Fabio Varoli, difensore del Carpi, ha parlato ieri in esclusiva con IlMostardino.it al margine dell’inaugurazione dello store ufficiale del club biancorosso in Via Duomo 35, aperto in collaborazione con lo sponsor Global Power Plus.
Ciao Fabio! Come stai? Sei già tornato dalle vacanze e ti stai proiettando alla prossima stagione?
“Tutto bene, grazie! Sono tornato dalle vacanze a Cesenatico ma non riesco a stare fermo e già mi sto allenando. In generale mi piace tenermi in forma, quindi non è un peso per me. Voglio arrivare pronto per l’inizio del pre-campionato. Il raduno ci sarà intorno a metà luglio e poi andremo in ritiro a San Zeno”.
In questa stagione, conclusa con la salvezza, hai raccolto 21 presenze in Serie C alternandoti come titolare e riserva e hai trovato i primi gol da professionista.
“Questa è stata la stagione da professionista in cui ho giocato di più. Mi sono tolto più soddisfazioni rispetto all’anno scorso dove ho giocato poco: ho fatto due gol, 21 presenze e soprattutto abbiamo raggiunto l’obiettivo stagionale che era la salvezza facendo il meglio possibile. Abbiamo alternato alti e bassi e ci siamo tolti qualche sfizio come le vittorie contro il Modena, il Mantova e il Cesena. Altre volte invece ce la siamo giocata alla pari contro avversari più forti”.
Quale dei due gol segnati ti piace di più?
“Tutti direbbero per bellezza quello contro il Mantova, ma dico quello contro l’Arezzo al ritorno. Allora venivamo da un periodo difficile con molte sconfitte e quella era una partita importante, uno scontro diretto che non dovevamo perdere. Dovevamo ritrovare la solidità e la convinzione che si erano perse. È vero che non abbiamo vinto (da 1-3 a 3-3, n.d.r.), però credo che da lì è iniziata la svolta verso la salvezza. Il gol è arrivato con una bella giocata su schema: corner di Mastour, sponda di Gozzi sul primo palo e io che di solito vado ad attaccare il secondo ci ho messo il piede. A Mantova, su passaggio di Fofana, ero lontano dalla porta, non ci ho pensato più di tanto a calciare, fortunatamente il campo era bagnato e mi ha aiutato (sorride, n.d.r.)”.
Il ritorno dei tifosi al Cabassi sembra più vicino, secondo il d.s. Mussi non ci saranno problemi.
“Sì, ci sono mancati i tifosi. Li abbiamo avuti al Cabassi solo contro Fano, Cesena e Arezzo contro cui ricordo che eravamo andati sotto dopo pochi minuti, poi vincemmo 4-1 e il pubblico ci diede una grande carica. Si vedeva che andavamo veramente forte grazie al loro appoggio”.
Padova e Alessandria si giocheranno l’ultimo posto per la Serie B. Come vedi questa doppia Finale Play-off?
“Il Padova lo conosco di più perché è stato un nostro avversario nel Girone B, però ho visto varie volte l’Alessandria. Per me il Padova è una corazzata e ha grosse probabilità di passare nonostante abbia vari squalificati per l’andata (Ronaldo, Vasic, Saber e Chiricò, n.d.r.). Parliamo comunque di due squadre che sono finite seconde nei rispettivi gironi per questione di dettagli, quindi meritano di giocarsi la Serie B fino in fondo. Queste finali sono sempre molto complicate e spesso si decidono con episodi per esempio su palla inattiva, particolare in cui il Padova si è fatto valere nella doppia Semifinale contro l’Avellino”.
Il Carpi intanto ripartirà da te?
“Ho un altro anno di contratto col Carpi, ho detto al direttore Mussi che qui mi trovo bene e nella prossima stagione voglio togliermi sempre più soddisfazioni e consolidare le mie caratteristiche. Spero di avere le opportunità, ma non penso che ci saranno grandi difficoltà”.
Una domanda extra Carpi: qualche settimana fa sui social avevi reso omaggio a mister Alessio Dionisi, promosso in Serie A con l’Empoli, ricordando la tua stagione con lui a Fiorenzuola in Serie D. Ci racconti un po’ questo legame?
“Con mister Dionisi ho avuto un rapporto molto bello. Nel 2017 ero appena uscito dalla Berretti del Parma, non avevo molto mercato e per giocare dovevo scendere in Eccellenza o in Promozione. Non avevo richieste nemmeno dalla Serie D fino a quando il direttore Di Battista e Dionisi mi chiamarono per andare al Fiorenzuola e non ci ho pensato un attimo. Dionisi all’inizio mi provò come terzino sinistro e poi mi mise definitivamente al centro della difesa a partire da un amichevole contro una squadra di Serie C. Puntò molto su di me e non era facile trovare un mister che avesse il coraggio di mettere un classe ’99 in difesa, dove solitamente si preferiscono giocatori più esperti e svegli”.
Possiamo quindi dire che Dionisi è stato fondamentale per l’inizio della tua carriera?
“Seppur a livello dilettantistico, è stato l’allenatore che mi ha lanciato nel calcio dei grandi e mi ha dato una grande opportunità. Nel primo anno a Fiorenzuola il campionato lo vinse il Rimini che era una corazzata, noi eravamo arrivati quarti e nelle Semifinali Play-off uscimmo contro il Forlì solo per il posizionamento in classifica (i romagnoli erano finiti terzi, n.d.r.). Nel secondo anno tornai in prestito dal Carpi, c’erano due big come Modena e Reggiana e siamo arrivati alle Semifinali Play-off proprio contro il Modena. Dionisi già non c’era perché era passato all’Imolese, ma aveva lasciato una base importante. È un allenatore preparato che in pochi anni è riuscito a scalare tutte le categorie: è passato dalla Serie D a Fiorenzuola alla Serie C con l’Imolese dove ottenne un quarto posto e i Quarti di Finale nei Play-off (2018-2019, n.d.r.), poi nelle ultime due stagioni di Serie B ha ottenuto una salvezza tranquilla con il Venezia e con l’Empoli ha addirittura vinto il campionato. Ora andrà al Sassuolo e sono molto felice per lui. Si poteva capire che avesse le qualità per fare una carriera del genere e ci è riuscito in poco tempo. È veramente difficile salire di categoria ogni anno e posso dire che è un orgoglio essere stato allenato da lui. Questi risultati non si ottengono per caso”.