” Caro basket, dal momento in cui ho cominciato ad arrotolare i calzini di mio padre e a lanciare immaginari tiri della vittoria nel GreatWestern Forum ho saputo che una cosa era reale : mi ero innamorato di te.
Un amore cosi profondo che ti ho dato tutto dalla mia mente al mio corpo, dal mio spirito alla mia anima ” Kobe Bryant
Questo è il primo e più significativo paragrafo della lettera di addio al basket della stella Americana ed è anche una sorta di testamento spirituale vista la tragedia che ha colpito la famiglia Bryant solo quattro anni dopo nel gennaio di questo maledetto 2020.
Il ricordo di Kobe è legato all’Emilia, in particolare a Reggio Emilia dove il Padre giocò per alcuni anni, ma anche a Carpi dove nel giugno 1990 partecipò insieme a suo padre Joe ad una manifestazione di mini basket alla Palestra Kennedy.
Impossibile dunque non pensare e ricordare quel giorno sfogliando il libro ” STORIA DEL BASKET CARPIGIANO ” presentato stamane alla stampa nella Sala Consiliare del Comune di Carpi, alla presenza del Sindaco Alberto Bellelli e all’assessore allo sport Andrea Artioli.
Una fatica durata alcuni anni per i quattro autori : Massimo Ariani, nella foto,
ideatore dell’iniziativa editoriale, Ugo Aguzzoli il topo di biblioteca a cui si deve la ricerca capillare della documentazione storica, poi Luigi Lamma ex giocatore e Fabrizio Stermieri ex arbitro, giornalisti professionisti.
Nel suo intervento di saluto il Sindaco di Carpi ha ringraziato per l’opera che consente alle nuove generazioni di conoscere tante curiosità del passato e dimostra che lo sport affratella e consente di perpetrare nel tempo amicizie che, con la frequentazione quasi quotidiana, diventano rapporti indissolubili poi nella vita sociale di una città.
Tra le migliaia di notizie e le centinaia di foto che corredano il libro spiccano alcune curiosità ignote ai più che i 4 autori sono riusciti a scovare con un lavoro certosino d’interviste a chi poteva fornire documentazione, riferimenti, fotografie, locandine, referti di gara, articoli di quotidiani locali ecc.
Si deve pensare che il basket a Carpi non ha mai raggiunto una grande notorietà nel panorama nazionale pertanto la ricerca è stata particolarmente difficile. Impreziosita dalla prefazione di Flavio Tranquillo giornalista e commentatore televisivo, notissimo al grande pubblico per le sue telecronache NBA, l’opera ripercorre un periodo storico che va dal 1935, anno della prima gara ufficiale a Carpi fino al 1985, cinquant’anni di basket che consentono di ricostruire, specialmente nell’epoca pioneristica di questo sport, la realtà carpigiana.
La prima curiosità che il libro testimonia è che la prima gara di basket, all’aperto come usuale all’epoca, si svolse in un campo ricavato nello spazio dietro l’attuale curva ospiti del Cabassi e fu disputata da una squadra femminile, in fondo inevitabile in una città in cui, il ruolo della Donna, è andato assumendo sempre più importanza nel secolo scorso quando l’imprenditoria locale è stata a forte valenza femminile.
Nel corso dei 50 anni ripercorsi dal libro le testimonianze di presenza femminile nel basket carpigiano sono di valore, il che dimostra una grande passione per uno sport duro dal punto di vista fisico per una Donna, molto più della pallavolo tanto praticata in provincia, ma certamente meno del calcio o del rugby oggi in voga anche per il sesso femminile.
In campo maschile il basket a Carpi ha avuto un periodo di grande fermento quando ha vissuto della rivalità, come spesso in Italia, campanilistica tra due Società che si sono affacciate insieme ai campionati nazionali : la Kennedy e La Patria. Alla fine degli anni ’70 Carpi aveva due squadre maschili una in serie D (La Patria) e l’altra in C2 (la Kemmedy) e una Femminile (sempre La Patria) .
Questa rivalità fu il volano per allestire formazioni competitive.
In seguito, rimasta solo la Kennedy alla ribalta è arrivata ai livelli più alti dei 50 anni considerati : in uno spareggio drammatico col Derthona (oggi formazione di A2) sfiorò la serie B ma l’annata dimostrò che, avesse potuto disporre di un impianto adeguato, una squadra Carpigiana avrebbe potuto ottenere il traguardo : il palazzetto dello sport Ferrari (in effetti palestra scolastica dell’Istituto Meucci, si riempì al massimo consentito di 800 spettatori (oggi dopo 30 anni il limite è di 99 posti a seguito di problemi di sicurezza antecedenti al Covid).
Era quindi inevitabile che, durante la conferenza stampa, si chiedesse conto al Sindaco Bellelli della situazione del nuovo Palazzo dello Sport : il primo cittadino ha garantito che l’opera, finanziata dalla Fondazione Cassa di Risparmio, è in avanzata fase progettuale. Il movimento cestistico carpigiano aspetta da almeno vent’anni di poter disporre di un impianto idoneo per la pratica sportiva del secondo sport di squadra nazionale, che una città di quasi 70 mila abitanti non ne disponga è una macchia sulle amministrazioni comunali dal ’90 in poi che si spera la seconda giunta Bellelli intenda cancellare.
nella foto : giugno 1990, palestra Kennedy Joe Bryant con un gruppo di ragazzi del mini basket della Kennedy, alla sua destra Ercole Losi e alla sua sinistra un giovanissimo Luigi Lamma.
Davanti a tutti Kobe Bryant allora dodicenne.