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PORTIERI
Fino all’infortunio alla spalla patito il 14 febbraio 2021 nel 3-3 in trasferta contro l’Arezzo, i pali del Carpi sono stati difesi da Rossini. Il 31enne portiere romagnolo non giocava titolare con continuità dalla stagione di Serie D 2017-18 nel Prato (32 presenze) e da professionista rare volte gli era stata affidata questa responsabilità (Foligno nel biennio 2009-2011, Bellaria in C2 nel 2012-13 e Savona in Lega Pro nella seconda metà del 2015). Dopo aver vissuto in biancorosso la stagione 2019-2020 da vice-Nobile (giocò solo 4 partite in Coppa Italia), si è guadagnato il posto pochi giorni dopo l’insediamento di mister Pochesci e, come molti dei suoi compagni in generale, ha risposto con grandissime prestazioni nel sorprendente girone di andata, macchiato principalmente dall’espulsione esagerata nel KO esterno per 3-2 contro la Vis Pesaro. Ha convinto tutti con riflessi e parate quasi impossibili. Il podio: 1) il doppio intervento all’80’ in rapida successione su Pasquato e Cinaglia per difendere il 2-2 al Cabassi col Gubbio; 2) il colpo di testa a bruciapelo di Gerbaudo che ha sigillato al 79′ il 2-1 esterno sul Mantova (a due mani sulla linea); 3) Morselli a tu per tu all’85’ nello 0-0 casalingo con il Legnago (bonus track le 8 parate nella sconfitta per 1-0 contro il Matelica). Pochissimi gli errori da matita rossa (il decisivo 2-1 da fuori area di Pilati dell’Imolese, aiutato dalla combo pioggia-fango) e pochi i pomeriggi totalmente da cancellare (le sconfitte umilianti contro Fano, Imolese e Padova). Le due giornate di squalifica post-Pesaro sono state utili per far turnare i giovani portieri under 21 Pozzi e Rossi (prodotto del vivaio), entrambi al debutto da professionisti dopo qualche esperienza in Serie D e successivamente chiamati a sostituire a turno (grossomodo 3 partite a testa e ripetere) Rossini nelle ultime 14 gare. I ragazzi sono stati eccellenti oltre ogni attesa, a conferma dell’ottimo lavoro del preparatore dei portiere Fabio Venturini, e si sono distinti nettamente nei momenti più brutti del Pochesci-bis. Il podio di Rossi include 2 calci di rigore parati dal peso specifico differente: 1) il secondo, il più importante, ai danni di Juanito Gomez nel successo per 4-0 a Gubbio sul parziale di 1-0 in un periodo nerissimo per il Carpi, che stava rischiando seriamente di finire nei Play-out; 2) il primo penalty, dove rimase glacialmente fermo in mezzo alla porta per afferrare un cucchiaio di Scappini al 91′, fu utile per umiliare definitivamente il Modena nel derby vinto per 3-0; 3) e infine il tiro a tu per tu di Carlevaris, allontanato dall’incrocio con le due mani, nel suo debutto pareggiato per 0-0 contro la Virtus Verona. L’unico errore lo ha commesso sulla punizione di Moscati nella sconfitta per 2-0 a Perugia (non trattenne la palla e favorì il facile 1-0 di Murano). Un infortunio alla spalla nei giorni precedenti al 4-1 con il Matelica (dove giocò stringendo i denti) lo ha messo ai box, quindi è toccato a Pozzi chiudere il campionato da titolare. Nel suo podio troviamo: 1) il rigore parato a Neglia nel surreale 0-0 al Cabassi contro la Fermana (l’ex Bari aveva già calciato alto dagli undici metri nel primo tempo); 2) il tap-in respinto a Vinetot nello 0-0 al Cabassi contro il Sudtirol; 3) un tiro verso il primo palo da posizione defilata di Collocolo allontanato in tuffo sulla linea nel KO per 3-0 di Cesena. L’infortunio di Rossi ha obbligato il d.s. Mussi a tesserare in fretta un altro portiere e la scelta è ricaduta sul 27enne Matteo Ricci, svincolato dal Livorno. Sfortunatamente per lui l’esordio coincise con il traumatico 6-1 in riva al Garda contro la Feralpisalò.
Rossini 7,5
Rossi 7
Pozzi 7
Ricci s.v.
Cavazza s.v.
DIFENSORI
Per dare i voti a una delle quattro difese più perforate del Girone B (62 gol come Matelica e Ravenna, peggio di tutti l’Arezzo con 66) bisogna veramente fare un distinguo tra il girone di andata (27 gol subiti), quando spiccarono per il duro passivo solo il 3-0 contro il Sudtirol e il 6-0 nel recupero contro il Padova; e il girone di ritorno (35) caratterizzato da errori continui (disattenzioni, marcature approssimative, nervosismo) e picchi di spavento come il 5-1 contro la Sambenedettese, il 4-0 a Fano, il 3-0 interno contro l’Imolese, il 3-0 di Cesena e il 6-1 di Salò. Il trio difensivo standard composto da capitan Sabotic (uno dei pochi titolari della scorsa stagione), il centrocampista Venturi inventato da Pochesci centrale con licenza di fare gioco dal fondo (l’anno scorso, in prestito a Fermo, aveva giocato solo 5 partite) e l’esperto Gozzi (35enne ex Modena svincolato dall’Olbia) ha mostrato molta solidità in casa e troppi problemi in trasferta, soffrendo dannatamente contro attaccanti tecnici, veloci e abili nel gioco sporco (per fare qualche nome D’Orazio, Volpicelli, Barbuti, Chiricò, Bortolussi e Pittarello). I gol sono arrivati da Sabotic (di testa al Martelli contro il Mantova e nel 4-1 al Matelica con un gran inserimento in area), Venturi (la zampata del parziale 2-0 al Modena nel ritorno) e Varoli, partito titolare prima dell’arrivo di Gozzi e diventato affidabile riserva con 2 reti importanti a domicilio contro Mantova (addirittura con un sinistro da fuori area) e Arezzo. Si è comportato molto bene anche il 21enne Ercolani, preso a gennaio dal Manchester United (aveva militato solo nel vivaio) e al debutto assoluto nel calcio professionistico. I terzini, schierati da Pochesci a centrocampo nel 3-4-1-2, hanno avuto molta discontinuità o non hanno convinto del tutto. A sinistra Lomolino (altro reduce dell’annata 2019-2020) ha dovuto ancora una volta fare i conti con alcuni infortuni e il sostituto Llamas (arrivato dalla Pistoiese in inverno) è apparso troppo impacciato (la prestazione migliore fu al ritorno contro il Matelica). A destra il francese Bayeye (prestato dal Catanzaro) sembrava promettere bene per velocità e fisicità, poi è finito a metà stagione fuori rosa ed è stato reintegrato da Pochesci, mentre Eleuteri (prestato dalla Vis Pesaro a gennaio) ha avuto l’unico momento di gloria segnando al debutto nel 2-0 al Mantova. A inizio stagione, con la squadra ancora incompleta, Pochesci aveva puntato a destra sul 19enne della Primavera Danovaro, schierato titolare in Coppa Italia contro il Casarano e nelle prime tre giornate di campionato (a gennaio è andato in prestito in Serie D alla Sanremese, sommando 14 presenze). Lo slovacco Varga, portato da Stefanelli dal Siena nel gennaio 2020, non ha mai giocato, ha avuto qualche acciacco alla schiena ed è stato ceduto senza rimpianti alla Pistoiese a metà torneo.
Venturi 6,5
Sabotic 6,5
Gozzi 6,5
Varoli 6,5
Ercolani 6,5
Lomolino 6
Danovaro 6
Eleuteri 5,5
Llamas 5
Bayeye 5
Varga s.v.
CENTROCAMPISTI
Ghion, regista di 21 anni prelevato in prestito dal Sassuolo, è stato il giocatore che ha alzato il livello del gioco del Carpi. Fresco di debutto in Serie A (De Zerbi gli regalò 3 presenze nella parte finale della stagione 2019-2020), Pochesci ha dato al talento mantovano le chiavi del centrocampo a partire dalla quarta giornata (sconfitta per 2-1 contro l’Imolese) e da lì in poi è diventato indispensabile (33 presenze). Si può dire che è stato il giocatore dal rendimento più continuo: nel girone di andata ha fatto adattamento/apprendistato mostrando stoffa e qualità da vendere (movimenti agili, cambi di fronte, sangue freddo nelle marcature feroci e tocchi rapidi); nelle prime battute del girone di ritorno, coinciso con la breve gestione di Foschi, si è smarrito insieme a tutti i compagni; e infine è stato uno dei trascinatori nel Pochesci-bis tra prestazioni di ottimo livello e i primi 5 gol della carriera (più 4 assist). Dopo gli errori di De Cenco e Ferretti contro la Fermana, è stato designato come nuovo rigorista con grandi risultati: 4 centri su 4 tentativi (doppietta al Modena nel derby, poi Matelica e Ravenna) e un inserimento in area nel 4-0 di Gubbio. Sarà difficile riaverlo per un altro anno. Il partner in mediana è stato Fofana, passato da riserva di Pezzi nello scorso campionato (20 presenze, solo 2 da titolare) a pedina insostituibile. L’ivoriano era partito forte mostrando gamba, aggressività e sacrificio, facendo tanto lavoro sporco e dovendo talvolta appoggiare il più minuto Ghion contro centrocampisti più robusti ed esperti. Purtroppo è stato uno dei calciatori più colpiti dal disastroso inizio di girone di ritorno. Ha giocato quasi sempre (35 presenze, solo 9 volte è stato sostituito), anche quando era palesemente a corto di fiato, incappando in errori evitabili o banali. Poteva essere gestito meglio. Bellini, preso dalla Fermana nel gennaio 2020, non giocò mai durante la gestione di Riolfo (colpa anche del covid che mise fine in anticipo alla regular season). Prima dell’arrivo di Ghion era stato provato nel ruolo naturale di regista, poi Pochesci gli ha dato spazio facendolo entrare 21 volte dalla panchina su 36 presenze per sostituire o uno dei mediani o il trequartista di turno con risultati poco convincenti (in parte è andato meglio quando c’era da lottare). Fino all’esplosione sotto porta di Ghion, era il centrocampista che più si proponeva in appoggio alle punte come dimostrano i gol nel 4-1 all’Arezzo e nel KO casalingo per 2-1 contro la Feralpisalò. Niccolò Marcellusi, figlio del vice-presidente Federico preso dall’Inter dopo alcuni prestiti in Serie D, era partito da riserva (come quando segnò il definitivo 2-0 al Cesena) fino a prendersi la titolarità sulla traballante fascia destra. L’impatto con il professionismo è stato troppo altalenante, pieno di bassi e pochi alti (nel derby di ritorno contro il Modena, giocato alla morte da tutta la squadra, fu devastante nelle due fasi come non gli era mai successo). Durante il breve passaggio di Foschi è stato tra i peggiori accumulando due espulsioni per doppia ammonizione contro Feralpisalò e Imolese. Ceijas, 20enne italo-argentino arrivato a campionato iniziato dalle Giovanili del Levante, si è misurato per la prima volta con il professionismo nello 0-0 interno contro il Perugia, giocato con personalità nell’inedito ruolo di trequartista. Avrebbe dovuto essere un’alternativa a Ghion, ma non è riuscito a mettersi in mostra in maniera decisa. Martorelli, esterno sinistro prelevato dal Ravenna, ha rimpiazzato Lomolino dopo l’infortunio contro il Mantova alla seconda giornata, ma poco dopo a sua volta è andato ai box per un acciacco muscolare durante il derby col Cesena (24 ottobre 2020) e non è tornato disponibile fino alle ultime giornate, dove da subentrato non ha lasciato tracce. La delusione più grande, per tutto l’ambiente (compresi i tifosi che, salvo il trittico Fano-Arezzo-Cesena, non hanno frequentato il Cabassi e visto la squadra dal vivo), è stato Maurizi. Il 25enne romano, reduce da una bella stagione con Riolfo (4 gol in 28 presenze), con Pochesci aveva ottenuto oltre al numero 10 (lasciato libero da Saric) e la possibilità di essere il trequartista titolare, però non è mai stato in grado di entrare nel personaggio che tutti si aspettavano. È apparso senza mordente, a tratti svogliato e incapace di girare la sorte a suo favore. La rottura definitiva con Pochesci è arrivata nell’ultima partita del suo primo mandato, ossia la sconfitta per 1-0 contro il Matelica: dopo averlo inserito al posto di Bayeye al 50′, Maurizi al 69′ sbagliò uno stop sanguinoso nel cuore del suo centrocampo dando il via al contropiede finalizzato da Volpicelli e al 79′ fu richiamato in panchina per far esordire Salata. La sua esperienza in biancorosso si è chiusa lì. A gennaio, da svincolato (aveva un contratto fino al 2022), è stato ceduto alla Pistoiese dove ha ritrovato il mentore Riolfo. L’esordio con gol decisivo al Renate promise bene, ma successivamente la squadra è caduta verticalmente (pagò lo stesso Riolfo con l’esonero) fino alla retrocessione diretta in Serie D. Nessun voto per i comprimari Sassi (esterno destro prodotto del vivaio, impiegato nel remix di inizio stagione e uscito dai radar dopo un infortunio al ginocchio), Offidani, Salata (ceduto a gennaio al Campodarsego da svincolato), Ferrieri, Motoc (moldavo cresciuto nelle Giovanili) e i mai utilizzati Ferri (passato al Foligno), Mancini, Marino e Tripoli.
Ghion 7,5
Fofana 6,5
Bellini 6
N. Marcellusi 6
Ceijas 5,5
Martorelli 5
Maurizi 4
Sassi s.v.
Offidani s.v.
Salata s.v.
Ferrieri s.v.
Motoc s.v.
Mancini s.v.
Marino s.v.
Tripoli s.v.
Ferri s.v.
ATTACCANTI
L’attacco del Carpi ha avuto molti problemi di sterilità nel corso della stagione. Molto è dipeso dalle giocate e dai numeri (4 gol e 6 assist) del 19enne prodotto della cantera Giovannini: dopo un anno in prestito in D al Savona, ha letteralmente stregato Pochesci nel pre-campionato fino a conquistarsi il posto da titolare intoccabile (è stato l’unico a giocare 39 partite stagionali su 39). Già dal debutto in Coppa Italia contro il Casarano (bagnato con gol) si era distinto per la facilità devastante del dribbling, le folate alla Messi (è impossibile da ricordare quanti falli ha subito) e la personalità. Nel girone di andata, con un Biasci sotto tono (6 gol, 5 su rigore e uno di testa su punizione di Ghion a Pesaro) e pronto a partire (Padova a gennaio), il giovane ligure ha saputo caricarsi la responsabilità del peso dell’attacco sia da seconda punta o talvolta da trequartista. Nel girone di ritorno ha faticato a spiccare nei momenti peggiori e di conseguenza i suoi migliori momenti sono stati la perla in contropiede contro l’Arezzo nel 3-3 in Toscana (quinto e ultimo gol stagionale), la prova contro il Modena e i 3 assist nel 4-1 contro il Matelica (dove fallì pure un rigore). Lo Squalo Ferretti, svincolato dalla Triestina e tornato in Emilia a 34 anni dopo il biennio 2011-2013 in Lega Pro Prima Divisione, ha dovuto fare pace con la condizione fisica per larghi tratti del campionato. Alla fine i suoi 8 gol (il primo nel debutto-bis per chiudere il 4-1 contro l’Arezzo) sono tutti serviti per fare punti pesanti: oltre al 2-2 in rimonta contro il Gubbio al Cabassi, si è distinto con 3 doppiette contro Ravenna all’andata e nel ritorno, quando la corsa salvezza sembrava aver imboccato la strada sbagliata, contro Gubbio (4-0 in Umbria) e Matelica (4-1). Se avesse segnato all’85’ il rigore contro la Fermana forse la salvezza sarebbe arrivata con più anticipo. Ha finito giocando da trequartista, disegnando calcio per le punte e dimostrando che la delicata strapotenza del suo piede sinistro non conosce limiti. Dopo tanta panchina, El Toro Carletti (in rosa dal gennaio 2017) era finalmente partito titolare insieme a Giovannini o in tandem con Biasci, ma i 4 gol segnati (doppietta al debutto contro la Samb, capocciata decisiva a Fermo e tap-in illusorio contro il Modena al Braglia), la voglia di lottare e l’entusiasmo non gli sono bastati per rimanere al Cabassi, quindi a gennaio è passato all’Arezzo in prestito. Il suo sostituto, il navigato italo-brasiliano De Cenco (prestato dalla Feralpisalò), si era sbloccato all’esordio contro il Ravenna con una doppietta e in poco tempo si è ritrovato nel tritacarne della gestione Foschi. Non ha trovato mezze misure: è rimasto a secco per 12 partite fino alla doppietta nel 2-2 contro la Virtus Verona, ha fallito un rigore nel folle 0-0 contro la Fermana, si è sacrificato generosamente lontano dalla porta e ha alternato errori grossolani davanti al portiere a prestazioni incolori dove i difensori avversari non gli hanno fatto toccare palla. Gli altri rinforzi invernali De Sena dal Renate (si sbloccò al debutto contro il Mantova, poi tanto vuoto e il triste gol della bandiera a Salò) e Mastour (prestato dalla Reggina per risolvere i problemi della trequarti) non sono stati proprio all’altezza. Ironia della sorte, il 22enne marocchino ex enfant prodige del Milan si è infortunato quando (forse) stava iniziando a ingranare, ossia durante la sua migliore prestazione nel 3-0 al Modena dove fu imprendibile. L’unica parziale soddisfazione è stato il primo gol da professionista nella sconfitta in rimonta per 5-1 contro la Sambenedettese. Ridzal (bosniaco sottratto al vivaio) e Matteo Marcellusi (fratello minore di Niccolò in forza alla Primavera) hanno avuto il battesimo da prof nelle ultime giornate.
Giovannini 7
Ferretti 7
Carletti 6,5
De Cenco 6
Biasci 6
De Sena 5
Mastour 5
Ridzal s.v.
M. Marcellusi s.v.
ALLENATORE
Pochesci ha portato a termine i due compiti che gli erano stati affidati: 1) ottenere la salvezza; 2) valorizzare i tanti giovani che aveva a disposizione. Ci è riuscito costruendo una formazione offensiva, famelica, veloce e aggressiva che ha basato molte delle sue fortune in un ottimo girone di andata, parzialmente rovinato dallo scoppio di un focolaio di covid a metà dicembre. Alla ripresa del campionato, dopo il bel 4-2 al Ravenna e il meritato KO per 1-0 (risultato che poteva essere più umiliante) contro il Matelica del 20 gennaio, è arrivato il sorprendente e inatteso esonero che ha destabilizzato la piazza in toto. Dopo il suo richiestissimo ritorno la coesione (in primis con la nuova società), la tranquillità e la spensieratezza (incarnata per esempio dai suoi pupilli Giovannini e Ghion) sono state difficili da ritrovare: vedere la rimonta da 3-1 a 3-3 dell’Arezzo e gli 0-0 contro Fermana (due rigori falliti dopo che Neglia aveva fatto altrettanto) e Legnago in Veneto (tante occasioni da gol divorate). Il trionfante 3-0 contro il Modena sembrava essere la svolta definitiva, ma altri tonfi (onorevoli contro Perugia e Triestina, preoccupanti in casa il 2-0 interno contro la Vis Pesaro e il 2-2 al 95′ della Virtus Verona) hanno lasciato lentamente il posto alla confusione e alla paura di venire risucchiati nei Play-out. Nel momento peggiore sono arrivati i due incredibili poker contro Gubbio e Matelica che hanno raddrizzato il percorso fino all’ufficialità della salvezza diretta (+3 sul Legnago) alla penultima giornata nonostante l’1-0 contro il Padova. A livello personale può essere sicuramente soddisfatto dopo le annate dolci-amare con Ternana, Casertana e Bisceglie. Ha ancora un anno di contratto, però la sua permanenza non è scontata. Per parlare di Foschi bastano i numeri e qualche considerazione: 6 partite, 5 sconfitte (una più disastrosa dell’altra), 1 vittoria fortunata sul Mantova (3 punti che Pochesci ha spesso tenuto in considerazione), 4 gol segnati, 20 gol incassati, nessuna idea di gioco nel suo 3-5-2 e depressione collettiva.
Pochesci 7,5
Foschi 4
*in corsivo i giocatori ceduti nelle sessioni di mercato.