Marco Perini, ex centrocampista del Carpi dal 2009 al 2013 e protagonista delle tre promozioni dalla Serie D alla Serie B con 125 presenze e 12 gol., ha parlato tramite videochiamata nel programma Sport Qui andato in onda su Tv Qui. Il 36enne mediano monzese è tuttora in attività con la maglia dell’Olginatese in Eccellenza lombarda.
Questo fine settimana hai debuttato in Eccellenza lombarda con la maglia dell’Olginatese. Come è stato il ritorno sul manto erboso?
“Abbiamo perso purtroppo (1-0 contro il Base 96 Seveso, n.d.r.). È stato strano tornare in campo perché in un anno avrò giocato quattro partite, ma anche perché il protocollo per i campionati dilettantistici è arrivato troppo tardi. Il covid ha fatto tanti danni e ha attaccato pure lo sport penalizzando i dilettanti e i giovani”.
Che impressioni ti ha fatto Pochesci?
“Avevo sentito parlare bene di Pochesci come allenatore e persona. Non mi ha mai allenato, però mi sembra equilibrato nelle dichiarazioni e nella gestione dello spogliatoio”.
Cosa pensi della nuova proprietà? Cosa dovrebbe fare per la prossima stagione?
“Conoscevo bene la vecchia società e ha sempre avuto un forte spirito imprenditoriale. L’attuale dirigenza mi sembra giovane e secondo me avrebbe bisogno di affidarsi a gente che conosca tutti gli aspetti della Serie C. Poi ovviamente bisognerà investire per ambire a un salto di qualità”.
Quando sei arrivato a Carpi dal Seregno, forse non pensavi di poter vivere le promozioni dalla D alla B. Cosa ha funzionato per raggiungere questi traguardi? Il Carpi attuale deve avervi come un modello?
“Nel nostro caso hanno funzionato tante persone. C’erano ragazzi che volevano rilanciarsi, un direttore sportivo come Giuntoli con voglia di crescere e una dirigenza ambiziosa. L’unione di tutte queste cose ha portato ai risultati che conosciamo. Il Carpi attuale ha una base buona, i giovani in rosa sono bravi e bisognerebbe puntellare la rosa con gente esperta per alzare la competitività. Avere un gruppo sano, fame di vincere e un pizzico di fortuna sono sempre fondamentali per aprire cicli come il nostro”.
A Carpi hai giocato in mediana con giocatori come Sogus, Papini e Memushaj.
“Ho avuto la fortuna di giocare nel Carpi con tanti giovani talenti e non è un caso se molti di loro giocano tra Serie A, Serie B e Serie C. Domenica ha segnato ancora Ferretti con cui ho fatto gli ultimi due anni e ha un modo di calciare di categoria superiore”.
Ti ha fatto male non vivere la Serie B nel 2013-2014?
“Le vie del mercato sono infinite (sorride, n.d.r.). Fu creata una squadra forte per la Serie B che un anno dopo salì in Serie A. Ancora una volta possiamo dire che le scelte della società furono giuste. Un po’ mi rode non essere rimasto, però va bene così”.
Nel Carpi dei giovani sta spiccando il talento di Giovannini. Che impressioni ti ha fatto? Può essere pronto per la Serie B?
“Lanciare i giovani è importante, ma il salto di categoria spesso si fa troppo velocemente e a volte non è conveniente. Fino a qualche anno fa un giocatore per andare in Serie B doveva farne di strada tra C1 o C2 e prendere qualche calcio in più. La Serie C è formativa per un ragazzo come Giovannini, poi se avrà dei valori nettamente superiori è giusto che salga al livello successivo”.