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PORTIERI
Nobile, arrivato in prestito dalla Pro Vercelli, ha raccolto l’eredità di Colombi disputando l’intero campionato da titolare (unico in rosa a giocare tutti i minuti a disposizione) e tenendo la porta chiusa in 10 partite su 28 totali. Si è imposto con uno stile diverso, fatto di vistose uscite alte molto sicure (eccezion fatta per il goffo autogol contro la Virtus Verona) e talvolta spericolate quanto la sua voglia di giocare con i piedi alla Neuer, ossia sulla sua trequarti. Si è preso qualche rischio, ma non ha mai dovuto rendere conto. Grazie a una difesa quasi perfetta (superata quasi solo a palla ferma da ottobre in poi) non ha dovuto sporcarsi i guanti in varie occasioni, ma quando c’era bisogno si è messo in mostra con grandi parate contro Cesena (andata e ritorno), Sudtirol, Padova (rigore parato a Santini in Veneto) e Triestina. Nei Play-off ha salvato la baracca finché ha potuto. Rossini, svincolato dal Cattolica, è stato il portiere nelle due Coppe Italia e si è comportato bene soprattutto in Tim Cup contro Livorno e Cittadella (un rigore parato a Celar nei supplementari), mentre nella Coppa di Serie C ha pesato una sua papera sulla vittoria della Pro Vercelli nei Trentaduesimi di Finale. Nessun voto per Celeste, preso dal Sasso Marconi (ha debuttato da prof nei minuti di recupero contro la Pro Vercelli), e Mascolo, convocato saltuariamente dalla Berretti.
Nobile 7
Rossini 6
Celeste s.v.
Mascolo s.v.
DIFENSORI
Un’estate fa, fino all’ultimo giorno di calciomercato, sembrava che la storia tra Ligi e il Carpi sarebbe finita bruscamente (non come con Blanchard, ma qualcosa di simile). Dopo un anno da titolare indiscusso con Calabro (2017-2018), nella scorsa tragica stagione dei biancorossi il gigante di Sassocorvaro era stato tagliato fuori da Chezzi e da Castori e quindi ceduto in prestito allo Spezia nel gennaio 2019. Alla fine (e a sorpresa) è rimasto al Cabassi, è stato promosso come vice-capitano e ha dimostrato di essere un giocatore di lusso per la Serie C, categoria che non frequentava dal 2011. Purtroppo si è perso i Play-off per un infortunio e la sua assenza autoritaria nella retroguardia si è sentita. La rivelazione del reparto arretrato è stato Sarzi Puttini, 24enne terzino sinistro cresciuto nel Carpi (vinse da comparsa la Serie B nel 2015) e finalmente tornato in pianta stabile alla base dopo i prestiti in Serie C tra Sudtirol, Piacenza, Cuneo e Fermana. Per lui 20 presenze tra campionato (18, un guaio muscolare lo tenne ai box per tutto ottobre) e Play-off con ben 4 assist vincenti. Si è fatto apprezzare per la personalità, l’intraprendenza nella corsa e per i cross insidiosi, sia con palla ferma (angoli o a volte punizioni) o in movimento. Le offerte di mercato non gli mancheranno. Sabotic, montenegrino ex Reggiana reduce da due anni poco felici in C con Pisa e AlbinoLeffe, era un vecchio obiettivo di Giuntoli ed è stato il principale partner di Ligi al centro. Già nei turni di Coppa Italia avevano mostrato un’intesa che alla lunga si è rivelata ottima. Ha costruito il suo gioco con posizionamenti e anticipi mirati quanto decisi. Si può dire che è stato un po’ sfortunato nell’area avversaria dato che contro Virtus Verona e Sambenedettese i portieri avversari gli hanno negato due gol che sembravano fatti. Sulla corsia destra c’è stato parecchio movimento: Pellegrini, ex Fano e Montebelluna, iniziò da titolare, ma gli infortuni contro Imolese del 28 ottobre e Vicenza del 19 gennaio (rischiò di fratturarsi la mandibola in uno scontro con Nobile) hanno dato maggiore spazio all’ex Vis Pesaro Rossoni, autore di 1 gol contro il Ravenna e di un finale di campionato esplosivo. Probabilmente è stato il terzino che meglio si è integrato con Sarzi Puttini. Tra le riserve hanno spiccato per impegno e generosità (spesso hanno giocato stringendo i denti) l’ex Siena Lomolino sulla fascia sinistra (l’anno scorso aveva vinto i Play-off col Trapani); e Boccaccini, gigante di 1,90 cm arrivato in extremis dal Rimini e sostituto di Sabotic in campionato e di Ligi nei Play-off. Varoli, prodotto del vivaio rientrato a casa dopo due anni in D al Fiorenzuola, ha dato buoni segnali (debuttò sostituendo Sabotic contro il Sudtirol all’andata) a differenza di Varga, preso in inverno dal Siena e poco convincente nell’unica partita giocata da titolare, ossia il 2-2 contro l’Alessandria. Senza voto Clemente, poco usato e tornato alla Fermana a metà campionato.
Ligi 7,5
Sarzi Puttini 7,5
Sabotic 7
Boccaccini 6,5
Lomolino 6,5
Rossoni 6,5
Pellegrini 6,5
Varoli 6
Varga 5
Clemente s.v.
Soragna s.v.
CENTROCAMPISTI
Nel 2017-2018, al debutto in Serie B dopo il prestito in Serie C al Siena, fu la rivelazione del Carpi. Per Saric questa stagione è stata quella del rilancio dopo le sole 5 presenze nella scorsa Serie B. Riolfo gli ha dato fiducia immediata e il talento italo-bosniaco, con il numero 10 sulla schiena, si è espresso a grandi livelli prima da trequartista fino a novembre e poi da mezz’ala sinistra, mostrando miglioramenti sotto l’aspetto fisico, tattico, tecnico e mentale. Si è tolto pure lo sfizio di segnare 4 gol, compresa una doppietta nel 3-0 al Piacenza nell’ultima gara pre-Covid del febbraio. L’azione della seconda rete rappresenta al meglio tutto il suo potenziale. Purtroppo è stato uno dei giocatori più colpiti dalla lunga inattività e nei Play-off non ha potuto dare un contributo all’altezza. Sarà dura tenerlo ancora al Cabassi. Anche Saber, rientrato con enormi motivazioni dopo il prestito all’Imolese (nella gestione Calabro non aveva convinto del tutto), è stato una garanzia sul centrodestra per rompere il gioco avversario e per dare velocità alle giocate offensive, spesso sovrapponendosi a vicenda con il terzino di turno. Gli sono mancati alcuni inserimenti offensivi, come quello che gli permise di aprire le marcature contro il Sudtirol con un pallonetto pazzesco dal limite dell’area. L’ago della bilancia tra tecnica e fisicità è stato Pezzi, uno dei pochi superstiti della retrocessione dalla Serie B nonché tra i peggiori in assoluto. Non era facile ripartire con questi pesi sulle spalle, ma Riolfo nel precampionato gli assegnò la fascia da capitano gli cambiò il ruolo: da terzino destro (ruolo ricoperto solo nelle ultime partite contro Reggio Audace, Piacenza e Novara) a regista davanti alla difesa. Il risultato è stato sorprendente grazie alla generosità e all’impegno dell’ex Benevento, non velocissimo nelle giocate ma pratico, senza fronzoli e in grado di gestire i ritmi di un gioco dispendioso, aggressivo e dominante. Anche Jelenic era chiamato al riscatto dopo la retrocessione e, quando non ha dovuto fare i conti con i soliti infortuni (soprattutto a inizio campionato), ha dato un notevole contributo sotto forma di corsa e duttilità prima da seconda punta a supporto di Vano e poi da trequartista alle spalle di Vano e Biasci. Per lo sloveno il report è di 5 gol (3 su rigore) e 7 assist totali. L’asso nella manica di Riolfo è stato Maurizi, lanciato in Prima Squadra dopo due anni in prestito alla Fermana: è stato alternato da trequartista/riserva di Saric e verso la fine del girone d’andata come punta in coppia con Biasci a causa dei malanni di Vano. Il giovane romano, responsabilizzato in carriera per la prima volta, ha risposto con 4 gol pesantissimi, specialmente gli ultimi due decisivi per battere Vis Pesaro e Sambenedettese e stabilire il nuovo record per il Carpi di vittorie consecutive in tornei professionistici (7). A differenza di Saric si vede però che deve ancora crescere per essere più incisivo e continuo, ma i piedi buoni non gli mancano. Carta, fedelissimo di Riolfo a Savona e a Pesaro, aveva iniziato titolare come mezz’ala destra e si era distinto per un gol decisivo contro la Feralpisalò e un piede destro educato su calcio da fermo. Da inizio novembre è diventato una riserva a causa dello spostamento di Saric sulla linea di centrocampo e lentamente è sparito dai radar. Si sono ritagliati spazi Simonetti, prestato dal Parma (convincente come vice-Saber o da vice-Pezzi quando necessario), e Fofana, altro prodotto del vivaio rientrato dopo i prestiti a Savona e Fermana e tra i più usati a gara in corso da Riolfo per dare forze fresche in mediana.
Saric 7,5
Pezzi 7
Jelenic 7
Saber 7
Maurizi 7
Simonetti 6,5
Carta 6,5
Fofana 6
Bellini s.v.
Grieco s.v.
Magrini s.v.
Mantini s.v.
Maroni s.v.
ATTACCANTI
La palma del migliore giocatore del Carpi versione 2019-2020 va a Biasci, capocannoniere del Girone B con 14 gol e autore in totale di 17 centri. La partenza di Arrighini, confermatosi disastroso dal punto di vista del cinismo anche in Coppa Italia contro il Cittadella (un gol divorato nei supplementari sul 2-3 e un rigore decisivo parato nella serie dal dischetto), ha aperto le porte all’ex Carrarese e campione del mondo universitario con l’Italia nel 2015 in Corea del Sud. Inizialmente proposto come da panchinaro spacca-match, ci ha messo un po’ per carburare e integrarsi nel gioco di Riolfo, ma a partire dalla punizione vincente contro la Carrarese in Coppa Italia di Serie C ha trovato una confidenza impressionante con la porta. Le reti da subentrato contro Gubbio e Fano e gli ingressi piccanti nei KO contro Modena e Imolese hanno convinto Riolfo a schierarlo titolare insieme a Vano. E infatti le doppiette casalinghe contro Ravenna e Fermana sono state l’antipasto di un 2020 iniziato a livelli mostruosi: 8 gol (2 doppiette contro Rimini e Reggio Audace) in 7 partite (a secco solo contro il Vicenza) e sorpasso in classifica cannonieri sul piacentino Paponi proprio nell’ultima giornata prima della sospensione forzata. Negli Ottavi dei Play-off ha evitato l’eliminazione contro l’Alessandria con un’altra doppietta, ma ai Quarti contro il Novara non ha avuto lo spunto giusto. Per Tommy ora c’è la fila sia in C che in B. Vano, quarta punta in B con pochissimo credito a favore, si è reso protagonista di un avvio di stagione folgorante: 9 gol nelle prime 7 partite stagionali, tra cui 4 in Coppa Italia (dove sarà capocannoniere insieme all’ascolano Scamacca), le doppiette contro Cesena e Sudtirol nelle prime giornate di campionato e il tap-in contro il Rimini. Nel suo miglior momento però ha avuto dei problemi fisici che lo hanno tenuto lontano dal campo e dopo il rientro, pur segnando in minore quantità (l’ultimo acuto da urlo contro la Virtus Verona all’81’ sotto la pioggia), non è riuscito a far valere (complice anche un trattamento molto esclusivo da parte degli arbitri) il suo gioco fatto di strapotenza fisica, sponde aeree e galoppate a lunghe falcate in profondità. Nei Play-off Riolfo gli ha dato fiducia schierandolo titolare per due volte e Michelone complessivamente non è stato incisivo nonostante l’illusorio gol (il 13° stagionale) contro il Novara. Cianci, fotocopia di Vano arrivato in prestito dal Teramo a gennaio, non aveva dato grandi segnali in coppia con Biasci fino al vero e proprio exploit nel derby contro la Reggio Audace, alla quale ha segnato una tripletta da ex. In quel pomeriggio di gloria è racchiuso tutto il meglio della sua breve esperienza in biancorosso (solo 8 presenze), interrotta per colpa del coronavirus quando forse si era sbloccato anche mentalmente. Carletti, rientrato dopo i prestiti al Prato e al Gozzano, si era presentato al top chiudendo sul 4-1 il derby vinto all’esordio contro il Cesena ma quando è stato chiamato ha avuto pochissimi minuti a disposizione (ha giocato da titolare in campionato solo nel derby d’andata contro la Reggio Audace).
Biasci 8
Vano 7
Cianci 6,5
Carletti 6
Arrighini 4
Van der Heijden s.v.
Mastaj s.v.
Tommasone s.v.
Zerbo s.v.
ALLENATORE
Mister Riolfo ha dato una nuova identità di gioco al Carpi, soprattutto dopo il ciclo di Castori (e anche di Calabro) fatto di verticalizzazioni in attacco (spesso derivante in sterilità offensiva), corsa, pressing asfissiante e difesa di ferro. La solidità difensiva del suo 4-3-1-2 è stata accompagnata dal centrocampo in su, sotto la supervisione in regia di Pezzi (una sua scommessa vinta), da trame offensive premiate dalla qualità esplosiva dei suoi interpreti. Al Cabassi un gioco così devastante e spensieratamente costruttivo non si vedeva da anni. I risultati ottenuti e i gol segnati dimostrano che la sua squadra è stata un rullo compressore specialmente in casa, mentre in trasferta si è dovuto sudare di più. Le vittorie sofferte e di misura (per esempio contro Feralpisalò, Virtus Verona, Triestina, Sambenedettese) invece rimandano al suo illustre predecessore. Riolfo ha saputo far valere la possibilità di fare cinque cambi e ha trasmesso le giuste dosi di responsabilità e stimoli a tutti i suoi ragazzi, siano essi titolari o riserve che magari hanno dovuto sostituire a lungo un titolare infortunato (vedere per esempio Rossoni, Lomolino, Boccaccini e Simonetti). A centrocampo ha ritagliato un posto per Saric e Maurizi, giovani arrembanti e vogliosi di stupire. In attacco ha rispolverato Jelenic da trequartista, ha perso una torre come Vano ma ha scoperto un Biasci pungente e letale. Non era facile costruire quasi da zero un Carpi giovane (età media 24 anni) e affamato, dimostratosi un gruppo vero per tutto l’anno. Purtroppo chi lo sa come sarebbe finito il campionato senza l’arrivo del coronavirus e lo stop forzato. Ai Play-off, giocati a luglio dopo oltre quattro mesi di inattività, non è stato possibile riproporre il meglio che si era visto durante la stagione regolare. Considerando le premesse estive (ambiente col morale sotto terra per aver perso la Serie B guadagnata per la prima volta nel 2013, Bonacini sul punto di lasciare e poi rimasto, organico smantellato), poteva essere una stagione totalmente anonima o di sorprendente rilancio. Sicuramente è stata la seconda opzione.
Riolfo 7
*in corsivo i giocatori ceduti nelle sessioni di mercato.
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