Thiago Ceijas, 20enne centrocampista del Carpi, ha parlato in esclusiva con IlMostardino.it sulla stagione 2020-2021 conclusa ieri con l’ultima seduta di allenamento. Thiago, nato a Recanati ma di origini argentine, è arrivato a campionato in corso dopo essersi svincolato dal Levante (aveva giocato nel vivaio del club valenciano) e ha parlato dell’impatto con la Serie C, i momenti migliori e peggiori e tanto altro.
Hola Thiago! Come è stato l’ultimo giorno con i compagni prima delle vacanze?
“Ieri mattina c’è stato l’ultimo allenamento, poi sono andato con la squadra a mangiare in un ristorante a Modena”.
Dove andrai in vacanza?
“Andrò prima in Spagna a trovare i miei genitori, poi in Grecia con la mia fidanzata”.
Hai giocato 18 partite in campionato. Cosa ricordi del tuo debutto da professionista contro il Perugia, futuro campione del Girone B, nello 0-0 al Cabassi? Ricordo che eri arrivato a stagione già iniziata.
“Sì, quando sono arrivato non ero abilitato per giocare, quindi sono stato in prova per un po’. Sono andato per la prima volta in panchina contro il Modena al Braglia e poi, in vista del Perugia, Pochesci mi fece capire che potevo giocare. Ero ansioso e voglioso di dimostrare, ma i compagni mi hanno dato tranquillità. Il Perugia non era l’avversario più semplice per il mio debutto da professionista, però alla fine abbiamo fatto una buona partita e ci siamo presi un pareggio”.
In quale ruolo ti trovi più a tuo agio?
“Mi trovo più a mio agio da playmaker o da mezz’ala. Contro il Perugia ho giocato da trequartista per la prima volta in assoluto. Fu un’invenzione di Pochesci (ride, n.d.r.)”.
Che sensazioni hai avuto su Pochesci e su Foschi?
“Da Pochesci ho imparato molto come calciatore e come persona. Avrei voluto giocare di più, però eravamo un gruppo molto giovane e c’è stato spazio per tutti. Non era facile raggiungere la salvezza con tanti ragazzi esordienti nel professionismo, me compreso. Foschi è rimasto con noi per poco tempo, era entrato in un momento difficile e non era facile uscirne fuori. Mi sono sentito più comodo con Pochesci”.
Dopo il derby contro il Modena avevate timore di essere risucchiati in zona Play-out?
“Un po’ sì. Dopo il derby abbiamo avuto una nuova crisi di risultati. Nel momento peggiore abbiamo vinto e mostrato carattere battendo in fila il Gubbio e il Matelica. Se non vincevamo quelle due partite poteva mettersi male sul serio. Anche contro il Padova, totalmente superiore a noi, siamo stati all’altezza e potevamo strappare uno 0-0 come già era successo contro il Perugia o il Sudtirol. Siamo riusciti a fare punti all’andata e al ritorno pure contro l’Arezzo che per organico era una delle migliori dieci squadre del Girone B. Abbiamo fatto un campionato molto buono, affrontando tutti a viso aperto e senza farci mangiare la testa, tranne qualche partita”.
Il derby è stato preparato come una sfida di vita o morte?
“Sì, ognuno di noi aveva chiaro in testa che era una sfida cruciale sia in chiave Play-out che in chiave Play-off. Fu la migliore partita del nostro campionato, preparata veramente dal minuto zero fino all’ultimo. Era di un’importanza enorme e vincere ci ha fatto respirare un po’ dopo un periodo negativo. Non eravamo favoriti, loro come squadra sono favolosi, però a livello mentale sentivamo di aver vinto già nel riscaldamento. Tutti si sono presi la loro parte di gloria, anche Rossi che nel recupero parò un rigore a cucchiaio a Scappini. Cucchiaio che non so cosa poteva significare sul 3-0. Dalla panchina avevamo la sensazione che avrebbe calciato in quel modo”.
Ora qualche domanda più o meno secca. Quali giocatori del Carpi ti hanno colpito?
“Mi sono divertito tanto a giocare e a vedere Ghion. È un giocatore straordinario, la Serie C gli sta stretta. Giovannini è molto giovane, ha tanto da dare e può arrivare lontano. In difesa abbiamo avuto due esperti come Sabotic e Gozzi più Venturi che non aveva mai giocato da difensore centrale e se l’è cavata alla grande. In porta Rossi e Pozzi hanno mostrato grande personalità all’ora di rimpiazzare Rossini che stava facendo grandi cose prima dell’infortunio ad Arezzo. Complessivamente siamo stati una bella squadra che ha saputo giocare a calcio, come voleva Pochesci”.
Quali squadre o giocatori avversari ti hanno sorpreso? Va bene anche un nome per ruolo.
“Non guardo i portieri (ride, n.d.r.). In difesa dico Monaco del Perugia. A centrocampo mi è piaciuto molto il trio del Padova con Ronaldo, Hallfredsson e Saber. In attacco Chiricò del Padova e Melchiorri del Perugia. Per il livello dei nomi, queste erano le squadre più forti. Come gioco, a parte il Carpi (ride, n.d.r.), mi sono piaciuti il Sudtirol e la Feralpisalò, soprattutto quella che ho visto al ritorno”.
Chi vince i Play-off?
“Non vedo molte partite di calcio, quindi non so cosa dire delle squadre del Girone A o C. So per esempio che il Catanzaro ha una bella rosa e che il Bari non ha fatto il campionato che ci si aspettava. Se devo scegliere la quarta promossa, dico Sudtirol. Il Modena è forte e lo vedo bene psicologicamente a differenza del Padova, che secondo me arriva ai Play-off con il trauma psicologico di aver perso il primo posto in favore del Perugia. Se sale il Padova, mi fa piacere per Biasci che è stato un nostro compagno fino a gennaio”.
Il tuo giocatore di riferimento?
“Nel mio ruolo guardo Nicolò Barella dell’Inter”.
Squadra del cuore e idolo?
“Ho giocato per otto anni nel vivaio del Boca Juniors e il mio idolo era Riquelme. Se tifo Boca, non posso tifare un’altra squadra (ride, n.d.r.)”.
Squadra preferita in Italia?
“In Italia non tifo nessuno, ma simpatizzo il Napoli perché ci ha giocato Maradona”.
Il prossimo anno sarai ancora a Carpi?
“Sono in scadenza a giugno. Vediamo, devo parlare con il direttore Mussi”.
Cosa pensi dell’esclusione dalla prossima Coppa Italia delle squadre di Serie C?
“Non mi sembra giusto e speriamo che chi sta in alto cambi idea. La Coppa Italia era bella anche perché le squadre di Serie C potevano affrontare le grandi o le società di Serie A. Per esempio giocare in casa della Juventus mi andrebbe anche bene perché magari c’è più visibilità, ma ora non ci sarebbe neanche questa possibilità. Secondo me bisognerebbe fare come in Inghilterra, in Francia, in Germania e in Spagna, dove per esempio in questa edizione della Copa del Rey il Real Madrid è stato eliminato in trasferta dall’Alcoyano che gioca nella Serie C spagnola. Dovrebbe funzionare così anche in Italia”.