L’allenatore del Carpi Giancarlo Riolfo, ai microfoni di Radio Bruno, ha parlato del proseguimento della quarantena legata al Coronavirus e delle possibili sorti del campionato di Serie C, avviato verso la sospensione definitiva ma con la grande incognita della quarta squadra che la Lega Pro vorrebbe promuovere in Serie B.
Come stai vivendo la quarantena?
“Si vive alla giornata riflettendo, cercando di tenersi aggiornati con la squadra e allenandoci per avere la giusta condizione in attesa di poter tornare a giocare a calcio”.
Sapevi che Bonacini era stato contagiato dal Coronavirus?
“Il patron mi ha parlato solo quando era in via di guarigione. Ha voluto tutelare la famiglia e la sua persona. Purtroppo un mese fa ho perso mio padre, non si sa bene se per il virus o no. Queste sono situazioni particolari e chi le affronta da vicino sente maggiormente il disagio”.
Cosa pensi del probabile stop definitivo della Serie C?
“Penso che sia un discorso di numeri se facciamo il confronto con categorie superiori. La Serie A trascina avanti il movimento del calcio ed è normale che l’attenzione sia rivolta soprattutto a loro, anche se il professionismo esiste pure in Serie B e in Serie C”.
In caso di ripartenza del campionato, che Carpi ti aspetti?
“Più che riprendere, è più complicato riorganizzare il futuro della squadra. Ripartiremo tutti da zero e sarà come scoprire un mondo nuovo. Dopo uno stop così lungo bisognerà essere preparati a livello mentale”.
Speri nella promozione tramite la media punti?
“Io sono per la meritocrazia. Se non si può più tornare a giocare, è giusto che salga chi è primo ma serve seguire la stessa cosa per il resto. Siamo diretti interessati perché, con una partita in meno, abbiamo la migliore media punti di tutte le seconde e questo credo che sia l’unico parametro che può dare equilibrio”.
Avete discusso del rinnovo del contratto?
“Ancora non ne abbiamo parlato. Vivo tutto con programmazione e alla giornata. Qui mi sono trovato bene, abbiamo fatto grandissime cose con i ragazzi e per questo ringrazio il direttore Stefanelli, il patron Bonacini, un uomo d’azienda dal quale c’è molto da imparare, e i suoi soci. La squadra è tra le più giovani del campionato e speravamo che potesse crescere in maniera esponenziale. Il rammarico per questo stop forzato è grosso, purtroppo è successa una cosa davvero imprevista e speriamo di uscirne al meglio”.
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