori, oppure c’è chi vive fuori provincia o regione e uno non sa con chi è entrato in contatto. Quando si ritornerà ad allenarsi, alcuni potrebbero di nuovo tornare in quarantena supplementare perché si spostano di comune o regione e potrebbero portare il virus. Forse la soluzione migliore sarebbe fare tamponi a chi non è sicuro di essere stato in quarantena. Solo così, sapendo che ci sono negatività al coronavirus, potremo giocare tranquillamente”.
Credi che sarà tutto recuperato entro giugno? Voi intanto dovreste riprendere gli allenamenti dal 3 aprile.
“In questi giorni secondo me si saprà qualcosa in più. Sto seguendo i numeri e a breve potrebbe cambiare la curva di crescita dei contagiati. Queste tre settimane saranno importanti per tenersi in sesto quando si riprenderà la stagione. Forse bisognerà cambiare qualcosa riguardo le promozioni e le retrocessioni”.
Che voto dai alla stagione del Carpi?
“Darei un 8 perché abbiamo fatto più delle aspettative di molti e forse anche di noi stessi. Abbiamo creato qualcosa di importante: un gruppo che ha iniziato a lavorare dal 15 luglio e si è composto nei mesi successivi tra chi non era sicuro di rimanere, chi non aveva mai giocato a questo livello e chi voleva giocarsi qualcosa di importante. Sicuramente è un voto molto positivo”.
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