Claudio Caliumi, ex presidente del Carpi tra il 2009 e il 2020, ha parlato telefonicamente nel programma Sport Qui, andato in onda su Tv Qui.
Come giudichi il primo Carpi post-Caliumi?
“Faccio un applauso a Pochesci perché sta facendo un grande lavoro e fa giocare veramente molto bene questi giovani, pieni di entusiasmo e vogliosi di mettersi in mostra. Ho visto tutte le partite, quella di ieri contro la Triestina è stata buona e finora solo il Sudtirol ha giocato meglio del Carpi. Non vorrei parlare degli arbitraggi delle ultime partite, dove abbiamo visto errori evidenti. Vorrei pensare che è un periodo sfortunato”.
Ieri contro la Triestina ha trovato il quarto gol stagionale Giovannini, cresciuto nel vivaio biancorosso. Lo conoscevi?
“Sapevamo che era un ragazzino promettente. L’anno scorso lo abbiamo mandato a giocare in prestito in Serie D a Savona, così poteva stare vicino a casa. Ammetto che non l’avevo visto di persona, però il suo procuratore Salvatore Bagni mi ha detto che avevamo in rosa un 2001 forte. Avrà una bella carriera”.
In Serie B Fabrizio Castori è primo con la Salernitana. Siete ancora in contatto?
“Ogni dieci giorni ci sentiamo, o lo chiamo io o lo fa lui ma solo se vince. È un grande uomo e un grande allenatore”.
Dopo 13 giornate, come vedi il Carpi e il Girone B in generale?
“A detta dei dirigenti, il Carpi deve salvarsi il prima possibile e poi magari potrebbe puntare ai Play-off. Ci sono varie squadre costruite per vincere il campionato e tra queste occhio a Sudtirol e Feralpisalò: si parla poco di loro, ma da alcuni anni stanno allestendo ottime squadre. Potrebbero essere delle sorprese. Per me il Perugia è il candidato principale per la promozione”.
C’è qualche possibilità di un tuo ritorno in società?
“Dopo undici anni io e Stefano Bonacini avevamo bisogno di staccare. Andiamo avanti così. Il Carpi lo seguo sempre anche se recentemente non ho potuto venire al Cabassi perché non sono stato bene”.
Come è nato il passaggio di proprietà?
“Come tutti sanno, erano quasi due anni che volevamo vendere. In estate siamo stati contattati da Morelli e gli abbiamo chiesto di trovarci persone serie. Poi loro hanno litigato e ora vanno avanti senza Morelli. Abbiamo lasciato il Carpi in buone mani. Il campo mi manca perché ero molto vicino ai ragazzi. Sono in buoni rapporti con tutti i membri della nuova dirigenza”.
Come credi che si possa valorizzare di più Biasci in fase offensiva?
“Biasci ha fatto fatica ad entrare in condizione anche nella scorsa stagione. Fisicamente lo sto vedendo meglio e adesso sta cominciando a entrare in condizione Ferretti. Lui potrebbe essere l’arma in più per l’attacco. Il Carpi comunque arriva facilmente nei pressi dell’area avversaria e le soluzioni le troverà”.
Sabato scorso Letizia, scoperto da Giuntoli dopo la famigerata Semifinale Play-off Pianura-Carpi 8-2, ha segnato contro la Juventus. Quali giocatori ricordi di più?
“La trasferta di Pianura del 2010 l’avevo saltata perché ero in vacanza e quando guardavo il cellulare non potevo credere al risultato (ride, n.d.r.). Dopo qualche giorno Giuntoli mi disse che aveva visto nel Pianura un terzino, Letizia, che era da prendere a tutti costi. È un ragazzo d’oro, è fortissimo e sta mantenendo le aspettative in Serie A col Benevento. Come rapporto intimo ricordo con tanto affetto Letizia, Lollo e Bianco, ma tutti con me sono state persone serie. Alcuni ci hanno fatto arrabbiare, ma tutti avevano a cuore il Carpi e ci siamo presi le nostre soddisfazioni”.
Qual è il rammarico principale dei tuoi anni da presidente?
“L’unico grande rammarico è stato retrocedere con 38 punti, una cifra che oggi vale tranquillamente la salvezza. Avremmo potuto avere una continuità diversa se fossimo rimasti in Serie A”.
Un altro giocatore che si sta imponendo in Serie A è M’bala Nzola, autentica meteora a Carpi tra il 2017 e il 2018. Forse non è stato gestito bene?
“Nzola arrivò a 19 anni e forse è uno dei giocatori più pagati della storia del Carpi. Non faceva una vita sana, era sovrappeso e doveva scontare sette giornate di squalifica. Ora ha 23 anni, dopo il Carpi ha trovato spazio e fiducia in Serie B a Trapani e ha ottenuto la promozione in A con lo Spezia”.
Torniamo un po’ indietro: ci racconti le origini della fusione tra Carpi e Dorando Pietri?
“Prima della fusione con la Dorando Pietri collaboravo con il precedente presidente del Carpi, Fausto Salami, facendogli da sponsor. Nel 2009, dopo la promozione della Dorando in Serie D, abbiamo fatto la fusione con Salami, Setti, Bonacini, Rinaldi, Marani e io. Al primo anno perdemmo le prime quattro partite, a gennaio arrivò in dirigenza Giuntoli che aggiustò la squadra nel mercato invernale e infine fummo ripescati in C2 da secondi alle spalle del Pisa”.
Dove giocheresti nel Carpi di Pochesci? Ricordiamo che in biancorosso hai raccolto 22 gettoni tra il 1974 e il 1977.
“ Da giocatore soffrivo molto quando giocavo al Cabassi, poi sono andato all’Athletic Carpi dove mio padre era un dirigente fino a quando ho deciso di dedicarmi alla mia ditta (Madrilena, n.d.r.). Ho sempre giocato da terzino, ma con Pochesci giocherei centrale nella difesa a tre perché sulla fascia con lui dovrei correre troppo (ride, n.d.r.)”.