nella foto Ceretti/CIamillo e Castoria per Virtus pallacanestro : Alessandro Pajola, ex ragazzo prodigio, oggi colonna della Virtus Segafredo Bologna qualificata per le final four di Supercoppa.
Alessandro Pajola nato il 9 novembre del ’99 (ma chissà perchè con una data di nascita del genere gioca col n.6) tra poco quindi farà 21 anni, segno zodiacale Scorpione (quello dei grandi cestisti !!), è stato il giocatore della Virtus più continuo e decisivo nelle prime sei partite della stagione. In particolare ieri contro la Unahotels Reggio Emilia quando nell’ultimo quarto, fuori Teodosic per un problema fisico e Markovic in una giornata tra le più storte da quando è a Bologna, ha preso per mano la squadra e l’ha condotta nel porto sicuro della qualificazione, ottenuta coi denti, rischiando oltre il lecito (Reggio Emilia a una manciata di secondi ha avuto due volte il tap in del pareggio) però alla fine la vittoria è arrivata e la Reggiana ben messa in campo dall’ottimo Antimo Martino, ha dovuto inchinarsi allo strapotere di Bologna.
Se la gara di ieri è stata l’esame di laurea del ragazzo di Ancona, la tesi è stata il canestro in back door su assistenza di Teodosic con cui ha tagliato come una lama nel burro la difesa bianco rossa schierata, ma la sua partita è fatta di quasi 20′ in cui ha mostrato tutto il campionario delle sue qualità. La difesa divenuta il marchio di fabbrica di casa Pajola, la visione e il controllo costante del gioco, l’entrata a canestro facilitata da un primo passo esplosivo e, da qualche tempo, un tiro da fuori che ancora non ha percentuali importanti ma sul quale le difese sono costrette ad uscire.
La lunga attraversata del deserto di Pajola è iniziata a poco più di 16 anni quando nella sfortunata Virtus della retrocessione, Giorgio Valli lo volle in panchina al Taliercio contro la Reyer e in quella stagione gli fece assaggiare il campo altre due volte.
Fu Alessandro Ramagli con Alberto Bucci (che stravedeva per lui) a lanciarlo in prima squadra in A2, conquistò la Coppa Italia di A2, il campionato di A2 con la promozione in A, nel 2018/19 la BCL, lo scorso anno ha disputato l’Eurocup, a soli 20 si appresta a staccare i cento gettoni in serie A, solo l’interruzione dello scorso anno gli ha impedito di festeggiare già questo traguardo.
Nella sua maturazione di giocatore i due Serbi Teodosic e Markovic hanno avuto un’importanza fondamentale, pare che sopratutto il secondo lo catechizzi come un fratello maggiore prima degli allenamenti.
E’ un grande lavoratore in palestra e i risultati sul campo gli danno ragione, il suo problema tecnico era la scarsa iniziativa in attacco e su questo difetto sta impegnando tutte le sue forze.
Non è un tiratore naturale ma i buoni maestri e la sua costanza stanno limando anche questo limite. Se qualcuno ha giocato a basket può immaginare cosa significhi per quasi 365 giorni all’anno tirare a canestro 500 volte ma il ragazzo marchigiano, dietro il viso da bravo ragazzo e i riccioli da Gesù Bambino, non ha paura di nulla e di nessun avversario.
E’ legato da ragazzo al bianco nero con la V ma nella sua vita c’è già stato tanto azzurro : tutta la trafila delle nazionali dall’ Under 15 fino all’ Under 20 : adesso però aspetta la maglia azzurra più importante, Sacchetti non l’ha ancora chiamato, ha scelto Fantinelli, Ruzzier ma non ha mai chiamato il Virtussino.
Nel derby d’andata, anche se sedeva sull’altra panca, il C.T. lo deve aver visto e anche bene considerato che nella sconfitta della sua Fortitudo all’Unipol Arena il play virtussino ha avuto un ruolo da protagonista, sicuramente alla prossima convocazione la chiamata arriverà.